Il concorso di idee Amsterdam Children’s Playschool, lanciato da ARCHmedium e indirizzato a studenti e giovani laureati, ha i suoi vincitori. Tra le proposte per la realizzazione di un asilo nido nella città di Amsterdam, la Giuria, profondamente soddisfatta per la qualità delle idee e per il successo ottenuto dal concorso, ha individuato un unico vincitore per la categoria “giovani professionisti” e tre migliori progetti per la categoria “studenti”, oltre alle Menzioni d’Onore per entrambe le categorie.
Vincitore Categoria “Giovani professionisti”
1° posto | Timothée Bossard, Achille Gauquelin (Ensag / Ensase)
L’approccio del team per risolvere la sfida lanciata dal concorso è chiaro, semplice e pieno di forza. L’idea era quella di preservare questo particolare spazio pubblico e l’obiettivo è stato raggiunto inserendo un edificio lineare, che reinterpreta il tema del patio, sulla base del clima nordico, e cerca di collegare quanto più possibile le attività esterne con quelle interne all’asilo. Il progetto si sviluppa su due blocchi: la scuola è un blocco longitudinale che delimita lo spazio pubblico, lasciando al sito il dominio della città, mentre il porticato è il blocco perpendicolare che definisce l’accesso e la privacy al molo. Il patio, sulla facciata sud, traduce l’intenzione di dare all’area un destinazione multipla e stabilisce un forte collegamento tra la scuola e la parte più settentrionale del lotto.
L’idea è semplice, caratterizzata da un grande rigore costruttivo, da durabilità e da flessibilità e libera lo spazio per lasciarlo agli abitanti.
Vincitori Categoria “Studenti”
1° posto | Andrea Cusanno, Harald Hermogenes Batol Bjørkum, Gustav Kjær Vad Nielsen, Marcello Carpino (Iuav / Aarhus School of Architecture / Tu Delft)
Il progetto del team olandese/italiano riconosce il vuoto che attualmente occupa il sito oggetto del concorso e lo rafforza generando uno spazio pubblico nella città e per la città. La proposta recupera la memoria del vecchio uso del molo e instaura egami con il futuro attraverso un programma che cerca di liberare il territorio urbano. Seguendo la tradizione di Amsterdam, l’asilo è formato da sei barche che rappresentano le classi e, allo stesso tempo, oggetti per giocare, almeno nell’immaginario dei bambini. La scuola che galleggia è ancorata al molo e crea un forte legame tra gli alunni, l’acqua e il resto della città.
Le barche sono state pensate anche per sopperire alla carenza di spazi pubblici e, perciò, di giorno ospitano le attività svolte dai bambini, fuori dall’orario scolastico diventano location per eventi di vario genere.
2° posto | Andrea Briz Cristóbal, Ricardo González Ortiz, Elena Gámez Miguelez, Ana Alirangues López, Javier Peláez García Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid)
Il gruppo spagnolo ha ipotizzato un pezzo di architettura contenuta che libera lo spazio nel lotto e connette il paesaggio urbano con il paesaggio acquatico. Il design della proposta è arricchito da due ordini differenti tra il volume esterno e lo spazio interno. Il progetto ha un aspetto un po’ kitsch, che genera l’immagine di un porto dall’esterno e di un ambiente moderno all’interno.
L’obiettivo principale di questo intervento è quello di rimodellare il paesaggio, trasformandolo in un luogo accogliente, dove l’asilo nido e le attività pubbliche potrebbero svolgersi nella stessa location.
Il molo mantiene il suo carattere selvaggio e la sua relazione con l’acqua, ma si apre ad essere frequentato da cittadini di tutte le età.
3° posto | Richard Lee Peragine, Simme Bruinsma, Marco Pallaoro (Università degli Studi di Ferrara / Tu-Delft)
Il team italiano ha provato a rileggere e reinterpretare il sito. La collocazione dell’edificio alla fine del molo e a un livello più basso crea spazi unici, definendo una profonda relazione tra la proposta e il luogo.
L’asilo è collocato quasi totalmente sott’acqua per preservare l’identità del sito e per creare un’atmosfera inimitabile. Il prospetto è molto piccolo, ma capace di attrarre immediatamente l’attenzione. L’intera struttura si sviluppa intorno a una serie di patii, che donano luce e permettono alla struttura della scuola di creare uno spazio fluido privo di gerarchie.
L’acqua intorno all’edificio è trattata e filtrata perché sia perfettamente pulita e perché sia possibile ricavare uno spazio dove nuotare. Il tetto è attrezzato per essere un luogo pubblico e potrebbe diventare un parco giochi, una location per meeting o semplicemente un punto panoramico per osservare le navi passare di lì e solcare le onde dell’acqua.
Per maggiori informazioni e per la gallery dei progetti vincitori e menzionati visitare il sito www.archmedium.com