desnip : [post n° 300413]
pavimento sovrapposto e impianto radiante
L'apposizione di un pavimento su quello esistente, può pregiudicare la funzionalità dell'impianto radiante a pavimento?
Ritengo di si, i calcoli che si fanno nella progettazione degli impianti radianti hanno come parametro fondamentale la conduttività del materiale di finitura. Per farti un esempio in un lavoro da me svolto l'ing sbagliò il calcolo mettendo come finitura piastrelle in gres invece che parquet in rovere previsto. Morale della favola per avere le temperature scelte e i giusti "delta" tra mandata e ritorni abbiamo fatto i salti mortali dato che il parquet conduce peggio del gres fine. Ergo sovrapponendo un ulteriore materiale non dico che non funzioni ma sicuramente si avrà un cambiamento sostanziale di condizione.
Dipende da come è stato progettato, tieni presente che la resistenza termica superiore è incredibilmente bassa rispetto a quella inferiore, quindi un nuovo pavimento andrebbe massimo a modificare l’inerzia ma non il flusso termico (almeno non in maniera significativa);
Per quanto riguarda quello detto da John faccio presente che quando si dimensiona un pavimento radiante si usa una resistenza termica del rivestimento convenzionale maggiorata (0,1 per la cronaca), lo dicono le norme, questo per evitare problemi derivanti ad un passaggio tra ceramica e legno (ad esempio), quindi non ci sarebbe stato bisogno di alcun salto mortale se il progettista avesse fatto come si deve il suo lavoro ;)
Discorso diverso se il pavimento è datato, quindi poco isolato;
Per finire ti faccio presente che questo è un discorso generale, poi ogni situazione fa storia a se, difficile fornire una valutazione precisa senza maggiori elementi.
Per quanto riguarda quello detto da John faccio presente che quando si dimensiona un pavimento radiante si usa una resistenza termica del rivestimento convenzionale maggiorata (0,1 per la cronaca), lo dicono le norme, questo per evitare problemi derivanti ad un passaggio tra ceramica e legno (ad esempio), quindi non ci sarebbe stato bisogno di alcun salto mortale se il progettista avesse fatto come si deve il suo lavoro ;)
Discorso diverso se il pavimento è datato, quindi poco isolato;
Per finire ti faccio presente che questo è un discorso generale, poi ogni situazione fa storia a se, difficile fornire una valutazione precisa senza maggiori elementi.
Guarda Dotting, io sono un architetto e come tale non voglio assolutamente entrare nel merito del lavoro di un impiantista e forse nemmeno mi competerebbe. Sono stato "costretto" visto che ero DL e che con il committente ci sono stati problemi di rapporti con la ditta che lui stesso aveva incaricato che si era impegnata contrattualmente anche alla progettazione.
Ho dovuto ristudiare un bel po' per stare dietro ai discorsi che mi facevano, sopratutto per non essere "fregato" (tanto questo è architetto e non ci capisce nulla). Il fatto è che, partendo proprio da una progettazione fatta a piffero, tra la resistenza del mio parquet spessore 11mm (0,06 mi pare) ed invece hanno usato nel progetto il gres fine da 8mm e quindi la R nei calcoli mi pare fosse 0,008, con conseguenza di circuiti con serpentine troppo lunghe e passi da rivedere, una caldaia a condensazione scelta male, con la pompa inadeguata (ho dovuto far mettere due pompe di rilancio modulanti e un separatore idraulico) e mille altri cavoli, il delta tra andata e ritorni esagerati, le valvole calibrate male dall'idraulico, si è giunti che anche l'immissione nel calcolo di un pavimento diverso ha fatto un bel casino, tolleranze comprese. Io da oggi in poi PRETENDO che i dati di partenza siano esatti. Ecco perché mi sento di sconsigliare di mettere mano a impianti esistenti sopratutto inserendo un ulteriore materiale nella stratigrafia senza almeno verificare che la caldaia sia adeguata e che l'ante operam dell'impianto permetta una cosa del genere. Poi come dici tu ogni caso è a se e magari il mio era proprio disperato :)
Ho dovuto ristudiare un bel po' per stare dietro ai discorsi che mi facevano, sopratutto per non essere "fregato" (tanto questo è architetto e non ci capisce nulla). Il fatto è che, partendo proprio da una progettazione fatta a piffero, tra la resistenza del mio parquet spessore 11mm (0,06 mi pare) ed invece hanno usato nel progetto il gres fine da 8mm e quindi la R nei calcoli mi pare fosse 0,008, con conseguenza di circuiti con serpentine troppo lunghe e passi da rivedere, una caldaia a condensazione scelta male, con la pompa inadeguata (ho dovuto far mettere due pompe di rilancio modulanti e un separatore idraulico) e mille altri cavoli, il delta tra andata e ritorni esagerati, le valvole calibrate male dall'idraulico, si è giunti che anche l'immissione nel calcolo di un pavimento diverso ha fatto un bel casino, tolleranze comprese. Io da oggi in poi PRETENDO che i dati di partenza siano esatti. Ecco perché mi sento di sconsigliare di mettere mano a impianti esistenti sopratutto inserendo un ulteriore materiale nella stratigrafia senza almeno verificare che la caldaia sia adeguata e che l'ante operam dell'impianto permetta una cosa del genere. Poi come dici tu ogni caso è a se e magari il mio era proprio disperato :)
"conseguenza di circuiti con serpentine troppo lunghe e passi da rivedere"
La resistenza del pavimento è un valore fissato dalle norme, quindi un cambio di rivestimento non dovrebbe comportare nulla a livello progettuale, lunghezza circuiti e passi sono funzione di altri parametri che non è il caso di elencare ora :)
Comunque il tuo caso è tipico, ne vedo una marea nelle perizie, molto spesso infatti nelle piccole realtà le ditte, i tecnici, le imprese e i committenti credono che l'esecutivo degli impianti sia solo uno spreco di soldi ma anche questo è un altro discorso.
Desnip però ha fatto una domanda chiara e penso di aver risposto, dire infatti che un cambio di pavimento causa un "cambiamento sostanziale di condizione" non è corretto, sono comunque d'accordo che prima di fare un qualsiasi analisi va valutato il caso specifico (e mi pare di averlo detto), mi sono solo limitato ad un analisi generale, non credo che in un forum sia possibile fare di più :)
Esistono anche casi in cui incrementare leggermente la resistenza superficiale migliora la situazione generale dell'impianto, ma anche questo è un altro discorso ;)
La resistenza del pavimento è un valore fissato dalle norme, quindi un cambio di rivestimento non dovrebbe comportare nulla a livello progettuale, lunghezza circuiti e passi sono funzione di altri parametri che non è il caso di elencare ora :)
Comunque il tuo caso è tipico, ne vedo una marea nelle perizie, molto spesso infatti nelle piccole realtà le ditte, i tecnici, le imprese e i committenti credono che l'esecutivo degli impianti sia solo uno spreco di soldi ma anche questo è un altro discorso.
Desnip però ha fatto una domanda chiara e penso di aver risposto, dire infatti che un cambio di pavimento causa un "cambiamento sostanziale di condizione" non è corretto, sono comunque d'accordo che prima di fare un qualsiasi analisi va valutato il caso specifico (e mi pare di averlo detto), mi sono solo limitato ad un analisi generale, non credo che in un forum sia possibile fare di più :)
Esistono anche casi in cui incrementare leggermente la resistenza superficiale migliora la situazione generale dell'impianto, ma anche questo è un altro discorso ;)