luis87 : [post n° 340977]

Carriera lavorativa

Salve a tutti. Secondo voi, un neolaureato in architettura, cosa dovrebbe fare innanzitutto per entrare piano piano nel mondo del lavoro? è utile partecipare ai tanti concorsi che ci sono online? può servire a farsi pubblicità?
grazie
Luca :
Se vuole lavorare come libero professionista dovrebbe iniziare con l'iscriversi all'ordine.
Successivamente apre p.iva e si iscrive ad Inarcassa. Poi stipula una assicurazione obbligatoria.

Dopo aver fatto questo (che non mi sembra affatto poco visto che in mezzo c'è un esame di stato da sostenere e superare) allora può pensare di iniziare a farsi conoscere. Probabilmente l'architetto oggi più competenze ha al di fuori della solita "progettazione architettonica" e più chances può avere nel mondo del lavoro. Esempio: sicurezza sul lavoro, sicurezza cantieri, risparmio energetico, perizie, stime e via dicendo.
Hermes :
Dipende molto dal lavoro che vuole fare. Se è un architetto che vuole fare l'architetto a mio avviso per "fare carriera" come tale, puntando sul merito, è bene che impari bene almeno 2 lingue: inglese; tedesco. Questo per poter fare l'architetto presso una società di ingegneria/progettazione o studio non tipo bottega familistica, ovvero all'estero. Altresì se vuole esercitare la "professione" facendo il tecnico... più cose sa fare meglio è, quindi ben vengano i succitati, spesso contesi con altri tecnici (ovviamente), laureati e non. La terza via, a mio modesto parere, sarebbe (non avendoli già) imparare a farsi amici che possano spendere ed investirti del favore di dare a te l'incarico per un lavoro di architettura. Penso che imparare a giocare a golf bene o introdursi in un circolo velistico possa essere una mossa utile e forse, in Italia, resta l'unico investimento logico. Altrimenti qualche tessera, qualche loggia, chissà.
kia :
Secondo il mio modesto parere, se sei appena laureato inizia a lavorare (possibilmente pagato) in uno studio (rifuggi da quelli a gestione familiare dove ci sono padre, figlio, nipote ecc. perché in questo contesto sarai sempre l'estraneo e la meritocrazia è spesso inesistente perché è più forte il vincolo di parentela), impresa o società di architettura e ingegneria. Per lo meno ti fai una idea del mondo del lavoro che è lontano anni luce dal mondo dell'università. Poi decidi se è il caso di abilitarti e iscriverti all'ordine. Non ha tanto senso farlo subito.
Luca :
Sono anche io d'accordo con kia ma, a mio avviso, non c'è bisogno di stare in uno studio per anni prima di capire se puoi metterti in proprio. Bastano 8 mesi. Meglio ancora se ti fai 4 mesi in uno studio, 4 mesi in un'altro e 4 in un altro così vedi bene la realtà del mercato.
Aprire p.iva subito non ha senso a meno che non hai la capacità di re-inventarti come un architetto "diverso" che non ha la sola pretesa di disegnare case e arredare interni.
kia :
Luca, io ci andrei piano. Prima di metter mano su un edificio anche solo un singolo appartamento devi averlo visto fare da un altro arch/ing/geometra prima di te. Questo è poco ma sicuro se non ti vuoi subito infilare in casini inimmaginabili per un neolaureato.
Tia :
Io andrei all'estero...
luis87 :
vi ringrazio innanzitutto per le tante risposte. io in effetti pensavo, una volta laureato (fra pochi mesi ormai), di togliermi subito di mezzo l'esame di stato alla prima data utile (così fanno tutti, anche se in realtà tutta sta fretta forse non è necessaria...) e allo stesso tempo andare su uno studio delle mie parti, anche piccolo, giusto per capire come funziona il mondo reale della professione, tutte le pratiche da fare, le domande, i certificati, le normative, ecc ecc, cose per il 90% assenti all'università (almeno la mia).
Dopo di che, invio di curriculum a destra e a manca su tutto il territorio nazionale per un posto di lavoro dal almeno 1000€ mensili, nella speranza che qualcuno risponda.
