Agli occhi di un architetto un viaggio ben riuscito non si conclude sulla porta dell’albergo, oltre alla qualità delle visite giornaliere, un progettista continua la sua ricerca di spunti di ispirazione o soluzioni che lo sorprendano anche nella sua “casa temporanea”.
L’itinerario che proponiamo di seguito rispecchia queste aspettative e si sviluppa a Faenza con un soggiorno nell’agriturismo di design Sacramora12 progettato dallo studio Rava Piersanti.
Il percorso mette insieme grandi e piccoli interventi architettonici in modo da delineare, in soli due giorni, una visione di insieme delle maggiori tematiche progettuali che caratterizzano la zona, dalla ceramica faentina ai piccoli borghi limitrofi, dal Neoclassico all’architettura contemporanea, con alcuni suggerimenti per proseguire il viaggio.
All’interno del programma, la permanenza al Sacramora12 rappresenta un’esperienza a sé in cui sperimentare una nuova forma di accoglienza basata sull’arte, il design e le potenzialità del vetro nella sfera domestica.
La struttura infatti, oltre ad ospitare i servizi di un agriturismo tradizionale, è arricchita dalla presenza di un museo – dedicato all’artista francese Philippe Artias (1912 – 2002) – e dalle scelte progettuali di Rava Piersanti che mettono in scena in ogni stanza una serie di grandi capolavori del design.
indice dei contenuti
- Sacramora12. Dormire in un piccolo museo di arte e design
- L’itinerario: 2 giorni per scoprire Faenza e il suo territorio
- Consigli per proseguire il viaggio
Sacramora12. Dormire in un piccolo museo di arte e design
Nel cuore della Romagna, l’agriturismo Sacramora12 è una realtà al femminile, nata dalla volontà di tre sorelle di far rinascere l’azienda agricola familiare collaborando ognuna a modo suo: Rosanna si occupa della parte agricola e della ristorazione, Miria della struttura recettiva e poi Rita, architetta, che insieme al compagno Claudio Piersanti ha realizzato il restauro dell’intero complesso.
È stata proprio la coppia di architetti ad avermi incontrato e raccontato, in una chiacchierata tra “colleghi”, il proprio progetto e la propria volontà di creare, su di un sito a loro molto caro, un prodotto d’eccellenza rivolto ad un pubblico illuminato amante dell’arte e del design.
“Noi abbiamo fatto qui quello ci piaceva – affermano – pensando che non siamo soli e che ci sarà qualcun altro che avrà gusti simili ai nostri”.
Il design: capolavori internazionali da vivere come oggetti quotidiani
Il risultato è un’esperienza progettata da architetti per gli architetti: come non apprezzare infatti di fare colazione su un tavolo di Gio Ponti, leggere un libro sulla Camaleonda di Mario Bellini o fare una doccia in un bagno blu Yves Klein?
“Gli oggetti di design sono cose che noi abbiamo sempre avuto – raccontano i progettisti – alcune appartenevano alle nostre famiglie altre a noi stessi, il progetto per l’agriturismo è stata l’occasione per riconvertire tutta questa collezione personale in un vero e proprio piccolo museo del design fatto secondo i nostri gusti”.
Agli ospiti non resta che rifarsi gli occhi di fronte ai capolavori raccolti, per una volta non solo da ammirare ma da vivere, per pochi giorni, come oggetti quotidiani.
L’arte: le opere di Philippe Artias come strumento di composizione architettonica
Oltre al design le mura del Sacramora12 riservano un’altra scoperta, si chiama Philippe Artias, un artista francese coevo ed amico di Picasso trasferitosi per amore nelle Marche.
Le sue opere invadono tutti gli spazi di vita dell’agriturismo, mostrando come l’arte possa diventare un potente strumento di composizione architettonica.
“Abbiamo incontrato Artias e la sua compagna Lidia Orlova mentre lavoravamo al Museo della Ceramica – spiegano gli architetti – questa amicizia ha fatto sì che la vedova [Artias è morto nel 2002] ci abbia prestato molte opere per esporle in questa sede”.
All’interno dell’agriturismo si trova infatti il Museo Artias, un grande spazio dedicato all’artista, che diventa, nell’uso quotidiano, luogo di incontro tra gli ospiti in cui ammirare i quadri, fare colazione o dedicarsi alla lettura.
Da non perdere infatti la libreria del museo che custodisce tra i suoi scaffali tante curiosità, tra cui una guida di architettura della regione curata da Claudio Piersanti e moltissimi fumetti interessanti, come la graphic novel “L’attrazione” di Lucas Harari svolta alle terme di Vals o “Tramezzino” di Paolo Bacilieri.
