Buongiorno, chiedo un parere tecnico.
Un cliente ha presentato, con il condono 47/85, richiesta di condono al proprio comune per un immobile totalmente abusivo.
Dall''85 ad oggi, il cliente ha realizzato due abusi sullo stesso immobile, chiudendo un porticato (90 mc) e una loggetta (45 mc), senza che il comune abbia tuttavia rilasciato la concessione in sanatoria del condono (causa mancanza del Certificato di Idoneità statica non presentato all'Ex genio civile). Ad oggi quindi il condono è ancora aperto, e mi trovo a dover regolarizzare la situazione allo stato attuale.
Premesso che il cliente ha la cubatura per coprire i mc della loggia e del porticato, la soluzione urbanisticamente fattibile sarebbe quella di chiudere il condono allo stato del "primo abuso" (come da richiesta fatta nell'85 al comune), aspettare quindi la relativa concessione in sanatoria; conseguentemente, chiedere al comune un permesso di costruire in sanatoria del portico e della loggia sull'immobile sanato.
La mia domanda è: poichè la pratica di condono è ancora "aperta", non esiste uno strumento urbanistico tipo "abuso dell'abuso", ossia poter regolarizzare la situazione all'oggi sfruttando la domanda di condono 47/85 ancora aperto? Ovviamente il cliente non ha presentato domande per i successivi condoni...
Ringrazio quanti vogliano contribuire alla discussione.
Saluti
Sav.Sas : [post n° 361552]
abuso su condono ancora aperto
Secondo me assolutamente no...se la concessione in sanatoria non è stata ancora rilasciata il tutto è ancora illegittimo...e tale rimane fino al rilascio. Come si può regolarizzare un ulteriore abuso, anche se sanabile, su una preesistenza che di fanno non esiste dal punto di vista urbanistico? La soluzione è che il cliente aspetta il rilascio....
La domanda di condono presentata nel 1985 è ancora " stand - by " ma il condono è scaduto da tempo, quindi è impensabile ritenere di poterla integrare ( ammesso che sia possibile ) con ulteriori abusi eseguiti anni dopo.
Dubito anche che il proprietario dell'immobile avesse potuto sfruttare i successivi condoni ( se i tempi coincidevano ) per presentare ulteriori domande di concessione in sanatoria, non essendo ancora stata rilasciata la prima concessione richiesta.
A mio parere, devi procedere come hai già spiegato: attendere prima il rilascio della concessione edilizia in sanatoria in base alla L. 47/1985 e, solo in un secondo momento, provare a sanare gli ulteriori abusi.
Dubito anche che il proprietario dell'immobile avesse potuto sfruttare i successivi condoni ( se i tempi coincidevano ) per presentare ulteriori domande di concessione in sanatoria, non essendo ancora stata rilasciata la prima concessione richiesta.
A mio parere, devi procedere come hai già spiegato: attendere prima il rilascio della concessione edilizia in sanatoria in base alla L. 47/1985 e, solo in un secondo momento, provare a sanare gli ulteriori abusi.
no, non mi pare proprio che la pratica di 'variante al condono' o 'nuovi tipi al condono' esista, non ancora almeno, però qualcosa nn mi torna...forse qualcosa si può fare anche per sanare intanto gli abusi posteriori, andrei al dipartimento di urbanistica a sentire.
mi domando, se è tutto a rischio, spese e pericolo del proprietario, non vedo perchè il comune nn debba accettare la pratica, tanto poi se il condono nn arriva demoliscono tutto, ma intanto avrebbero incassato gli oneri.
può anche darsi che ti facciano presentare la pratica al dipartimento e pagare gli oneri. a quel punto i lavori nn possono essere iniziati, o in questo caso sanati, senza il condono, ma la pratica di richiesta potrebbe essere lecita. al sollecito del condono in questi casi ci devono pensare loro, quindi a quel punto nn resterebbe che aspettare e i tempi sarebbero decisamente abbreviati.
può anche darsi che a quel punto il proprietario si sia anche in qualche modo tutelato, perchè ha fatto richiesta di sanatoria, autodenunciandosi. potrebbe (forse eh) in questo modo poi ricadere nell'art..20 della legge vigilanza, il che in un futuro lo potrebbe anche salvare dalla demolizione..
mah..forse sto fantasticando, però un colloquio all'urbanistica lo farei.
il fatto è che troppi immobili sono illegittimi ed è impensabile che si proceda alle demolizioni a tappeto. è ora che la normativa prenda atto della situazione e trovi strumenti reali per riorganizzare il territorio. non vi pare?
ps. i miei rif normativi sono sempre per la regione lazio o comune di roma..
mi domando, se è tutto a rischio, spese e pericolo del proprietario, non vedo perchè il comune nn debba accettare la pratica, tanto poi se il condono nn arriva demoliscono tutto, ma intanto avrebbero incassato gli oneri.
può anche darsi che ti facciano presentare la pratica al dipartimento e pagare gli oneri. a quel punto i lavori nn possono essere iniziati, o in questo caso sanati, senza il condono, ma la pratica di richiesta potrebbe essere lecita. al sollecito del condono in questi casi ci devono pensare loro, quindi a quel punto nn resterebbe che aspettare e i tempi sarebbero decisamente abbreviati.
può anche darsi che a quel punto il proprietario si sia anche in qualche modo tutelato, perchè ha fatto richiesta di sanatoria, autodenunciandosi. potrebbe (forse eh) in questo modo poi ricadere nell'art..20 della legge vigilanza, il che in un futuro lo potrebbe anche salvare dalla demolizione..
mah..forse sto fantasticando, però un colloquio all'urbanistica lo farei.
il fatto è che troppi immobili sono illegittimi ed è impensabile che si proceda alle demolizioni a tappeto. è ora che la normativa prenda atto della situazione e trovi strumenti reali per riorganizzare il territorio. non vi pare?
ps. i miei rif normativi sono sempre per la regione lazio o comune di roma..
Sì, ma se c'è una cubatura "residua", vuol dire che c'era una cubatura "assentibile" e quindi non capisco perchè si è richiesto un condono e non una sanatoria...