Venezia e il Giappone sono già vicine e intrecciate nella mente di ogni architetto.
Chi studia, disegna e visita Carlo Scarpa – architetto veneziano della modernità per antonomasia – sa che la sua figura e il suo lavoro non può prescindere dal legame con il Giappone. Per questo è interessante e – perché no – divertente, cercare tra le calli veneziane un po’ di Giappone, non solo attraverso le opere del maestro.
Un legame quello tra la Serenissima e il Paese del Sol Levante che può essere osservato da vari punti di vista, tanto che l’Università Ca’ Foscari nel 2020 ha organizzato un convegno che studiava e metteva in relazione la capitale giapponese Tokyo e Venezia, in quanto entrambe città d’acqua resilienti, con una storia che presenta molte assonanze.
Inoltre nel 2019 Venezia ha ospitato una serie di eventi con artisti e architetti giapponesi in occasione della Japan Week in Venice; per finire con le coincidenze, quest’anno la nuova presidente della giuria della Biennale è l’architetto giapponese Kazuyo Sejima dello studio SANAA.
Itinerario di 2 giorni: Venezia e il Giappone
Per chi ha già confidenza con la laguna e ha voglia di un itinerario tematico e immersivo, Venezia offre la possibilità di vivere due giornate dove la cultura, l’architettura e la cucina giapponese e veneziana si incontrano.
1° GIORNO
Lettura consigliata: J. K. Mauro Pierconti, Carlo Scarpa e il Giappone. Electa Mondadori
Mattina | padiglione del Giappone ai Giardini
Iniziate la giornata con una visita ai padiglioni dei Giardini della Biennale.
Concentratevi sul Padiglione del Giappone realizzato nel 1956 su progetto dell’architetto Takamasa Yoshizaka, collaboratore di Le Corbusier a Parigi e in Giappone per la realizzazione del National Museum of Western Art di Tokyo.
L’installazione di questa edizione 2021 – commissionata dalla Japan Foundation – è curata dall’architetto e professore Kozo Kadowaki e si intitola “Co-ownership of Action: Trajectories of Elements”, una casa giapponese in legno destinata alla demolizione viene qui messa in mostra, ri-assemblata però in nuove configurazioni, create da architetti ed artigiani giapponesi, in uno sforzo creativo collettivo. Un lavoro che riflette sul tema dell’abitare, sul riuso e sulla sostenibilità.
Terminata la visita fermatevi per pranzo in uno dei molti bacari veneziani e ordinate una selezione di cicchetti: sarde in saor, baccalà mantecato, mezzo uovo con l’acciuga, folpeti e così via. Mangerete tipicamente veneziano, ma avvicinandovi, almeno nella forma, alla cucina tradizionale giapponese Washoku – che significa “armonia del cibo” – il cui pasto è composto da molte piccole portate, proprio come i cicchetti della laguna. Consigliato il Bacaro Risorto, in Campo San Provolo, che si trova sulla strada tracciata dal nostro itinerario.
Padiglione del Giappone installazione Biennale Architettura | 2021 © Elisa Scapicchio
Pomeriggio | Fondazione Querini Stampalia, Carlo Scarpa
La successiva tappa è la Fondazione Querini Stampalia in Campo Santa Maria Formosa. La Fondazione comprende il Museo, la Biblioteca, la Collezione Intesa Sanpaolo e l’Area Scarpa. Il celebre restauro e consolidamento ad opera del maestro del 1963, si concentra sul ponte giapponese d’ingresso, sul piano terra e il giardino posto sul retro: un hortus conclusus nel quale si trovano reinterpretazioni della tradizione araba, ma soprattutto di quella giapponese.
Prima di uscire dedicate del tempo anche alla selezione di volumi presenti nel bookshop – che fa parte di un intervento successivo progettato dall’architetto Mario Botta – e fate una pausa al Caffè Letterario, i cui tavoli all’esterno si affacciano sul muro che chiude il giardino di Scarpa.
