Un centro dedicato al gioco nel cuore di Tokyo

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Archmedium annuncia i vincitori del concorso internazionale  “Tokyo Replay Center“.

Studenti e neolaureati hanno immaginato un’architettura pensata per i momenti di svago, capace di rielaborare il concetto di intrattenimento e di rappresentare il modo di essere tipicamente giapponese. Un edificio al centro della città di Tokyo dotato di spazi multimediali privati da poter prendere in affitto per qualche ora, per vedere film, giocare ai videogiochi e sentirsi a proprio agio. Una versione moderna delle tradizionali sale giapponesi per il karaoke.

L’ambizione del brief va oltre: il “Tokyo Replay Center” deve essere un punto di riferimento mondiale per gli otaku. Così si chiamano gli appassionati di manga, di cartoni animati e di videogiochi. La zona di Akihabara, internazionalmente conosciuta come luogo di incontro degli otaku, non poteva essere dunque, luogo più indicato per il grande centro di intrattenimento. Al suo interno, secondo il bando, dovevano trovare collocazione una sala polivalente, un auditorium, luoghi di ristoro, negozi e sale per il karaoke. 

 La giuria – composta da Yoshiharu Tsukamoto, Tezuka Architects, David Orkand, Nobuaki Furuya e Jorge Almazán – ha selezionato i tre progetti vincitori.

I primi classificati sono però da considerare fuori gara per non aver fornito, dopo la proclamazione, la documentazione che attestasse la loro condizione di studenti universitari o di corsi post universitari, come richiesto dal bando.

Secondo posto 

Team: Clickers | Universidad Europea de Madrid
Álvaro López Rodríguez, Ana Avilés Rodríguez, Raquel Diaz-De La Campa Arias , Paloma Jiménez Hernández, Joaquin Santiago Fernández 

Il Centro viene suddiviso in due volumi che raggiungono in altezza gli edifici circostanti. A loro volta i volumi si differenziano attraverso l’utilizzo di diversi materiali. Secondo la giuria, questo accorgimento realizza un’idea di frammentazione che riporta alla composizione del tessuto storico di Tokyo. Le funzioni pubbliche si concentrano nella parte bassa dell’edificio, mentre le sale del karaoke si trovano ai piani superiori, in questo modo – sottolinea la giuria – viene a crearsi un piano terra che ben si relaziona con lo spazio pubblico.

A mettere in relazione le diverse parti dell’edificio è un complesso sistema di ascensori, cuore dell’edificio. Il sistema di connessione verticale e i box che assemblati insieme formano il volume dell’edificio, traggono ispirazione dai diffusissimi distributori automatici, che disseminano la città.

Terzo posto 

Team: Beitia-Santos | Università E.T.S.A. San Sebastian
David Santos Castillo, Gorka Beitia Zarandona 

 

Il progetto propone due torri emergenti, disposte l’una di fronte all’altra, dove si concentrano gli spazi privati. Tra le due, un volume basso che accoglie le funzioni pubbliche. La disposizione volumetrica scelta genera uno spazio interno di quiete: un patio, pavimentato con un mosaico, che entra in relazione con il paesaggio.

Le sale del karaoke sono dimensionate in base alle proporzioni e al numero di tatami che possono contenere. Il risultato sono delle sale flessibili che si adattano a diverse tipologie di configurazioni. Le sale sono comunicanti e separate da porte scorrevoli. Anch’esse, come i tatami, alludono chiaramente alla tradizione architettonica giapponese. Secondo la giuria: una grande interpretazione dell’architettura tradizionale, basata su spazi semplici e flessibili, ottimali per ospitare diverse funzioni.

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