© Sacramora12
Le stanze: dal loft in vetro alle suite, una dichiarazione d’amore al Moderno
Il programma è quello di un agriturismo tradizionale, arricchito dalla presenza di un museo e dalla volontà di essere assolutamente moderni.
“Noi rimaniamo inguaribilmente innamorati di Mies Van Der Rohe – dichiarano i progettisti – tutta la vita abbiamo inseguito l’utopia della casa di vetro”.
E sul sito se ne ritrovano alcuni esempi, il primo è un edificio costruito dallo studio Rava Piersanti già alla fine degli anni ’70 che ospita oggi due suite (la Suite nel Verde e la Suite Carolina), un parallelepipedo simmetrico in cui le due unità affacciano sul giardino circostante con un’ampia vetrata.
Il secondo invece è il loft, nato dal recupero dell’ex fienile, qui l’atteggiamento è radicale: un grande muro vetrato si affaccia sulla corte dell’agriturismo mettendo in scena scenograficamente la vita dei suoi abitanti.
Le restanti due stanze, la Suite Rossa e la Suite d’Artista, seppur all’apparenza più tradizionali, esprimono chiaramente i principi di flessibilità, rigore, apertura oltre che di arte e design, che contraddistinguono l’intervento.
© Sacramora12
Una notte nel loft e il fascino di vivere in una casa di vetro
Come un enorme schermo cinematografico in cui vedere ed essere visti il loft è la vera attrazione dell’agriturismo, dormire una notte qui diventa un’esperienza a sé.
La sorpresa inizia attraversando la grande porta vetrata, non si tratta di due piani come si potrebbe intendere da fuori, ma di un unico grande volume, arredato come un soggiorno, ma dalle dimensioni e dall’aspetto di un atelier di pittore.
L’accostamento di gesti spettacolari – i capolavori del design e dell’arte, la doppia altezza vertiginosa, gli interruttori che azionano tende e luci – creano prospettive sorprendenti e l’impressione costante di trovarsi nella casa super moderna del Mon Oncle di Jacques Tati.
Quando cala la notte poi, la contrapposizione tra l’estetica della camera e le esigenze della vita di tutti i giorni si esprimono fino in fondo: grazie ad un sistema di tende lo spazio intimo del letto si isola come un cubo che fluttua nella stanza, proteggendo l’intimità degli ospiti ma preservando la fluidità della casa e lo spettacolo permanente del muro di vetro.
GALLERY SACRAMORA12
© Sacramora12
Per maggiori informazioni:
www.sacramora-12.it
L’itinerario: 2 giorni per scoprire Faenza e il suo territorio
Dalle ceramiche, al Neoclassico, dall’architettura delle grandi case automobilistiche a quelle del Ventennio, la regione di Faenza sorprende per la ricchezza del suo patrimonio, rappresentando un’ottima alternativa per una vacanza di un weekend o una tappa di un lungo viaggio in macchina per l’Italia.
Di seguito sono raccolti grandi e piccoli interventi architettonici che permettono, in due giorni, di avere una visione di insieme delle maggiori tematiche progettuali che caratterizzano la zona, dedicando un giorno alla città di Faenza e uno ad alcune realtà limitrofe.
Giorno 1. Faenza tra ceramiche, edifici neoclassici e la scoperta di Filippo Monti
Museo della ceramica. L’identità di un’intera città in un edificio fatto di luce e riflessi
La prima tappa del percorso è il Museo della Ceramica, uno dei simboli della città che racconta, in oltre 14.000 mq, lo stretto legame che unisce Faenza con la sua tradizione ceramica. L’edificio, concluso nel 2010 dopo quasi 20 anni di lavori, è opera dello studio Rava-Piersanti e si caratterizza per un susseguirsi di articolate volumetrie che trovano nella luce e nell’uso del vetro il loro tema ricorrente.
Palazzo Milzetti. Un Neoclassico sorprendente
Che Faenza sia la capitale della ceramica è noto a tutti, meno conosciuto invece è il suo passato neoclassico. Per approfondire la ricchezza di quest’epoca Palazzo Milzetti è una tappa d’obbligo, si tratta di un’opera di Felice Giani diventato nel 2001 Museo Nazionale dell’Età Neoclassica.
Anche chi non è particolarmente amante di questo periodo non potrà non restare impressionato dal vestibolo della sala da bagno, uno spazio di forma ellittica con volta a cupola interamente ricoperto di decorazioni su fondo nero che contrasta scenograficamente con la luminosità del bagno vero e proprio.
Da qui proseguite per una passeggiata e un pranzo nel centro città.
Palazzo Milzetti | photo © Claudio Piersanti
Sulle orme di Filippo Monti: 5 opere da non perdere
Proseguendo con le scoperte, il consiglio per concludere la vostra giornata faentina è quello di andare sulle tracce di Filippo Monti (1928 – 2015), sapiente e raffinato progettista che ha lasciato al territorio faentino molte opere significative da ri/scoprire.
