ginger : [post n° 291157]
p.iva e co.co.pro.
Buongiorno a tutti. Ho un dubbio che mi attanaglia. Da diversi anni svolgo attività di restauro nei cantieri:come restauratrice ho sempre avuto contratti di collaborazione a progetto. A partire da gennaio di quest'anno ho aperto p.iva con regimi minimi, con regolare iscrizione a Inarcassa. Come Conservatore realizzo progetti di restauro architettonico (nei limiti del codice deontologico previsti per il nostro albo). Al momento mi trovo a portare a vanti entrambe le attività, lavorando sempre in cantiere e affiancando, quando è possibile, i progetti di restauro. Per evitare di incorrere in problemi fiscali, da gennaio sto lavorando in cantiere senza un reale contratto a progetto (trad. "in nero")....Il mio dubbio riguarda la possibilità o meno di avere p.iva con versamenti contributivi all'Inarcassa e parallelamente portare avanti il lavoro da restauratrice nei cantieri, con gestione dell'Inps. Le due professioni, a mio avviso, non sono nè conflittuali, nè concorrenziali, se si considera inoltre che non sono svolte per lo stesso soggetto. Ad aumentare le mie perplessità si aggiunge il fatto che a novembre di quest'anno dovrei partorire: ho diritto a qualche indennità di maternità?E da parte di quale cassa?Grazie a chi mi aiuterà a dipanare questo groviglio...
Non è questa la sede per fare moralismi e paternali ma questo è il male dell'Italia...sia a causa di chi lo propone, sia di chi lo subisce..
"Per evitare di incorrere in problemi fiscali, da gennaio sto lavorando in cantiere senza un reale contratto a progetto (trad. "in nero")...."
Attenzione perché è proprio così che si incorre in problemi "fiscali"
"Per evitare di incorrere in problemi fiscali, da gennaio sto lavorando in cantiere senza un reale contratto a progetto (trad. "in nero")...."
Attenzione perché è proprio così che si incorre in problemi "fiscali"
hai diritto all'indennità di maternità che spetta alle iscritte ad inarcassa (trovi tutto sul sito).
Per il resto quoto John, nel senso che ti ci sei messa nella condizione di avere problemi fiscali.
Tra l'altro, secondo me, non è una questione che riguarda due professioni in conflitto, ma come al solito, una questione di casse previdenziali. C'è semplicemente da capire se ai contratti a progetto come restauratore è affiancabile l'attività di architetto iscritto a inarcassa. Nel senso che ad un architetto con iscrizione all'albo, uno studio professionale non può proporre un co.co.pro ma occorre la p.iva. In questo caso trattasi di una attività diversa, da quello che si capisce dal post, cioè lavori sui ponteggi ed esegui proprio materialmente il restauro.
Secondo me dovresti provare a chiedere al tuo ordine (magari hanno avuto casi simili in passato e sanno indirizzarti verso giuste procedure anche se la questione casse previdenziali e questioni fiscali non sono affari loro) e anche ad inarcassa.
Per il resto quoto John, nel senso che ti ci sei messa nella condizione di avere problemi fiscali.
Tra l'altro, secondo me, non è una questione che riguarda due professioni in conflitto, ma come al solito, una questione di casse previdenziali. C'è semplicemente da capire se ai contratti a progetto come restauratore è affiancabile l'attività di architetto iscritto a inarcassa. Nel senso che ad un architetto con iscrizione all'albo, uno studio professionale non può proporre un co.co.pro ma occorre la p.iva. In questo caso trattasi di una attività diversa, da quello che si capisce dal post, cioè lavori sui ponteggi ed esegui proprio materialmente il restauro.
Secondo me dovresti provare a chiedere al tuo ordine (magari hanno avuto casi simili in passato e sanno indirizzarti verso giuste procedure anche se la questione casse previdenziali e questioni fiscali non sono affari loro) e anche ad inarcassa.
Il rischio che sto correndo io a lavorare in cantiere senza un reale contratto fa sì che non abbia i relativi contributi previdenziali e assicurativi. Ovvio che la situazione non mi piaccia, ma quando nessuno sa dare risposte precise (dai commercialisti, ai consulenti del lavoro, ai sindacati) fai passare i mesi rivolgendo domande in ogni direzione e ti ritrovi a maggio senza aver ancora migliorato la posizione lavorativa. Da parte mia c'è tutta la volontà di risolvere il problema, ma se anche i tecnici non sanno aiutarti e ti danno soluzioni contradditorie, prima di pagare 2 casse e incorrere in sanzioni assurde (cosa che in Italia accade non di rado), ci vai cauto e preferisci regolarizzare una volta che la cosa sia chiarita. Non sono solita "subire" questi tipi di "mali" perchè cerco sempre di tutelarmi meglio che posso: in questo caso però trovo solamente incompletezza di risposte. Credo, per altro, che se mi fosse andata bene l'attuale condizione, solo per il fatto di non pagare delle tasse, non avrei neppure cercato una soluzione.