Con il progetto della nuova aula liturgica della chiesa di San Floriano di Gavassa (Reggio Emilia), lo studio X2 Architettura di Silvia Fornaciari e Marzia Zamboni si classifica al terzo posto al Premio Internazionale di Architettura Sacra, V edizione, istituito dalla Fondazione Frate Sole di Pavia.
Un esito di rilievo, giacché lo studio di Reggio Emilia si è visto sorpassare da architetti di fama internazionale. Al primo posto il cileno Cristián Undurraga, con il progetto della “Capilla del Retiro” realizzata ad Auco in Cile. Subito dopo il portoghese Carrilho de Graça con la chiesa di Santo Antonio di Portalegre.
La cerimonia di premiazione si è tenuta giovedì 4 ottobre, presso l’Aula Magna dell’Università di Pavia e domenica 28 ottobre alle 16.30 il progetto di X2 Architettura verrà presentato presso la Sala delle Conferenze del Museo Diocesano di Reggio Emilia (via Vittorio Veneto, 6).
Il progetto della chiesa di San Floriano di Gavassa
Lo studio X2 Architettura ha progettato una nuova aula liturgica che si affianca alla preesistente chiesa di San Floriano. Non un ampliamento, come potrebbe essere ad esempio l’allargamento della navata o l’estensione del presbiterio, con conseguente adeguamento liturgico, ma un volume aggiuntivo in adiacenza all’impianto già esistente e in collegamento con esso. Il progetto è stato sviluppato contestualmente al restauro e alla rifunzionalizzazione della chiesa esistente, a seguito di un percorso condiviso con la Commissione di Arte Sacra e l’Ufficio Diocesano Beni Culturali e Architettonici di Reggio Emilia.
La difficoltà di adeguare le chiese pre-conciliari alle esigenze di una rinnovata liturgia, suggerisce un approccio inusuale: la nuova costruzione viene concepita come gemmazione della preesistente, dalla quale non si disgiunge. La chiesa originaria e la nuova aula non solo sono in adiacenza, ma condividono i rispettivi luoghi liturgici, che diventano complementari ed uniti dalla dinamicità dei percorsi.
Il percorso di accesso all’aula liturgica avviene dalla chiesa originaria, dove la navata, svuotata dai banchi, si fa “vuoto” fisico diventando una sorta di nartece, un atrio coperto, luogo di prima accoglienza e di sosta che introduce al nuovo edificio. L’arcata centrale preesistente viene completamente aperta per intercettare il nuovo spazio; già dall’atrio in penombra si legge la spazialità trasversale e sobria del nuovo edificio, permeato e attraversato da luce naturale con effetti variabili che diventano componenti essenziali della materia architettonica.
Il nuovo impianto con le sue mura curve evoca il gesto dell’abbraccio, rivolto alla chiesa madre. La parete che funge da fondale curvo, inondata di luce radente che piove dai tre lucernari, diviene il presbiterio, ed è enfatizzato anche dalla presenza discreta di una lunga panca con alto schienale in marmo chiaro, che aggiunge vibrazioni di luce ad uno spazio improntato alla chiarezza spaziale. Il taglio di luce zenitale, in corrispondenza dell’attacco tra l’edifico nuovo e la parte vecchia, segna un confine spaziale e, simbolicamente, rappresenta un diaframma tra spazio interno e cielo.
X2 Architettura
E’ uno studio associato costituito nel 2004 da Silvia Fornaciari e Marzia Zamboni. Spaziano dalla progettazione architettonica al restauro, in ambito pubblico e privato. Tra le loro realizzazioni, il “muro verde“, casa economica per un giovane agricoltore, è segnalato nella sezione “migliori opere” del Premio Internazionale B. Cappochin (ed.2005). Vincono nel 2006 il concorso ad inviti per la realizzazione di una nuova aula liturgica e per il restauro della chiesa madre della Parrocchia di San Floriano a Reggio Emilia.
Per il Comune di Reggio Emilia realizzano la piazza Porta S. Stefano, accesso da ovest alla città storica, il cui forte segno progettuale le porterà ad incarichi di riqualificazione urbana all’estero. Vincono nel 2012 il 1° premio del Concorso internazionale di progettazione Kuwait 2061 con una proposta di sviluppo ecostenibile e la riconversione del paese alla green economy. Dopo il terremoto in Emilia del 2012 prendono parte al Laboratorio di progettazione di chiese provvisorie promosso dalla Fondazione Lercaro di Bologna.