L'esperienza all'estero sarebbe bella, ma stare lontano, senza appoggio alcuno, in un paese sconosciuto, beh è una cosa facile a dirsi ma difficile a farsi. Che ci vuole a dire "me ne vado in Germania"...
molly :
Allora, visto il momento di profonda crisi io ti consiglio :
Fai prima l'esame di stato, se sai l'inglese vai fuori per almeno 6 mesi, l'esperienza all'esterno fa sempre scena nel curriculum.
Quando torni iscriviti all'ordine e studia per i concorsi negli enti locali ( questo perchè spesso nei concorsi è richiesta sia l'abilitazione che l'iscrizione all'ordine) e nel frattempo lavora in uno studio di progettazione dove però fanno tutto, per esempio catasto, che in genere noi architetti snobbiamo.
Questo ti permette di applicare nella pratica quello che studi sui libri e confrontarti con i colleghi o con il capo su questioni che non ti sono chiare!!!!!!
Io tornando indietro di qualche anno farei così!!!!!!
.
Luca :
Kia il fatto è questo: non c'è niente che potrai imparare NON FACENDOLO quindi anche se le cose le vedi fare mille volte dagli altri le imparerai veramente solo quando ci sbatterai la testa (sbagliando, perchè no) da solo. D'altronde la libera professione è anche un bel rischio. Se uno non è disposto ad accollarsi anche ingenti rischi del caso non potrebbe fare la libera professione.

Io sono del parere che nelle cose bisogna buttarsi e che l'iter per una nuova costruzione in zona vincolata puoi anche averlo visto 100 volte dai tuoi "superiori" ma se non lo fai tu rischiando in prima persona non imparerai mai a farlo. Poi oh, non è che un neolaureato libero professionista è obbligato ad accettare qualsiasi incarico: se c'è un incarico che non ti senti di accettare perchè riconosci di non essere adeguatamente preparato lo rifiuti, anche questo fa parte della professione.
joepazzo :
Io, se tornassi indietro, alberghiera e corso da sommelier ... altro che architetto!
Io ormai sono qui con il mio bel timbro e la mia bella partita iva a guadagnare meno di un operaio con infiniti piu svangamenti. Tu sei sempre in tempo di fare il corso da sommelier!
In bocca al lupo. Davvero
Arch&Cons :
Da quando mi sono laureata, 1000 euro al mese, non li ho mai visti. Da quando mi sono abilitata non ho più trovato un lavoro (... il consiglio degli architetti più anziani è quello di togliere l'abilitazione dal curriculum così un lavoro non pagato lo trovo sicuramente ... ). Ormai non invio neanche più cv in Italia perchè ne ricevo parecchi (con cv, portfolio e lettera di presentazione) di architetti cinquantenni e sessantenni che fino a ieri hanno svolto il lavoro classico di architetto (nella concezione italiana) e che adesso, in preda alla disperazione, provano a contattare i giovani che provano a lavorare in altri campi, sperando che almeno lì ci sia trippa per gatti. Alle volte non so neanche cosa rispondere perchè non hanno assolutamente le idee chiare e non sanno di cosa stanno parlando. Come fai ad inviare cv se ne ricevi tu e per giunta da chi è più anziano di te?
luis87 :
che amarezza.... :-(
Arch&Cons :
Quando ti capita, ti rendi conto di quanto è grave la situazione italiana e di quanto sia vicino il confine che. oltrepassato, fa invertire le cose. Ci può stare il neolaureato inesperto alla caccia del primo impiego che cercando sul sito dell'Ordine degli Architetti ha trovato il tuo indirizzo ed ha inviato il curriculum anche a te (non sapendo che hai pochi anni in più di lui), ma il 50enne che trova il tuo cv da un un collega da cui tu avevi fatto un colloquio poi finito nel nulla, che ti contatta chiedendonti un lavoro, ragazzi proprio non ci sta!
