Bee Breeders annuncia i vincitori del concorso Iceland Trekking Cabin lanciato lo scorso aprile con il quale si invitava i partecipanti ad elaborare progetti per una cabina dove gli appassionati di trekking e le loro guide potessero riposare e ristorarsi.
I progetti selezionati dalla giuria sono stati capaci, così come richiesto dal bando, di creare un’architettura elastica, sensibile al paesaggio e aperta alla comunità che dovrà condividere gli spazi anche con degli estranei. I vincitori hanno mostrato tatto e consapevolezza nei confronti delle tematiche richieste e hanno elaborato soluzioni impegnative per forma e utilità, tenendo presente l’innovazione dei materiali e delle tecnologie in fase di applicazione.
I primi tre classificati si sono distinti per inventiva e per singolarità del pensiero, creando progetti perfettamente inseriti in un paesaggio dinamico e variabile.
1° Premio / TERRA FIRMA – Deagan McDonald, Kelsey Nilsen
Il primo premio è stato assegnato al progetto firmato da un team canadese che si distingue per la sua articolazione sapiente degli elementi più essenziali di un rifugio, il tetto e la parete.
La struttura della copertura è tale da permettere al paesaggio di permeare attraverso di essa, mentre dei gabbioni in pietra locale e terra la sorreggono. Le pareti sono costituite da tre volumi distinti che offrono riparo dalle intemperie e definiscono lo spazio, lasciando che il visitatore si senta protetto ma al tempo stesso immerso nella natura del paesaggio che lo circonda.
La porosità dei materiali utilizzati si sposa perfettamente con il carattere transitorio del paesaggio e crea un equilibrio delicato che ha portato il progetto a trionfare sugli avversari.
L’idea sfida la percezione che la permanenza in un luogo e l’occupazione del suo spazio vanno di pari passo e sviluppa un nuovo linguaggio architettonico che consente anche agli elementi naturali del sito, come gli animali, la flora e l’idrologia, di fruire del rifugio seguendo il ritmo delle trasformazioni ininterrotte dell’ambiente.
2° Premio / ICELAND TREKKING CABINS – Robin Krasse, Karl Lagerqvist, Mattias Dahlberg
Il secondo premio è stato assegnato alla proposta presentata da un team svedese che ha puntato alla semplicità e alla forza degli elementi.
Il progetto si compone di tre nuclei di calcestruzzo allineati ed equidistanti che contengono gli spazi distributivi, una stufa e il bagno della cabina ma, contemporaneamente, permettono anche ad una struttura lignea di elevarsi sopra il suolo, quasi fosse sospesa.
Gli elementi, nonostante la pesantezza della loro composizione, appaiono come estremamente leggeri e quali segni primitivi su un fragile paesaggio ecologico.
Il rifugio assolve ad una triplice funzione: consente di trovare riparo sotto la struttura, crea uno spazio di aggregazione e risolve il problema della manutenzione in caso di nevicate eccessive.
La parte sopraelevata è caratterizzata da un tetto spiovente in legno che evoca chiaramente il rifugio provvisorio e le strutture agricole indigene della regione. L’apertura circolare che si apre nel timpano agisce come una lanterna visibile in lontananza dal viaggiatore stanco che cerca un posto per sostare.
Lo spazio interno è organizzato con una vera e propria zona notte, all’interno della quale sono ricavate, nell’inclinazione della copertura, delle cuccette che fiancheggiano il camino.
3° Posto / HEIMA – Jonathon Donnelly, Jennifer McMaster
Il terzo classificato è un team australiano che ha proposto una soluzione in cui i mobili sono utilizzati come linguaggio per creare un riparo. Attraverso l’unità dimensionale del talamo, infatti, il progetto si basa su un sistema di mobili componibili che definisce il perimetro dello spazio centrale comune, creando un gradiente tra zona pranzo e cellule letto private.
Le unità sono costituite da compensato leggero e si compongono di letto, finestra e moduli cucina. Ogni unità cabina può essere regolata, riorientata e scalata per adattarsi all’unicità e al dinamismo del paesaggio islandese. Attraverso la logica dell’aggregazione, i moduli rafforzano il telaio della cabina e lasciano sufficiente spazio al centro per lo svolgimento di attività collettiva.
La struttura è costituita da un kit di parti rivestite in pelle di policarbonato, un materiale che, grazie alla sua traslucenza, garantisce l’oscuramento e la riflettività, rispecchiando l’atmosfera mercuriale del cielo nordico.
Il rifugio, di notte, funziona come una lanterna che, con la sua luce, si lascia identificare facilmente dal viaggiatore affaticato.
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