Di seguito un percorso da fare a piedi o in macchina a seconda del tempo a disposizione:
- Palazzo delle Poste – via Naviglio 16
un volume sospeso in mattoni che chiude l’isolato dell’ex chiostro delle Clarisse e allo stesso tempo ne inquadra nuove prospettive. - Casa Boscherini – via S. Vitale 8
da un programma semplice e tradizionale un risultato unico, che mette di buon umore. - Condominio le Terrazze – via Vittorio Veneto 31 e 33
terrazze extralarge come camere all’aperto e permeabilità visiva al piano terra: è la natura la vera protagonista. - Residenze Santa Margherita – via Firenze 75 – 77
quasi un’utopia: un grande prato costellato di idee architettoniche tutte diverse (non vi intimidite, entrate nel giardino non fermatevi al cancello, è da dentro che si capisce la poesia dell’intervento). - Quartiere Ferrari – via F. L. Ferrari
come una naturale prosecuzione del quartiere precedente, un susseguirsi di forme ed intuizioni architettoniche per residenze private.
Giorno 2. Architettura storica e contemporanea a confronto in quattro borghi limitrofi
Brisighella e la sua antica strada sopraelevata
Quando in urbanistica si discute di come dividere i flussi per decongestionare le nostre città, si fa riferimento ad un impianto non così recente, a Brisighella vi è infatti un esempio che risale all’XIV secolo: l’Antica via degli Asini.
Si tratta di una strada sopraelevata, ora inglobata nelle abitazioni del centro storico ma riconoscibile per le finestre a semicerchio, usata storicamente dai birocciai per trasportare il gesso dalle cave con gli asinelli.
Brisighella, l’antica via degli Asini | photos © Claudio Piersanti
Riolo Terme e il recupero della Rocca
La Rocca di Riolo Terme e il sistema delle mura sono state oggetto di riqualifica da parte dello studio Rava Piersanti, l’intervento, concluso nel 2003, ne riorganizza i flussi e l’accessibilità riunificando con scalinate, rampe e una nuova pavimentazione il linguaggio di tutto l’insieme murario del centro cittadino.
sede dell’Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione
A pochi passi dalla Rocca si trovano l’Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione IPSAR P. Artusi progettato dallo studio Rava-Piersanti – oggetto di una campagna fotografica affidata a Gabriele Basilico – e la Clinica Villa Azzurra degli architetti Cristofori e Lelli.
Rocca di Riolo Terme | photo © Gabriele Basilico
Riolo Terme, IPSAR “Pellegrino Artusi” di Rava-Piersanti | photo © Gabriele Basilico
Lugo tra architettura neoclassica e moderna
Il tema dell’architettura del Ventennio, ancora più leggibile in alcune altre realtà vicine come Forlì, Predappio o Tresigallo, trova a Lugo una manifestazione interessante, si tratta del monumento a Francesco Baracca, un eroe locale dell’aviazione italiana. Sulla grande ala alta 27 metri troverete il cavallo rampante simbolo della famiglia, poi ripreso e reso noto in tutto il mondo dalla Ferrari.
Lugo, monumento Baracca | photo © Claudio Piersanti
A pochi passi da qui, il Pavaglione, un imponente quadriportico settecentesco la cui piazza centrale è stata recentemente oggetto di un riuscito intervento di arredo urbano, risultato di un concorso vinto da quattro giovani progettisti: Matteo Zamagni, Sara Angelini, Claudio Castaldo e Simone Capra.
Il progetto di risistemazione della piazza ha ricevuto nel 2018 la menzione d’onore del Premio Gubbio e il primo premio della selezione S-Arch Award 2018 nella categoria Urban Design.
Lugo, Pavaglione | photo © Claudio Piersanti
Bagnacavallo e i suoi portici
Un po’ come una piccola Bologna, il fascino di Bagnacavallo è racchiuso nei suoi portici, oltre a passeggiare tra le sue strade fermatevi ad ammirare la Piazza Nuova, una piazza settecentesca di forma ellittica circondata da un portico di trenta archi a tutto sesto che poggiano su pilastri squadrati con muratura a vista.
Bagnacavallo | photo © Claudio Piersanti
Consigli per proseguire il viaggio
- Le architetture del Ventennio: Forlì, Predappio e Tresigallo
- Motor Valley: case automobilistiche e relativi musei come Ferrari, Maserati, Lamborghini, Dellera, Pagani, Ducati.
- Technogym Village, a Cesena, di Antonio Citterio Patricia Viel and Partners
- Treno panoramico per Firenze.
- Ravenna
- Bologna
di Elisa Cavaglion
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