Luca :
Arch&Cons, la situazione è quella che è. Ma, ora, obbiettivamente a me non è mai capitato di ricevere Curricula da colleghi. forse il tuo sarà stato un caso. Sinceramente nel mio piccolo conosco diversi architetti 50enni che lavorano tutti e anche tanto, chi si occupa di antincendio, chi di sicurezza sul lavoro ma lavorano tutti.
bisogna anche un attimo capire cosa si intende oggi per "architetto", se si intende colui che progetta e disegna edifici si è davvero fuori strada secondo me.
kia :
@luca
d'accordo che si impara facendo in prima persona, ma va bene per un render o similare dove c'è sempre ctrl+Z e si rimedia. Un conto è far danni ad un immobile perché devi imparare facendo......Permettimi di dire che non è proprio la stessa cosa. Anche per onestà verso il cliente.....
Luca :
kia torno a ripeterti che un professionista è tale anche quando sa rifiutare un incarico in cui non si sente preparato o pronto. Le cose si imparano con il tempo e non necessariamente passando anni a farsi sfruttare negli studi degli altri. Se pensi di fare "disastri" su un immobile non prendi l'incarico fino a quando non ti sentirai preparato per accettarlo. Che poi, scusami, ma finchè parliamo di sicurezza in cantiere e calcoli strutturali il "danno" ci può stare e ha una certa gravità ma se uno sbaglia una pratica catastale ... obbiettivamente ... non vedo la tragedia: probabilmente ci rimetterà i soldi ma magari risolve lui stesso lo sbaglio al committente.
Arch3b :
Non capisco perchè in tanti consigliano di abilitarsi prima di cercare uno studio.....
Ragazzi, meglio inserirsi da stagista non abilitato e farsi conoscere, che iniziare da zero da laureati abilitati 30enni che non sanno fare nulla.
Inoltre l'esame di stato talvolta richiede conoscenze professionali, non solo accademiche.
kia :
@luca
ma infatti io parlavo di "mettere mano su un edificio".....dove intendevo proprio ristrutturare (demolire, ricostruire, impianti, ecc.). Anche quello sarebbe parte del nostro mestiere e non solo catasto, ape e render. Non puoi dirmi che per far questo bastano 8 mesi, dai! E poi non ho mai detto che bisogna andare a farsi sfruttare in uno studio per anni e anni per imparare. Solo che le cose per vederle e toccarle con mano, e quindi imparare, bisogna stare attaccati alle chiappe di chi lavora già da un po' cercando di mettere sulla bilancia costi e benefici di queste collaborazioni. Inoltre è ottimo sistema per conoscere imprese che poi serviranno per i tuoi lavori. Io per lo meno sto facendo così. Lavoro in uno studio ma quando capita ho anche cantieri miei (appartamenti) e le imprese, gli artigiani e gli elettricisti sono quelli che ho conosciuto per i lavori di studio.
Hermes :
Perchè, uno stragista impara a fare qualcosa che lo può rendere autonomo? Da quando in qua? Voglio dire... ...generalmente sono pedine che vengono usate per compilare pratiche o fare disegni, il lavoro è soprattutto altro. Per non parlare di quelli che fanno rendering di cose che non sanno come sono fatte, che non le fa neppure lo studio dove "collaborano" magari, che operano su vetrate o dettagli che mai, una volta in proprio, potranno permettersi di proporre alla zia o alla nonna (salvo appartenenze élitarie e quindi committenze personali profumate). Purtroppo per farsi conoscere bisogna avere degli agganci personali ma buttandosi in acqua per nuotare; in Italia operando dall'interno di uno studio la carriera non si può fare, imho (e non è una questione di crisi)... e a nessuno glie ne frega nulla di insegnarti veramente qualcosa, in primis il cantiere.
kia :
Hermes, (che per come scrivi mi sembri tanto Edoardo....) infatti bisogna andare negli studi che fanno cose terra-terra dove il "capo" ti porta in cantiere. Anche solo per far foto delle tracce e intanto tiri l'orecchio e ascolti cosa si dice con le maestranze. Se uno non è proprio imbalsamato qualcosa impara. Altrimenti sta a far render a vita. D'altra parte conosco persone a cui va benissimo così perché non ha voglia di far cantiere ma va bene così, nel senso che questo mestiere ha tante di quelle sfumature che ognuno può trovare quella che più gli aggrada.
molly :
Molte volte per i concorsi negli enti locali è richiesta l'abilitazione come requisito!Se non superi esame di stato ti precludi anche questa possibilità ,.........................che visti i tempi.
Meglio tenersi aperte più porte!!!!!
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