OAB Pavilion 2013

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L’Ordine degli Architetti PPeC della Provincia di Bergamo, in collaborazione con RODECA Italia, ha consegnato il primo premio del concorso di progettazione “OAB Pavilion 2013” a Marco Gottini e David Moriggia. Gli architetti hanno così visto realizzato a loro firma lo stand che ospita l’Ordine degli Architetti presso la Fiera Edile di Bergamo, aperta fino a domenica 7 aprile.

Al concorso bandito nel mese di gennaio e riservato a professionisti under 35, hanno risposto 53 giovani architetti per un totale di 24 progetti. A decidere i vincitori è stata la giuria, composta dagli architetti Elena Sacco, Laura Bettinelli, Francesca Perani e da Michele Nardo per la ditta Rodeca.

«Il progetto – afferma la giuria – interpreta adeguatamente le condizioni date sia riguardo al rapporto con lo spazio che rispetto al tema di progetto, riuscendo a risolvere il programma con un dispositivo architettonico dal carattere concettuale e di forte impatto emotivo-simbolico, anche se di semplice allestimento, utilizzando il policarbonato con modalità non scontate».

Il progetto vincitore 

Il presupposto principale per progettare il padiglione dell’Ordine degli Architetti di Bergamo alla fiera Edil 2013 era l’utilizzo prevalente delle lastre in policarbonato alveolare prodotte dall’azienda Rodeca Italia, sponsor dell’intervento. Il progetto ha preso avvio con l’intenzione di esasperare l’utilizzo delle lastre, facendole diventare l’unico elemento compositivo in modo che le caratteristiche intrinseche delle lastre potessero emergere senza compromessi.

Da qui è nata l’idea di utilizzare un prodotto bidimensionale per realizzare un monolite traslucido, che da alcuni punti di vista appare molto rigido e regolare, mentre da altri è frastagliato e indefinito. Un volume in cui ci si può addentrare, mutevole, evanescente, ma allo stesso tempo molto materico, anzi, mono-materico.

Il padiglione ha una pianta rettangolare che satura lo spazio disponibile; i bordi sono ben definiti in quanto delineati da un leggero dislivello generato dalla pavimentazione in policarbonato. Al contrario gli alzati sono variabili, frastagliati, quasi un work in progress; in alcuni punti raggiungono un’altezza di 3 metri per poi degradare fino a scomparire. Lo spazio interno del padiglione è molto mutevole: si passa da un’area in cui ci si trova quasi completamente accerchiati dalle lastre di policarbonato, isolati dal flusso frenetico di persone che accede o lascia la fiera, fino alla parte terminale molto aperta dove si può sostare a discutere o visionare i progetti partecipanti al concorso.

Dal punto di vista costruttivo il padiglione è realizzato sovrapponendo lastre di policarbonato derivanti da scarti di produzione, appoggiate in piano una sopra l’altra. Queste pareti sono stabili per effetto del loro peso, ma per ovviare a cadute derivanti da spinte orizzontali si è adottato un sistema semplice ma assolutamente sicuro. Le lastre sono unite a due a due con comuni graffette metalliche. La singola graffetta inoltre, dotata di un cartellino con indicati i loghi degli sponsor, può essere estratta dal visitatore divenendo un gadget pubblicitario.

Al termine della fiera il padiglione può essere smontato estraendo le graffette dalle lastre in modo che siano pronte per generare una nuova forma in un nuovo contesto.

Al secondo posto

arch. Walter Battaglia, arch. Mauro Cattaneo, arch. Diego Magrì, arch. Giorgio Veronelli

Motivazione: «il progetto è in grado di conferire notevole dinamicità allo spazio con un disegno a blocchi isolati permeabile e di grande valenza formale senza scadere nella retorica del frammento, mantenendo un buon livello di unitarietà e utilizzando le lastre in modo interessante seppur sviluppando dettagli di difficile esecuzione e scarsa praticità».

Al terzo posto

arch. Natalia Rota

Motivazione: «il progetto, pur interpretando il tema del padiglione fieristico in modo ordinario, risulta capace di costruire uno spazio in grado di reagire con carattere autonomo all’uniformità del sito predisponendo un equilibrato dispositivo a membrane sovrapposte di elevata qualità allestitiva ma di difficile fattibilità tecnica».

Menzioni: 

– arch. junior Tiziana Merla, Andrea Calzaferri, Roberto Zanoletti
– arch. Junior Alessandro Pasini
– arch. Carlo Calchi, Katia Di Caprio
– arch. Stefano Tacchinardi, arch. Fabio Damiani, Marco Quistini


David Moriggia (Lovere Bg, 1979)

si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 2004. La sua tesi di laurea, intitolata 100×100 Mèxico, riguardante la progettazione esecutiva di una residenza per studenti a Città del Messico, viene esposta nello Spazio mostre Guido Nardi al Politecnico di Milano e pubblicata nell’annuario delle migliori tesi di laurea dell’anno accademico 2003-2004. Nello stesso anno ottiene l’abilitazione all’esercizio della professione e partecipa a numerosi concorsi di idee e di progettazione per la riqualificazione di spazi pubblici, ottenendo diversi premi e segnalazioni. Nel 2006, in occasione del progetto Edifici sul fiume Oglio, inizia a collaborare con l’arch. Paola Belussi e insieme fondano il dep studio.

Marco Gottini (Trescore Balneario Bg, 1983)

si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 2008. La sua tesi di laurea, intitolata Golfo Della Spezia: nuovi itinerari paesaggistici, riguardante la progettazione di un sistema di percorsi per la fruizione di un ampio territorio caratterizzato dalla presenza segni antropici, strutture militari ed elementi naturali di rilievo, viene esposta nello Spazio mostre Guido Nardi al Politecnico di Milano e pubblicata nell’annuario delle migliori tesi di laurea dell’anno accademico 2007-2008. Nello 2010 ottiene l’abilitazione all’esercizio della professione e partecipa a workshop, concorsi di idee e di progettazione sul tema dell’ambiente e del paesaggio. Nello stesso anno inizia a collaborare con dep studio fino a farne parte in modo continuativo dal 2012.

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