mia : [post n° 379178]

lavoro e figli...

cerco il confronto con altre mamme architetto...ormai da quasi un anno ho una bellissima bimba che mi riempie di gioia, ma che mi ha completamente incatenata al mio posto di lavoro.Volevo andarmene prima (ho un finto contratto part-time, in realtà super full time, per fortuna a tempo indeterminato), lo vorrei ora più che mai per tutte le ore che trascorro lontana da lei, però noi viviamo col mio stipendio e non so davvero cosa fare. E quando crescerà? Voi come avete affrontato i primi anni di maternità ? Siete sopravvissute?
ponteggiroma :
unico consiglio: ringrazia Dio ogni momento della tua vita di avere un lavoro ed una figlia... Anzi pardon: una figlia ed un lavoro. Tutto il resto viene da se.
Aguri di cuore...
mia :
Ponteggi, certo che si. Mia figlia é l'unico progetto davvero riuscito della mia vita...proprio per questo le pecche del lavoro, con le quali avevo imparato a convivere, sono ora tanto evidenti: ora é anche il suo futuro ad essere coinvolto. Sento di avere in mano ben poco da offrirle...cambiare sembra impossibile quanto necessario...poi certo, i giorni sono in fila uno dietro l'altro, si affrontano uno alla volta e dopo 10 mesi é ancora tutto uguale...
ArchiFra :
io ho perso il lavoro a causa del parto e non l'ho più trovato per quasi 5 anni, quando ho vinto un conrso pubblico: prima venivo scartata in quanto madre, tutti entusiasti ai colloqui e pronti a prendermi subito fino alla fatidica domanda "ha figli" la cui risposta positiva ribaltava il giudizio positivo espresso fino a quel momento, quindi per 5 anni sono stata a casa a fare la mamma risicando qua e là qualche piccola commessa a malapena sufficiente a pagare i contributi inarcassa.
o esigi un part time effettivo (ma almeno ti pagano per le ore che effettivamente fai?) oppure vedi cosa sei disposta a cedere: ci sono donne che non hanno problemi, o fanno di necessità virtù, stare tutto il giorno lontano dai figli, altre che invece trovano insostenibile la lontananza e quindi accettano e si piegano a soluzioni anche mortificanti dal punto di vista profesisonale pur di passare emzza giornata coi figli.
ognuna di noi è diversa sia per vissuto che epr carattere che per necessità quotidiane, non esiste una soluzione univoca e valida.
in bocca al lupo
blabla :
Cara mia, qui è pieno di architetti meritevoli che si sbattono dalla mattina alla sera a cercare lavoro (qualsiasi lavoro) e a inventarselo. Da mamma capisco il tuo senso di colpa per le ore non passate con tua figlia, ma ricordati che sei fortunata a avere un posto a tempo indeterminato che se da una parte ti incatena, dall'altra ti dà la sicurezza di poter mantenere tua figlia. Di questi tempi non è poco quello hai da offrirle.
mia :
Grazie per le vostre risposte. Probabilmente in un'altra vita sarei stata una di quelle donne che vivono la maternità a tutto tondo, a dispetto del lavoro. Invece in questa vita sono tornata in cantiere a tre mesi dal parto, perdendo pure il latte, ho rinunciato alla maternità facoltativa e mi tengo il lavoro che non solo ci serve per andare avanti ma per il quale ho fatto molti altri sacrifici come tutti noi su libri, tempo, gavetta, equilibrio mentale. Da dipendente privato le mie tutele sono solo sulla carta. Non so se sono un architetto meritevole; di certo ho sgobbato un bel po' e continuerò a farlo, ma ora il mio ordine di priorità é completamente sovvertito, mia figlia verrà sempre prima di qualunque capo, committente, scadenza. Eppure lei mangerà libri, vestiti, medicine che non sono certa di riuscire a darle. Devo solo farmi forza e cercare, cercare ancora. Crepi sto lupo!
fulser :
Mio personale punto di vista: è sbagliato che una donna stia a casa per i figli, l'accudimento dovrebbe essere una cosa condivisa nella coppia o, se la coppia non c'è, con le istituzioni, perchè i figli sono una risorsa, non un costo (i paesi civili lo riconoscono e fanno di tutto per agevolare le donne ad avere figli: qualunque analisi economica a media-lunga scadenza lo può dimostrare facilmente). C'è poi il fatto che chi sta a casa non ha uno stipendio proprio, anche se minimo, nè pensione futura (vabbè, magari non l'avremo lo stesso, ma questo è un altro discorso), e la cosa non è mica bella. Io sono stata a casa qualche anno e me ne sono amaramente pentita, ancora ne sto pagando le conseguenze; ed inoltre è vero che seguire i figli è bellissimo, ma lo è anche avere una vita all'esterno delle mura familiari, ed è importante anche l'esempio di donna-lavoratrice che si dà ai figli. Stando a casa si rischia di assecondare troppo i bisogni dei figli, creando dei piccoli mostri insicuri.
E' vero anche l'opposto, certo, infatti sottolineo che è la mia esperienza.
Ho qualche amica che sta a casa per i figli: non è mica facile, se non si sta attenti dopo un po' il cervello va in vacanza (eufemismo).
ponteggiroma :
scusa mia, ma non mi è chiara una cosa: hai un compagno?
