Con il progetto Infrawater, il gruppo di progettisti italiani composto da Beniamino Fabio Arco, Rosario Badessa, Fabrizia Berlingieri e Giovanna Falzone è risultato vincitore, insieme al team 3a + r, formato da Dario Aureli e Silvia Ramieri, al concorso Green Boulevars, viali alberati del terzo millennio, il concorso internazionale online lanciato dall’IN/ARCH e rivolto ai giovani progettisti, studenti e professionisti under 40.
Iniziativa del Padiglione Italia nell’ambito della 13. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, il concorso proponeva una ardua sfida progettuale e culturale, consistente nel utilizzare le reti della mobilità come infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Il tema
I rilevati, le trincee, gli svincoli, i viadotti, le gallerie, le aree di rispetto, di risulta, di sosta e di servizio di reti autostradali e ferroviarie dovevano essere pensati come contesto di nuove forme di land art o arte ambientale al servizio della produzione energetica. L’energia prodotta doveva essere considerata anche come risorsa economica da reinvestire per lo sviluppo ed il futuro delle comunità interessate.
I viali alberati bio-tecnologici del III millennio avevano come contesto un ben preciso territorio di riferimento: l’asse RO-SA, ovvero l’area metropolitana tra Roma e Salerno, con le sue reti autostradali e ferroviarie, sia esistenti che in via di realizzazione o di dismissione. Una delle conurbazioni più densamente popolate d’Italia, con le sue problematiche ma anche dalle immense opportunità, individuate nella storia, nella cultura e nelle bellezze paesaggistiche.
Il progetto Infrawater
Il progetto è stato particolarmente apprezzato dalla giuria per «la capacità di coniugare nuovi sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili, lungo gli assi infrastrutturali, con segni della contemporaneità, capaci di creare nuove forme di land art e di caratterizzare il paesaggio dell’asse autostradale Roma-Salerno».
Il progetto intende sfruttare la particolare piovosità che caratterizza le due regioni, del Lazio e della Campania. A partire da questo dato, individua tutte le aree inutilizzate e inutilizzabili in prossimità degli svincoli per convogliare e accumulare le elevate quantità di acqua piovana in apposite vasche. L’idea è depurarla e poi riutilizzarla per l’irrigazione dei campi agricoli che caratterizzano il paesaggio lungo il nastro autostradale.
L’acqua piovana è filtrata attraverso un sistema di coltivazione di micro-alghe che, oltre a purificare aria e acqua dalla principale sostanza inquinante, le molecole di CO2 di cui le alghe si nutrono, produce grandi quantità di olio combustibile utilizzabile per la produzione di bio-fuel e bio-gas. La produzione di alghe avviene all’interno di fotobioreattori, sistemi colturali ad alta resa studiati per la crescita di microrganismi fotosintetici.
Il progetto propone una re-interpretazione dell’immagine dei fotobioreattori, grandi tubi luminosi composti da un nucleo centrale cavo per l’approvvigionamento di acqua e CO2 e da una membrana plastica cava biodegradabile esterna che contiene le alghe. Per ottimizzare la produzione delle alghe un sistema di pannelli fotovoltaici accumula energia durante il giorno per illuminare i fotobioreattori di notte, che diventano così delle lanterne notturne per l’illuminazione degli stessi svincoli.
I fotobioreattori sono pensati come segni a grande scala, landmark che misurano il paesaggio e ne accelerano la percezione. Attrattori di un turismo e di una produzione agricola eco-sostenibili, questi grandi tubi verticali costituiscono una metafora dei viali alberati tecnologici. Un tentativo di ridefinire il paesaggio agricolo ed offrire un’immaginario collettivo alternativo a quello della industrializzazione del Sud.
La giuria e i criteri di selezione
I membri della giuria, sono stati scelti tra architetti, paesaggisti, designer di fama internazionale ed esperti di architettura, arte contemporanea e di tutela del paesaggio: Andreas Kipar – Land, Mauro Annunziato – Enea, Aldo Loris Rossi – Comune di Salerno, Roberto Gerundo – Regione Campania, Armando Balducci – Comune di Roma, Maria Grazia Bellisario – Mibac, Roberto Banchini – Mibac, Francesco Orofino – IN/ARCH, Letizia Capone – NewItalianBlood.
70 le proposte pervenute, valutate dalla giuria secondo i criteri di: rilevanza strategica, intesa come possibilità di offrire un contributo significativo allo sviluppo sostenibile ed economico delle comunità locali; di integrazione della proposta nell’ambiente e nel paesaggio; di realizzabilità e concretezza delle soluzioni proposte.
Gli altri progetti vincitori
L’altro primo premio è assegnato al progetto Inwave del gruppo italiano 3a + r , composto da Dario Aureli e Silvia Ramieri.
Secondo la giuria «il progetto presenta una suggestiva soluzione per il rapporto tra autostrada e territorio, coniugando la collocazione di sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili con le caratteristiche geomorfologiche del territorio, in una riuscita armonizzazione tra innovazione tecnologica e segni naturali del paesaggio. La proposta individua forme peculiari di sfruttamento di fonti di energia prodotte dall’uso stesso dell’asse infrastrutturale».
Secondo posto: Atelier cmjn – Francia
Gaël Brulé, François Lepeytre, Ana Bras, Eric De Thoisy
Terzo posto – Italia
Chiara Barbieri, Aniello Camarca, Ornella Mazzarella, Michele Pirozzi, Adriano Tortora
Quarto posto: Effequattro – Italia
Germana Di Gennaro, Stefania Ragozino, Rolando Di Gregorio, Livia Falco
Quinto posto: 5s_12 – Italia
Valeriana Senese, Irene Labella, Chiara Statini, Stefania Nannelli, Giulia Nerbini