Materiali a basso impatto ambientale, riciclabili o di riuso per un’abitazione di circa 60 mq costruita in soli 10 giorni di cantiere grazie alla tecnologia costruttiva prefabbricata in legno. È RhOME, la casa del futuro, che si è aggiudicata l’edizione 2014 del Solar Decathlon Europe, l’olimpiade dell’architettura sostenibile in cui team universitari provenienti da tutto il mondo si sfidano per realizzare prototipi di abitazioni «green».
Ad idearla è stato un gruppo multidisciplinare di studenti, ricercatori e professori provenienti dall’Università di Roma Tre.
Il team italiano ha fatto parte delle 20 squadre provenienti da 16 paesi che si che si sono incontrate a Versailles per progettare, costruire e far funzionare una casa energeticamente autosufficiente.
Le squadre si sono sfidate in dieci prove (da qui il nome di Decathlon) valutate da 6 giurie internazionali. Oggetto di osservazione sono state le performance delle case, valuate secondo criteri predefiniti, test, e dispositivi di misurazione. E, l’abitazione che ha totalizzato il maggior punteggio è stata RhOME, che si è lasciata alle spalle il team francese e quello olandese.
Trovare “nuovi modi sostenibili” di abitare per far fronte ai problemi che le nuove generazioni dovranno affrontare (aumento costante della popolazione mondiale, cambiamenti climatici, consumo) è solo uno degli obiettivi. RhOME, infatti, nasce da questi presupposti ma vuole anche dare risposta al degrado delle periferie romane e alla richiesta di abitazioni a basso costo per le fasce di popolazione più deboli. Si è trattato di trovare un metodo insediativo che partisse dalle caratteristiche del contesto per poter essere applicato alle metropoli mondiali con problemi simili.
Rhome viene immaginata come soluzione per l’area di Tor Fiscale, una zona periferica della capitale, dove l’antico acquedotto è aggredito dalle superfetazioni abusive. La casa ecologica si inserisce in un progetto più vasto di rigenerazione urbana che prevede un sistema di demolizioni e ricostruzioni controllate e l’aggiunta di una serie di servizi comuni accessori alla residenza, in grado di trasformare completamente il volto del quartiere e di renderlo economicamente indipendente.
Le case abusive si immaginano sostituite dalle case ecologiche: abitazioni di dimensioni minime, flessibili a basso costo e basso consumo, pensate per le famiglie contemporanee, le giovani coppie, i single, i divorziati. L’uso degli spazi aperti, nell’edilizia contemporanea sempre più confinato in piccoli balconi, è riproposto con forza nel progetto.
Il prototipo di RhOME, esposto a Versailles, rappresenta l’ultimo piano dell’aggregato urbano. Una abitazione di circa 60 mq costruita in soli 10 giorni di cantiere, grazie alla tecnologia costruttiva prefabbricata in legno. La pianta ruota attorno al 3D core che contiene i servizi (bagno/cucina) e gli impianti. Due grandi logge, a nord e sud, rendono gli spazi esterni vivibili 8 mesi l’anno. L’uso di arredi flessibili nella camera da letto consente di trasformare la zona notte in uno studio durante il giorno.
Dal punto di vista della sostenibilità le innovazioni sono molteplici, a partire dal sistema di controllo e gestione dell’abitazione che rende il cittadino di domani “smart”. L’obiettivo è educare alla cultura del risparmio energetico con piccoli e semplici gesti.
La grande pensilina fotovoltaica scorrevole, presente sulla parete sud, è composta da pannelli flessibili utilizzati in nautica, inoltre, il sistema di ombreggiamento/fotovoltaico di RhOME consente ad ogni casa di produrre la necessaria quantità di energia richiesta. Il parapetto termodinamico, anch’esso un brevetto tutto italiano, fornisce l’acqua calda necessaria in famiglia, ma nel processo di generazione del calore rilascia aria fredda, rendendo il clima della loggia in estate fresco e piacevole. Il sistema di illuminazione (strip led) consente consumi minimi e durata delle componenti.
I prototipi in scala reale esposti fino al 19 luglio 2014, all’interno del Parco del Castello di Versailles.