Ogni mezzo di comunicazione ha le proprie regole. Un libro si legge, la televisione si guarda, una rivista si sfoglia, il web si scorre. Il gesto che si associa più facilmente alla lettura di una pagina web è lo scorrere di una rotella di un mouse o un dito che scorre su un touchscreen.
Alcuni numeri scioccanti:
- il tempo medio di permanenza su una pagina web oscilla fra i 2 e i 3 minuti;
- l’81% delle persone che cliccano su una pagina leggono il primo capoverso;
- solo il 32% arriva al quarto paragrafo.
Un’ipotesi è che ciò sia dovuto al modo in cui normalmente si fruisce del web, molto spesso seduti davanti a un computer, a differenza della TV o di un libro, in cui si è seduti in poltrona o magari sdraiati. Una diffusione più ampia dei tablet potrà in futuro cambiare questi numeri, ma al momento è questa la situazione con cui abbiamo a che fare.
Dobbiamo trovare un modo per far sì che tutti leggano tutto, o che leggano almeno le cose più importanti. Per fortuna qualcosa si può fare. Ma dobbiamo iniziare a parlare di piramide rovescia o di formattazione, e capire più in dettaglio cosa fa chi scrive per il web, che non si chiama scrittore o redattore, ma gestore di contenuti.
La gestione del contenuti è un’attività un po’ più complicata del solo scrivere perché necessita di altre abilità. Oltre al saper scrivere, in modo chiaro e comprensibile, bisogna saperne un po’ di grafica, di fotografia, di ottimizzazione delle immagini, magari anche un po’ di montaggio video, e quel tanto di programmazione che permetta di inserire un codice HTML da qualche parte. Bisogna saperne di comunicazione, di marketing, saper costruire un titolo efficace.
Il Web Content Manager è uno scrittore, un redattore, un comunicatore, un titolista, un cercatore, un grafico web, e anche un po’ regista e programmatore. Altro che scrittore. È il mestiere più difficile degli ultimi 20 anni, e forse anche il più misconosciuto. Determina il successo di un sito Internet, ma pochi lo sanno.