Opengap annunia i vincitori del concorso d’idee inNatur per la progettazione di un centro di ricerca e divulgazione sulla natura. La richiesta era proporre idee innovative che puntassero su strategie d’avanguardia tese al raggiungimento di sinergie tra l’edificio progettato e il contesto naturale protetto, scelto opportunamente dallo stesso partecipante.
Il sito in cui ubicare la propria architettura doveva prestarsi alle necessità di studio e promozione della natura insite nella finalità del centro di ricerca, avviando, così, un’interazione profonda tra edificio e natura.
Siberian Biomine
Autori: Lindsay Griggs, Jason Tan, Reece Vigelskas, Robert Barker (United Kingdom)
Il centro studi Siberian Biomine agisce attivamente con il contesto, il suo scopo è infatti ripristinare un buon livello di salubrità nella città siberiana di Norilsk, una delle più inquinate metropoli del mondo, per riportarla, gradualmente, e nell’arco di 200 anni, allo stesso livello ecologico dei siti incontaminati che si trovano nei suoi pressi. Ne è un esempio Putorana Plateau, un’area protetta naturale e sito Unesco di bellezza eccezionale, che diventa, quindi per Norilsk il punto di riferimento.
L’idea è rivoluzionare completamente l’attività mineraria, estremamente diffusa nella città, attraverso un nuovo ed ecologico processo teso a migliorare le condizioni ecologiche del sito. Contesto e architettura evolvono insieme: i cambiamenti ecologici del primo si riflettono sull’evoluzione tecnologica del secondo, mentre i visitatori del centro possono essere informati sui cambiamenti e monitorarli.
Si tratta di un’architettura a metà strada tra l’industria e l’effimero, che sfocia in una visione di strana ed originale bellezza. E’ un progetto coraggioso e rigoroso nella sua ricerca sulla tecnologia del trattamento dei rifiuti, che propone l’impiego di un nuovo processo, definito di “Bioleaching“.
OVNii (Objeto Volador Nómada de interpretación e investigación)
Autori: Gregorio Saura Lorente, Jose Carlos Pérez Martínez, Carlos Cubero Valera (Spain)
Si tratta di un Oggetto Volante Nomade, un centro di ricerca che resta in aria. L’idea nasce dal presupposto secondo cui l’uomo sottomette e distrugge ogni ambiente in cui arriva, ed allora come inserire un edificio nella natura senza perturbarla e senza lasciare traccia? L’unica soluzione è costruire il centro in aria, portando a terra i laboratori necessari per la ricerca, calati direttamente dalle bolle volanti che costituiscono l’Oggetto.
L’artefatto va ad idrogeno, è ad emissioni 0 e, ciascun ellissoide o “bolla”, ha una sua funzione: laboratori ed archivi, alloggi dei ricercatori e servizi, ma, all’occorrenza OVNii può diventare un museo per esposizioni itineranti.
Notevole, secondo la giuria, la qualità figurativa ed architettonica, caratterizzata da un linguaggio audace e da un’impeccabile soluzione costruttiva.
Hidro lab
Autore: Heinrich Lip (Germany)
Hidro Lab è un laboratorio che intende celebrare la potenza dell’acqua. Esso è sospeso all’interno di una cascata grazie ad una struttura temporanea in acciaio, inserita nella roccia. Il luogo scelto è l’Environmental Education Campus alle cascate Yosemite nel Yosemite National Park (USA). E’ una struttura leggera, modulare ed autosufficiente perché immagazzina energia idroelettrica.
Lo scopo è regalare al visitatore un’esperienza a distanza ravvicinata con l’acqua, promuovendo, così, una simbiosi innovativa tra uomo, natura e tecnologia. Il progetto costituisce una forte presenza nel sito, ma allo stesso tempo si fonde in maniera affascinate con l’ambiente.
La giuria • Edgar Gonzalez, Architect. • Liong Lie, Architect. • Gerardo Mingo, Architect. • Paula Montoya, Architect.
web www.opengap.net