Una linea d’acqua crea un nuovo paesaggio urbano nel punto esatto in cui una volta scorreva il torrente, funzionando da catalizzatore di nuove funzioni. È questo l’elemento caratterizzante del progetto vincitore del concorso di progettazione bandito dal Comune di Como – attraverso la piattaforma concorrimi dell’Ordine degli architetti di Milano – con l’intento di riqualificare i Giardini al Lago, polmone verde della città affacciato direttamente sulle acque del Lario.
La proposta vincitrice è di un gruppo di giovani progettisti, guidato da Sara Angelini (capogruppo). Ad affiancarla ci sono Alessio Valmori, socio fondatore, insieme a Sara Angelini, dello studio De Gayardon Bureau di Cesena, Paride Piccinini e due consulenti che lavorano nella società Arup: Joana Mendo (Arup Deutschland Gmbh) e Serena Girani (Arup Italia).
Riprogettare i giardini per consegnare alla cittadinanza uno spazio vitale, fruibile in sicurezza da tutte le fasce d’età, con spazi per il relax, per la socializzazione e il gioco: è quanto il bando chiedeva ai progettisti. Ma non solo. Valorizzare il paesaggio, il verde, le emergenze monumentali presenti nel parco, ripensare la segnaletica e l’arredo urbano, erano le altre richieste espresse dall’amministrazione. I partecipanti hanno anche dovuto mettere a punto un progetto di lighting design, con l’obiettivo di rendere più sicuri gli spazi del parco e mettere in evidenza le emergenze, primo tra tutti il Tempio Voltiano, un’architettura in stile neoclassico, eretta nel 1927 per ricordare il primo centenario della morte del grande fisico comasco, Alessandro Volta. Presente nell’area di progetto anche il Monumento ai Caduti della prima Guerra mondiale, disegnato da Giuseppe Terragni.
«Il finanziamento dell’intero progetto – si legge in una nota del Comune – è assicurato da tre annualità della tassa di soggiorno, concordato con gli albergatori, e in parte anche dal programma di intervento di Regione Lombardia su Como “Riflessi di luce sul lago” collegato all’iniziativa “L’anno del turismo e le capitali d’arte – progetto Cult City”». Il budget complessivo per la realizzazione dell’intervento è di 1,5 milioni di euro.
Al secondo posto si classifica Carlo Ezechieli con Ilario Nicolo e Giacomo Galimberti. Al terzo posto si posiziona Angelo Dal Sasso, in team con Luca Crevenna, Lorenzo Regazzoni, Francesco Fumagalli, Matteo Comi, Alessandro Verga e Roberto De Zorzi.
IL PROGETTO VINCITORE
Sara Angelini (capogruppo)
Alessio Valmori e Paride Piccinini (progettisti)
Joana Mendo e Serena Girani (consulenti)
Una linea d’acqua crea un nuovo paesaggio urbano
Nel progetto del team di Sara Angelini un nuovo segno lineare riorganizza lo spazio del parco. Si tratta una linea d’acqua, una lunga vasca a sfioro che attraversa il giardino seguendo il tracciato del torrente Cosia, attualmente interrato. Attorno all’acqua si crea un nuovo paesaggio urbano dove si concentrano attività, servizi e infrastrutture.
Sul percorso lineare tracciato dall’acqua si attesta una pensilina polifunzionale (lunga 80 metri), luogo di attrazione del parco e punto di riferimento per i lavoratori e i giovani, da vivere sia di giorno che nelle ore serali.
La pensilina accoglie una serie di padiglioni dalle molteplici funzioni, ossia micro-architetture in pannelli di legno autoportanti. I progettisti hanno immaginato di inserirvi una piccola biblioteca civica e uno spazio espositivo dove, in anteprima, poter raccontare ai fruitori del parco gli eventi culturali, le iniziative e gli spettacoli presenti in città. Prendono posto al di sotto della pensilina anche chioschi, una caffetteria e un servizio per il noleggio di biciclette, pattini e accessori per gli sport acquatici.
La vasca a sfioro si addentra nel verde fino a terminare in corrispondenza della storica pista di pattinaggio a rotelle. La forma circolare di quest’ultima viene conservata, ma al suo interno i progettisti hanno immaginato di collocarvi alcuni campi sportivi. Sul lato opposto, la linea retta del percorso che affianca la lunga vasca d’acqua termina in un molo sul lago.
Da parco storico a giardino contemporaneo
Il progetto prevede, inoltre, una intensificazione del verde, la creazione di nuovi assi prospettici verso il lago, la città e i monti circostanti. L’obbiettivo: trasformare il giardino storico in un parco contemporaneo. Inoltre, la larghezza dei percorsi ciclo-pedonali e di quelli paesaggistici viene ridotta a favore delle aree verdi. Si vanno così ad implementare le aree permeabili.
Il reticolo dei sentieri viene diradato e viene creata una particolare gerarchia di flussi. I percorsi lineari costituiscono gli attraversamenti principali e permettono di percorrere il parco, a piedi o in bicicletta, secondo il tragitto più breve. A questi si affiancano i percorsi sinuosi che nascono dal mantenimento e dallo sfoltimento dei sentieri esistenti.
I percorsi e la segnaletica sono pensati per attrarre i flussi, per svelare i monumenti presenti e per incoraggiare l’attraversamento del parco. Di notte l’illuminazione arricchisce il sistema di orientamento e crea atmosfere differenziate. «La luce – spiegano i progettisti – dipinge l’immagine maestosa dei monumenti, marca la gerarchia dei percorsi creando atmosfere diverse». L’illuminazione, inoltre, «segna chiaramente le destinazioni e gli attrattori e dà risalto alle scenografie delle masse vegetali».
SECONDO POSTO
Carlo Ezechieli (capogruppo) con Ilario Nicolo e Giacomo Galimberti (consulenti)
TERZO POSTO
Angelo Dal Sasso (capogruppo)
Luca Crevenna e Lorenzo Regazzoni (progettisti)
Francesco Fumagalli (collaboratore)
Matteo Comi, Alessandro Verga e Roberto De Zorzi (consulenti)
Mariagrazia Barletta