Philip Johnson e Winka Dubbeldam, una grande differenza di età
ma un obiettivo comune nei loro progetti, sono gli architetti di
questi due edifici residenziali a SoHo.
Il vetro e la forma semplice "sfaccettata" sono divenuti
ricorrenti nella nuova architettura a New York. Iniziò Christian
de Portzamparc con la torre LMVH, da lui descritto come un fiore
di cristallo. James Stewart Polshek seguì con un cubo di
quarzo trasparente progettato per Rose Center for Earth and Space.
Il progetto di David Childs per il Columbus Center, due parallelogrammi
di vetro su di un basamento sfaccettato eleva il nuovo trend a proporzioni
epiche. Ma Johnson e le torri Dubbeldam elevano il cristallo allo
stato di proposta del millennio.
Il ragazzo di 94 anni, ha usato forme e materiali pescando dal
contesto urbano limitrofo. Nel luogo dove sorgeranno le torri ora
c'è un capannone che ospina un'officina meccanico. Il "Ear
Inn", un venerabile pub bohemiano, e l'edificio dove abitava
James Brown. Tutto il distretto abbonda di negozi di mattoni rossi,
di fabbriche e di loft industriali.
Johnson ha risposto a questo patchwork urbano con un progetto collage:
una composizione cubista. 22 livelli, che contengono 50 appartamenti.
L'atrio, un ristorante e forse un museo di arte satellitare occuperà
il piano terra, subito sopra due piani di parcheggio. Al quarto
un centro di benessere e una terrazza.
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