Trasformare la crisi economica in opportunità. Era questo il concetto chiave del concorso di progettazione «Lisbon Open Room», lanciato da ArchMedium, che ne annuncia i vincitori. Un concorso che parte dal contesto socio-economico del Sud Europa ed in particolare dalla fragile situazione del Portogallo. Un Paese che ha conosciuto politiche di austerità e di tagli e una diminuzione vertiginosa degli investimenti. Si è passati dall’organizzazione di grandi concorsi per realizzare opere pubbliche al vuoto pressoché assoluto.
Questo contesto deve produrre nuove riflessioni e soprattutto non deve impedire la creazione di buona architettura. Da questo presupposto nasceva il concorso di Archimedium, che invitava studenti e professionisti a progettare una sala polivalente al centro dell’antico borgo di pescatori de la Alfama, a Lisbona.
La sfida: progettare un’unica architettura intesa come un grande contenitore di attività. Un’architettura da poter realizzare con una spesa contenuta ed in grado di ospitare il maggior numero di attività possibile, aperta ai cittadini e capace di attivare lo spazio pubblico dei dintorni. Una buona architettura che si basi su risorse limitate, che reagisca nei confronti di un’architettura spettacolare, prendendo come riferimento i grandi maestri portoghesi, insieme alla storia e all’architettura vernacolare.
A valutare le proposte, la giuria composta da Teresa Batlle, Josep Ferrando, Caterina Figuerola, Carolina Garcia, che ha così decretato i vincitori:
Categoria studenti
Primo posto. Team: MOPS. Javier Oyanarte Gallego, Alberto Miranda Santafe, Mikel Perea Lopez, Alberto Sanabria Martin.
Università ETSAUN (Spagna)
Nel progetto l’ombra è determinante: definisce il carattere del luogo e ha l’ambizione di controllare la creazione dello spazio dividendo il progetto in più aree. Un’idea che trae ispirazione dalla scuola dei grandi maestri portoghesi come Alvaro Siza e Souto de Moura. Il progetto cerca di mettere ordine nel contesto attraverso un’architettura in cui dominano semplici linee rette.
Secondo posto. Team: Carceles Casas Lloveras
Juan Ramon Carceles Roman, Jordi Casas Matabosh, Albert Lloveras Monserrat
Universitat de Girona (Spagna)
Una sala aperta ai cittadini: è un concetto nuovo e moderno o si tratta di nominare in maniera diversa ciò che già esiste? Il progetto proposto parte da questa domanda. Vengono progettate aree in grado di ospitare qualsiasi tipo di evento, aderendo ad un concetto nuovo: la sala polivalente non si avvale solo di nuovi spazi, ma beneficia della presenza di quelli esistenti, riadattandoli e rendendoli capaci di trasformarsi per accogliere diverse tipologie di eventi.
Terzo posto. Team: LTN
Leonardo Tamargo Niebla
Universidad de Valladolid (Spagna)
Il progetto sfrutta appieno la topografia del luogo: trasforma il parcheggio esistente in una nuova piazza pubblica e si organizza attraverso delle piattaforme sotterranee. Lo spazio tra queste dona alla città non solo un nuovo edificio, ma anche un collegamento tra diversi livelli.
Categoria giovani architetti
Primo posto. Team: B + M
Bumjin Kim, Minyoung Kim
MIT – Columbia University (Stati Uniti)
Il team progetta una struttura composta da impalcature per minimizzare l’impatto in una città ricca di storia. L’idea è utilizzare questa struttura leggera – e invisibile se guardata da lontano – per migliorare l’esperienza di visita della città. La struttura viene pensata per consentire ai visitatori di rilassarsi, giocare, guardare, ascoltare: un modo per vivere la città e affiancare nuove attività all’usuale passeggiata turistica.