Area Carlo Scarpa – piano terra Palazzo Querini Stampalia | 2021 © danipuntoeffe
Area Carlo Scarpa – giardino Palazzo Querini Stampalia | 2021 © danipuntoeffe
Cena | Osteria Giorgione da Masa
Per un’immersione completa nella cultura del Sol Levante prenotate per cena all’Osteria Giorgione Da Masa, situata in una calle tranquilla in zona Rialto. È un luogo autentico dove lo Chef Masahiro porta la cucina casalinga giapponese: lontana, lontanissima dal sushi e dalla tempura, ma vicinissima alla cucina tradizionale. Consigliata la variazione di cicchetti dello chef, una reinterpretazione giapponese dei tipici antipasti veneziani, il tutto accompagnato da un’ottima selezione di vini naturali e saké.
Venezia, Osteria Giorgione Da Masa | Chef Masahiro
2°GIORNO
Lettura consigliata: Junichiro Tanizaki, Libro d’ombra. Bompiani
Mattina – Punta della Dogana
Punta della Dogana offre uno sguardo unico su Venezia, si trova infatti nel punto di incontro tra il Canal Grande e il Canale della Giudecca, con una vista che abbraccia insieme San Marco e San Giorgio.
Visitate il Museo e Centro d’Arte contemporanea François Pinault Foundation, opera di trasformazione dell’ex Dogana da Mar dell’architetto giapponese Tadao Ando. L’intervento è chiaramente leggibile all’interno del Museo, i nuovi elementi architettonici si dichiarano rispetto all’edificio preesistente ma dialogano con tutte le sue stratificazioni.
Il Museo ha inaugurato il 23 maggio scorso la mostra “Bruce Nauman: Contrapposto Studies“, dedicata all’artista americano Bruce Nauman, vincitore del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 2009. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2022; attenzione al giorno di chiusura: a differenze della maggior parte dei musei gli spazi di Punta della Dogana sono chiusi il martedì.
Punta della Dogana Venezia | 2021 © Claudia Magrì
Punta della Dogana Venezia | 2009 Giovanni Sighele
Pomeriggio | Museo di Arte Orientale a Venezia
Al termine della visita concedetevi una passeggiata lenta e un ultimo cicchetto, prima di raggiungere la prossima tappa; anche se sarà molto dura non essere tentati di fermarvi in quello che incontrerete sul vostro cammino.
Solo nella prima parte del percorso, mentre risalite il sestiere di Dorsoduro, passerete davanti alla Basilica di Santa Maria della Salute, alla Fondazione Peggy Guggenheim e alle Gallerie dell’Accademia. Proseguite e fermatevi invece per una sosta a comprare un libro – magari “Libro d’ombra” di Junichiro Tanizaki – alla Toletta, la libreria più antica di Venezia, fondata nel 1933.
Proseguendo in direzione nord si passa di fianco alla sede di Ca’ Foscari, superato il ponte omonimo fate una piccolissima deviazione per Campo San Polo, dove la vista si apre dopo le strette calli veneziane, sul primo campo per ampiezza di Venezia, se si esclude piazza San Marco.
Infine entrate nel sestiere di Santa Croce e raggiungete Ca’ Pesaro, sede della Galleria d’Arte Moderna, che al terzo piano ospita il Museo d’Arte Orientale di Venezia. Al suo interno più della metà delle sale sono dedicate al Giappone, in particolare è esposta in maniera permanente la Collezione di Arte Giapponese del periodo Edo (1614-1868) del Principe Enrico II Di Borbone. Si segnala che il Museo è attualmente aperto solo dal venerdì alla domenica, ma con alcune aperture straordinarie, visitate il sito per essere aggiornati.
Jean-Pol GRANDMONT, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons
Se avete a disposizione più giorni o avete già visitato una delle tappe proposte va ricordato che l’architetto giapponese Tadao Ando ha curato nel 2006 anche il restauro di Palazzo Grassi e completato il recupero del Teatrino al suo interno nel 2013; gli spazi di Palazzo Grassi sono momentaneamente chiusi al pubblico, ma è prevista la riapertura in autunno. Il Teatrino di Palazzo Grassi è invece accessibile ed ospita ogni anno – situazione sanitaria permettendo – un articolato programma di incontri, conferenze e proiezioni; controllate il calendario prima di andare.
E a proposito di Teatro, per l’ultima sera veneziana, guardate il calendario degli spettacoli del Teatro della Fenice, se siete fortunati potreste concludere questo viaggio tra Giappone e Venezia godendovi in scena la Madama Butterfly.
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