Dai 34 milioni preventivati (archicool.com), è lievitata a 220 milioni di dollari – equivalenti a oltre 500 milioni di reais brasiliani – la spesa per realizzare la Cidade da Musica a Barra de Tijuca, un nuovo agglomerato urbano alle porte di Rio de Janeiro (arcspace.com): la costruzione dell’opera progettata da Christian de Portzamparc prosegue da sei anni e continuerà per un altro paio di mesi, nonostante la cerimonia di apertura che si è svolta lo scorso 26 dicembre alla presenza delle autorità.
La consistente quantità di denaro pubblico destinata al complesso nato “con l’ambizione di essere la migliore sala concerti dell’America Latina” ha suscitato numerose perplessità, che si sono sommate alle critiche rivolte da alcuni alle scelte effettuate in relazione all’architettura. I più drastici hanno definito la “Città della Musica” come un “elefante bianco” (archicool.com), e, in generale, non sono mancate le osservazioni negative sulla sua mole priva di trasparenza.
La struttura, distribuita su una superficie di 46.000 mq e pensata per ospitare l’Orchestra Sinfonica Brasiliana, comprenderà un auditorium da 1800 posti “trasformabile in un teatro dell’opera per 1300 spettatori” (arcspace.com), uno spazio più piccolo dedicato alla musica da camera, due sale cinematografiche, una mediateca, uffici e sale prove. Il pubblico avrà a disposizione anche negozi, parcheggi e un ristorante.
L’involucro, anche in assenza di cortine vetrate estese, offre una serie di visuali attraverso le “cavità” create dalla composizione di due gradi piastre orizzontali con i volumi che inglobano le funzioni dell’edificio. L’insieme, circondato da un parco punteggiato da alberi e specchi d’acqua, può essere “visto come… una grande veranda su un giardino con stagni, ombra e piante… un omaggio a un archetipo dell’architettura Brasiliana” (arcspace.com).
Immagini (da arcspace.com):
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Filmato (da youtube.com)