Lolo :
A me invece non e' chiara cosa cerchie e cerchi ancora, un lavoro migliore? Che ti dia piu' soldi ma al contempo ti permetta piu' tempo libero da passare con tua figlia? Scusa la franchezza ma leggendo e sentendo le esperienza di altre donne-architetti-madri (salvo quelle mantenute in toto dai mariti) a me sembri gia' fortunata... Il che fa capire come siamo messi male nel settore...
mia :
Di nuovo grazie per le vostre opinioni e scusate se non ho risposto prima ma il week-end è più incasinato della settimana lavorativa!
Ponteggiroma, si ho un marito, che purtroppo ha perso il lavoro con la crisi e da tre anni si arrabatta con lavoretti; al momento non vede possibilità concrete di alcun tipo (ha cercato proprio qualunque cosa) qui dove siamo e sta provando a vedere altrove ma come capirai prima di lasciare l'unica fonte di reddito deve esserci un buon motivo...ragione di più che mi obbliga a restare al mio studio anche alle condizioni attuali. Se ti chiedi perchè con questa situazione abbiamo voluto un figlio, posso solo dire a nostra discolpa che l'orologio biologicoha iniziato il coutdown e che dopo quasi vent'anni insieme abbiamo capito che non potevamo più aspettare tempi migliori.
Lolo, so di essere addirittura fortunata nel nostro campo; forse non è chiaro cosa cerco perché in realtà questo forum è per tecnici e non per mamme. Infatti avrei voluto semplicemente sbirciare "più in là", chiedevo ad altri tecnici/mamme cosa succede più avanti, quando i bambini crescono e tu sei lontana per il lavoro. Oggi mi perdo i piccoli traguardi della crescita: il passetto che muove da sola, la parolina che prova a dire, lo stupore nei suoi occhi quando vede qualcosa di nuovo; domani cosa perderò? cosa non potrò darle? soprattutto, posso correre ai ripari? grazie comunque delle vostre opinioni.
ponteggiroma :
allora permettimi di concordare con fulser, ribadendo che non è scritto da nessuna parte che i figli debbano crescere avendo la mamma accanto h 24, quando hanno anche un papà.
Sarebbe un errore madornale lasciare il lavoro adesso.
fulser :
mia, io ti capisco, credimi. Se ti può consolare ti dico che la scelta di avere un figlio ti fa solo onore e personalmente l'approvo incondizionatamente. Hai fatto BENE, BENE, BENE. Se si aspetta di fare figli quando si è pronti non si fanno mai.
Il fatto dei traguardi della crescita..... ok, è vero, ma non sentirti in colpa per questo. Purtroppo è un fatto penso ormonale, questa cosa dell'accudimento della prole è molto femminile ed è nella nostra natura sentirsi in colpa. Ma NON devi sentirti in colpa, non è giusto e non è costruttivo. Tanto, te lo dico per esperienza personale, quando sarà adolescente ti rinfaccerà le scelte che hai fatto a prescindere: se sei rimasta a casa perche sei rimasta a casa, se continui a lavorare uguale. Qualunque cosa farai sbaglierai.
Un unica raccomandazione: non dirle MAI che "lo hai fatto per lei". Devi imparare al più presto che non ha scelto lei di nascere e che fin da subito avrà la sua personalità ed è altro da te.
Auguri di cuore!
riccio :
Cara mia, ho un figlio di 5 anni e mezzo e il secondo lo porto in grembo, lavoro a tempo pieno e anche nei fine settimana o di notte, se serve...
Ma sai una cosa? Non mi sento minimamente in colpa. Mio figlio è orgoglioso di me e di quello che faccio, quando passiamo vicino a qualche cosa che ho progettato e realizzato me lo ricorda lui ogni volta, e questo mi riempie di orgoglio. Lo lascio in una buona scuola, scelta accuratamente, e non appena esco da studio mi catapulto da lui. Per il resto del tempo lui è sempre con me, anzi con noi. Non lo mollo a nessuno. Non delego nulla. lo accompagno a fare lo sport il sabato e viene con noi in ogni viaggio. Non sento di aver perso nulla nella sua crescita. E' lui la mia vita, non il mio lavoro. Del resto dopo aver studiato per 20 anni, liceo, laurea, master e corsi vari, restare a casa a fare la casalinga proprio non mi ci vedo, con tutto il rispetto per loro e per il loro lavoro. Posso solo dirti che data la nostra età è tutto molto stancante, questo si. Nonostante tutto ho deciso che fosse giusto fargli un fratello.
Quindi non posso che dirti di tenere duro, di non mollare. I figli crescono, molto molto velocemente.
mia :
Riccio, sei sicuramente una grande mamma e un ottimo tecnico! grazie!
Kia :
Premetto che non ho figli ma una mamma che lavora non dovrebbe avere sensi di colpa, anzi, secondo me offre un esempio più che positivo alla prole. E poi l'accudimento dei figli spetta anche ai padri, salvo varie ed eventuali ma mi pare da quel che si legge, che tu abbia un marito/compagno.
Forse c'è da lavorare sulla questione "ho un finto contratto part-time, in realtà super full time, per fortuna a tempo indeterminato". Cosa significa? che ti pagano part-time ma devi essere a disposizione 8 ore giornaliere? Magari questa cosa va un attimo rivista....o ti pagano di più o lavori meno ore come sarebbe giusto per un part.time (così stai con tua figlia).
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