Lo studio romano Schiattarella Associati riceve due importanti riconoscimenti a livello internazionale per il progetto dell’Addiriyah Contemporary Art Center. Le Giurie degli Iconic Awards e dell’American Architecture Prize hanno individuato nel progetto del team romano rispettivamente il Best Concept e l’idea più meritevole di menzione d’onore.
Dopo il Seoul Metropolitan Museum e il Children Museum di Kyonggi, lo studio Schiattarella Associati torna a far centro riproponendo le idee originali e il know-how acquisito con la sua attività, affacciatasi per la prima volta sul panorama dell’architettura internazionale nel 1970. Da allora il team romano ha firmato numerosi progetti caratterizzati da una forte spinta innovativa sia all’estero che all’interno dei confini nazionali. È il caso della Scuola Spagnola di Archeologia e del Padiglione Pediatrico dell’Ospedale Umberto I.
Addiriyah Contemporary Art Center – il progetto
Il progetto dell’Art Center di Addirriyah, affidato a Schiattarella Associati nel 2014 grazie ad un concorso internazionale indetto dall’Arriyadh Development Authority, è stato completato dallo studio romano nell’ultimo anno e sarà messo in gara per la costruzione in poco tempo.
L’idea dell’Art Center nasce dall’esigenza del committente di realizzare uno spazio adatto ad accogliere e lasciar esprimere liberamente la giovane arte contemporanea saudita. Per l’edificio era richiesta la presenza di laboratori di sperimentazione, piccoli alloggi per gli artisti e ampi spazi espositivi, associati a nuove ulteriori funzioni che il centro dovrà contenere per aprirsi alla collettività e per promuovere l’avvicinamento della gente ai diversi linguaggi artistici contemporanei.
L’Art Center porta con sé una chiara impronta della concezione progettuale di Schiattarella Associati, team sempre attento ad intervenire in maniera consapevole, rispettosa e omogenea rispetto al contesto storico, culturale e paesaggistico in cui l’opera dovrà inserirsi.
La specificità del luogo, carico di memoria storica, e di una natura che, seppure inconsapevolmente, era stata già manomessa, hanno richiesto uno studio attento e accurato, svolto attraverso numerosi sopralluoghi, sull’assetto urbano, sulle geometrie, sui colori, sui materiali e sull’alternanza di luci e ombre proprio in quel posto che, tra breve tempo, ospiterà il progetto concluso.
L’area prescelta per l’Art Center si trova lungo il pendio di una parete rocciosa una volta sede di un insediamento che seguiva la linea del Wadi. Una sorta di terrazza naturale taglia il paesaggio da nord a sud, domina sulla pianura circostante e guarda dall’alto i terreni agricoli e un rigoglioso palmento che sembra voler segnare il confine con la città moderna.
In questo contesto l’Art Center è stato concepito come un’armoniosa definizione del confine, come un edificio capace di segnare una continuità tra ambiente naturale ed elemento costruito. Attraverso la demolizione del muro di sostegno esistente, infatti, sarà recuperata la pendenza naturale della collina e l’Art Center assumerà la forma di uno spazio “permeabile”, in grado di accogliere una passerella di collegamento per far arrivare i pedoni fino allo Sculpture Park da realizzarsi lungo il fondovalle.
L’Art Center è stato progettato come un frammento urbano in cui un sistema di costruzioni è organizzato intorno ad uno spazio complesso e costituisce l’elemento di congiunzione con il contesto urbano esistente. I volumi sono stati distribuiti in modo tale da lasciare degli spazi tra di essi che, in quanto a configurazione e dimensioni, si adeguano alla scala dell’antica Addiriyah, ricalcando le tracce dei suoi caratteristici vicoli e delle sue piccole piazze.
I vani dalla forma semplice ed essenziale sono organizzati secondo un layout a spina di pesce lungo il percorso centrale che, dalla sala d’ingresso, permette al visitatore di addentrarsi nell’edificio, seguendo l’orientamento dell’asse nord-sud della terrazza. La luce naturale penetra in profondità all’interno degli spazi, creando effetti cromatici e chiaroscurali di grande impatto visivo.
La geometria dell’edificio cambia sulla base delle indicazioni che la natura, attraverso il suo paesaggio, suggerisce guidando la forma del costruito e non lasciando mai che accada il contrario.
Il vuoto assume un ruolo fondamentale, diventando importante quasi quanto il pieno. Lo spazio intermedio, infatti, è funzionale e costituisce la parte che sarà veramente vissuta dai fruitori del centro, coloro per cui l’edificio è stato costruito. Il progetto, infatti, si rivolge alla collettività e prende forma pensando prima di tutto alle esperienze, agli scambi e alle relazioni che ogni spazio può offrire a chi si lascerà avvolgere da un’architettura nata per un’esigenza di condivisione e di apertura mentale e culturale.
Iconic Awards
La competizione, indetta dal German Design Council, è la prima al mondo ad interessare le numerose discipline abbracciate dall’architettura e dal design, incluse la comunicazione, l’industria manifatturiera e quella delle costruzioni.
Il premio Best Concept, assegnato allo studio Schiattarella Associati e ritirato da Amedeo Schiattarella il 4 ottobre scorso a Monaco, è stato l’unico che si è vestito del tricolore italiano.
La giuria internazionale che ha individuato nell’Addiriyah Contemporary Art Center in Arabia Saudita il progetto più meritevole di questo importante riconoscimento era composta da Michel Casertano, Marco Dessí, Louise Kiesling, Corinna Kretschmar-Joehnk, Andrej Kupetz , Silvia Olp, Stefan Weil.
American Architecture Prize
L’American Architecture Prize è uno dei più ambiti concorsi di architettura del continente americano e gode della media partnership di testate giornalistiche del calibro del New York Times, Washington Post, Dexigner, Architecture Admirers e Architecture Week.
La giuria dell’edizione 2016, come ogni anno, ha annoverato grandi nomi tra designer, docenti universitari, curatori e giornalisti di settore, che hanno concordato nell’assegnazione di una Honorable Mention al progetto firmato da Schiattarella Associati.