Sono stati presentati e premiati – a Villa Remmert di Ciriè – i progetti classificati ai primi tre posti nel concorso di idee TrEttari, promosso dall’Amministrazione comunale di Cirié con l’intento di valorizzare il sistema di spazi verdi presenti nel centro cittadino. Alla presenza dei progettisti vincitori sono intervenuti i rappresentanti del Comune di Cirié, della Regione Piemonte e della Fondazione OAT.
Il concorso, realizzato dall’Ufficio concorsi della Fondazione Ordine Architetti Torino con il cofinanziamento della Regione Piemonte, ha raccolto oltre 40 proposte progettuali per la riqualificazione e valorizzazione dell’area di tre ettari nel centro di Ciriè, destinata a verde urbano e che comprende il giardino di Palazzo d’Oria, il parco di Villa Remmert e il viale di corso Martiri. Tre ambiti di spazio urbano sostanzialmente contigui, ma oggi non funzionalmente connessi tra loro in modo organico.
La giuria presieduta dall’ing. Alberto Siletto e composta dall’arch. Maria Margherita Peroglio Carus, dal dott. agronomo Massimo Tirone, dall’arch. Francesco Adorno e dall’arch. Osvaldo Ferrero, ha decretato i seguenti 3 progetti vincitori:
Primo classificato: Cerretum
Arch. Pietro Caruso (capogruppo) con Federica Mazzuca, Philipp Sattler, Pamela Camposano, Alessandro Gallo, Mauro Patassini
La foglia di cerro stilizzata diventa il fil rouge del progetto, il principio caratterizzante che, dettando le forme della pavimentazione, del verde, degli arredi e dell’illuminazione, conferisce riconoscibilità ed unità percettiva al polo urbano verde. La scelta nasce dall’etimologia del nome di Ciriè, che nel corso dei secoli diventa “Cerretum”, ovvero bosco di cerri, una specie arborea molto diffusa nell’intorno della città. Il sistema dei parchi urbani viene immaginato nel suo assetto globale come un’opera attrattiva, riconoscibile e soprattutto caratterizzante la stessa identità del luogo. La proposta ha inteso fare in modo che chiunque viva, passeggi o anche solo attraversi questi spazi, ne percepisca immediatamente ambiti e confini.
Punto fondante del progetto, la valorizzazione del verde. Già con una sua spiccata identità in ciascuno dei tre ambiti, il verde è incrementato con ulteriori specie arboree, siepi, prati ed aiuole create dalla stilizzazione della foglia di Cerrus.
Le principali funzioni educative e culturali sono racchiuse nel parco della Villa Remmert. Il progetto propone la conversione dell’attuale Caffè Remmert in sede per una serie di servizi per il parco, e la trasformazione del manufatto vetrato adiacente la Villa in Caffè storico Remmert. Alla Villa restano le attuali funzioni espositive e agli edifici limitrofi quelle legate all’offerta culturale e attrattiva per la terza età.
L’attuale struttura provvisoria nel parco viene sostituita con una definitiva, una piattaforma ipogea con un museo all’aperto, la cui struttura ospita al suo interno, oltre alle attuali funzioni ricreative stagionali, anche un centro espositivo per la ricerca nel campo della biodiversità e della botanica. Il progetto propone, tra l’altro, che questo centro divenga, insieme allo spazio esterno del parco, sede delle esposizioni temporanee di giardini, di fiori e di frutti. Insieme a questa struttura, il progetto ha inteso pensare alla realizzazione di un memorial dell’antica serra della Villa Remmert, un involucro semplice e in sintonia con gli accorgimenti architettonici impiegati per la progettazione del centro espositivo per la ricerca, allo scopo di proteggere l’antica serra che diventerà una casa per le farfalle.
Secondo classificato
Arch. Luca Manzocchi (capogruppo) con Franca Neonato, Erika Cormio, Chiara Moroni
«L’idea propone corretti e armoniosi rapporti tra uomo, verde e acqua». L’area antistante alla stazione ferroviaria trova una nuova configurazione per garantire un miglior interscambio dei flussi di pendolari (ferrovia, autolinee e mezzi privati) e per valorizzare l’innesto con Corso Martiri della Libertà, che diventa elemento di connessione e rivitalizzazione.
Palazzo D’Oria, spettacolare palcoscenico attorniato da punti di osservazione privilegiati, ospita le attrezzature per il pattinaggio invernale e giochi d’acqua estivi; una nuova superficie pavimentata alle spalle del monumento diviene il luogo della messa in scena dello spettacolo del quotidiano. Tra piazza D’Oria e il Corso Martiri della Libertà, stand mobili progettati su misura accolgono produttori e artigiani locali, in un mercato stagionale di prodotti a km zero.
Il parco storico di Villa Remmert ritrova un assetto neutro per dare massima visibilità agli alberi secolari esistenti, mentre la villa è riconvertita in libreria/bookshop con sala da tè ed altre attività compatibili con l’organizzazione di eventi culturali ed esposizioni temporanee. il recupero ed il riutilizzo della storica serra da fiore diventa presupposto per la gestione condivisa di un piccolo vivaio.
Il progetto dà spazio anche ai giovani, adibendo il parco a luogo deputato per feste, serate di ballo, concerti, ma anche per proiezioni all’aperto e performance artistiche. Radure, con sculture ludiche costruite con elementi naturali, dedicate ai più piccoli, si alternano a gruppi arborei e a macchie arbustive dalle vivaci fioriture.
Terzo classificato
Arch. Matteo Clemente con Tommaso Empler, Paolo Di Stefano, Simone Vigliotti
Il progetto prevede la riconnessione fisica e visiva degli ambiti e dei relativi spazi attraverso un percorso sopraelevato in acciaio corten che, ad un’altezza media di circa 4,5 m, attraversa tutto Corso Martiri della Libertà. Una continuità anche cromatica assicurata dall’uso coerente dei materiali.
Alcuni orti e un’aula didattica sono previsti per la Piazza d’Oria, mentre i giardini di Palazzo d’Oria sono concepiti come luogo di sosta e di attesa, aggettivato dalla presenza delle sedute in cemento. Sopra i portici di pertinenza del giardino, un lounge-bar con annessa terrazza panoramica. Infine Villa Remmert viene intesa come un polo artistico-culturale in grado di generare anche un certo indotto economico. Il progetto è quello di realizzare un percorso espositivo all’aperto caratterizzato dal punto di vista architettonico da una copertura realizzata in corten.