HMMD Architecture Competitions annuncia i vincitori del concorso di architettura bandito per raccogliere idee per una casa dell’ossigeno a Cracovia, città con un alto tasso di malati di cancro al polmone. Ai partecipanti il compito di immaginare un centro annesso all’Istituto di oncologia Maria Sklodowska-Curie, che fosse dotato di un ambiente confortevole e in grado di offrire supporto ai pazienti, così come ai loro amici e famiglie. La migliore proposta è di un team iraniano: un padiglione sinuoso e traslucido che dà nuovo significato e leggerezza alla tradizionale tipologia a corte.
Le proposte ricevute, molto diverse l’una dall’altra, dimostrano una grande immaginazione, affermano gli organizzatori. I progetti vincitori si distinguono per aver saputo valorizzare la relazione pubblico-privato, per la sensibilità verso il programma funzionale delineato dal concorso, e per aver saputo integrare il nuovo volume all’interno del parco verde, considerando anche la vicina presenza dell’Istituto di oncologia.
I vincitori sono Nima Nian e Behdad Heydari, fondatori dello studio di architettura “Tehran Studio”. Tra i campi di interesse di Nima Nian c’è la relazione tra individui e comportamenti collettivi. «Mi chiedo come sia possibile migliorare, attraverso la progettazione, quello che possiamo chiamare senso collettivo degli individui all’interno dell’ambiente sociale». «Credo che l’architettura – afferma – sia il mezzo per costruire un ambiente migliore, l’architettura ha la capacità di farlo».
«L’architettura per me non è solo una professione», dice invece Behdad Heydari, che continua: «È un lavoro con il quale si possono fare grandi cose. Può soddisfare me e può anche incidere sulla società. La buona architettura può migliorare la vita delle persone e, al contrario, la cattiva architettura o la carenza di architettura possono invece danneggiarla».
Tutte idee che si ritrovano nel progetto dei due architetti di Teheran. «Il progetto vincitore – afferma la giuria – è caratterizzato da una schematica coerenza, da una creatività sensibile e da un certo pragmatismo. Il progetto impiega la tipologia tradizionale della corte come strategia operativa e organizzatrice. La circolazione circoscrive una corte centrale attorno alla quale sono organizzati tutti gli spazi. Delle sub-corti, sia interne che esterne, dividono le funzioni e stabiliscono i confini tra gli spazi».
Il progetto espande le possibilità della tipologia a corte, creando una mediazione tra le attività pubbliche e quelle private, tra il dentro e il fuori. All’esterno il progetto appare come una forma sinuosa rivestita da vetro opaco e traslucido.
Al secondo posto si classifica il progetto di Paul Jones e Chris Brown dal Regno Unito. Secondo la giuria: «Attraverso l’uso della vegetazione e di un tetto performante, l’edificio trova un compromesso tra pubblico e privato, tra luce e ombra, tra vista all’interno e verso l’esterno; conciliando in modo selettivo l’ambiente e i suoi utenti».
Al terzo posto Cameron Kollath dagli Stati Uniti, che concepisce un elemento lineare che divide il parco a metà. La facciata verso sud è caratterizzata da una successione di archi vetrati, opponendosi con la sua “apertura” a quella posizionata a nord, che invece è composta da un pesante muro in cemento, con funzione di isolamento, e alleggerito da un rilievo ornamentale.