Palingenesi, sistema italiano innovativo per la produzione della plastica, ha conquistato il primo premio nazionale della scorsa edizione del James Dyson Award.
Il concorso – la cui edizione 2016 è aperta fino al 19 luglio – sin dal 2004 invita giovani ingegneri e product designer di tutto il mondo a risolvere problemi pratici in modo creativo.
Il bando è rivolto agli studenti universitari (e neolaureati) nel campo del design del prodotto, del design industriale e dell’ingegneria e riserva un premio di circa 42mila euro al vincitore internazionale e circa 7mila euro alla facoltà universitaria di provenienza del progettista vincitore.
Palingenesi di Marco Grimoldi e Tommaso Pardini
Palingenesi è un progetto sviluppato da due giovani italiani: Marco Grimoldi e Tommaso Pardini, che hanno creato un nuovo sistema di produzione della plastica basato sull’investigazione e la combinazione di tecnologie diverse. Un’idea che genera indubbi vantaggi: si ottengono superfici micro-nanostrutturate e si riduce l’uso di materia prima.
Lo scopo è mettere in conto lo smaltimento della plastica, da sempre uno dei grandi problemi legati a questo materiale, prima ancora di avviare il processo produttivo: la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente sono elementi chiave di un progetto descritto in maniera accurata, dalla fase di sviluppo fino a quella di test.
Il progetto aveva già ottenuto un riconoscimento, arrivato lo scorso maggio dal Plastic Technologies Award, il concorso Internazionale lanciato da Promaplast, società organizzatrice di PLAST 2015 in collaborazione con POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano.
Con l’utilizzo di tecnologie avanzate Marco Grimoldi e Tommaso Pardini hanno dato vita ad una particolare tanica da 7,5 litri, ossia un contenitore monocomponente e monomaterico. La sperimentazione portata avanti si serve di tecnologie avanzate, applicate al processo di stampaggio a iniezione. Il risultato è un iter produttivo più veloce e un’azione di riciclo più facile.
«Il nostro obiettivo è quello di stabilire una filosofia di prodotto che possa essere applicata a un vasto raggio di prodotti e supporti per polimeri, con il fine di raggiungere una circolarità di produzione. La nostra visione tiene conto di ogni fase del ciclo di vita del prodotto», ha commentato Tommaso Pardini, studente di Design Industriale allo IED di Milano.
Il vincitore internazionale
Ad aggiudicarsi il titolo di vincitore internazionale dello scorso anno è stato Voltera V-One, un sistema di prototipazione rapida sviluppato da un team di quattro studenti di ingegneria dell’Università di Waterloo, in Canada.
Le schede elettriche stampate si trovano praticamente in tutti i dispositivi elettronici, ma svilupparne i prototipi può risultare eccessivamente costoso in termini di tempo e denaro per giovani inventori e amatori. Voltera V-One è un dispositivo per desktop che stampa schede elettriche in pochi minuti, consentendo a molte più persone di creare apparecchiature elettriche. Il team ha consegnato il primo lotto di stampanti nel novembre 2015 e spera di poter vendere presto anche il secondo lotto.
«Voltera V-One si trovava in un momento molto critico. Avevamo la tecnologia, ma il nostro desiderio era di avviare la produzione sulla linea di assemblaggio in Canada. Le 30.000 sterline che abbiamo vinto con il James Dyson Award sono state davvero provvidenziali, per non parlare del riconoscimento che abbiamo ottenuto dopo la vincita», ha affermato Jesús Zozaya, co-fondatore di Voltera V-One.
Tra i vincitori del James Dyson Award c’è chi ha fatto grande strada
Alcuni dei vincitori hanno proseguito il loro percorso con risultati eccellenti. Tra questi James Roberts, trionfatore internazionale del JDA a soli 23 anni, inventore di un’incubatrice gonfiabile e nominato dalla Royal Academy of Engineering come miglior imprenditore del Regno Unito nei settori della tecnologia e dell’ingegneria.
L’invenzione che gli è valsa il primo JDA è MOM, un’incubatrice gonfiabile pensata per i Paesi in via di sviluppo, in grado di garantire le stesse prestazioni di un sistema di incubazione moderno da £30.000 (circa € 40.000), ma al costo di sole £ 250 (circa € 320,00) per la produzione, il collaudo e il trasporto. Nel frattempo James ha sviluppato ulteriori prototipi e sottoposto a nuovi test la sua invenzione.
C’è poi chi è riuscito a raccogliere 1 milione di dollari tramite finanziamenti degli investitori in tecnologia, e chi ha fondato aziende pluripremiate.
+ info: www.jamesdysonaward.org