Edoardo : [post n° 280612]
Se può servire, ecco un link per avere due dritte.
Chi ce l'ha fatta pare gente che è riuscita ad approdare all'estero ai tempi del ben-godi, ovvero intorno al 2000, e tramite un amico, un aggancio. Gli stessi dicono che ad oggi non è più così facile inserirsi.
Teniamo conto poi che per uno che ce l'ha fatta ed ha visibilità... ...ce ne sono migliaia che sono tornati a casa, magari dopo una parabola positiva.
A cosa serve l'esperienza all'estero se quando l'hai finita non la considera nessuno? Non c'è lavoro? A fare altre esperienze forse, poi ancora... ancora... e hai 40 anni.
Resta poi l'incognita delle risorse personali che avevano i "ragazzi" che aprirono questi studi all'estero negli anni giusti. Mah.
La donna di un amico è di Lugano... qualche conoscenza là me la procurerebbe, arch. che son stati da Botta... se continua questo deserto qui in Emilia magari facio la Botta da matto e vado là. Chissà.
Teniamo conto poi che per uno che ce l'ha fatta ed ha visibilità... ...ce ne sono migliaia che sono tornati a casa, magari dopo una parabola positiva.
A cosa serve l'esperienza all'estero se quando l'hai finita non la considera nessuno? Non c'è lavoro? A fare altre esperienze forse, poi ancora... ancora... e hai 40 anni.
Resta poi l'incognita delle risorse personali che avevano i "ragazzi" che aprirono questi studi all'estero negli anni giusti. Mah.
La donna di un amico è di Lugano... qualche conoscenza là me la procurerebbe, arch. che son stati da Botta... se continua questo deserto qui in Emilia magari facio la Botta da matto e vado là. Chissà.
i presupposti dell'articolo mi sembrano corretti.
siamo tanti, forse troppi, soprattutto se mettiamo insieme anche geometri e ing. edili.
Non parlerei di "due dritte". Anzi. Lavorare all'estero comporta il fatto di farsi un maz... doppio. Per la lingua, per le diverse condizioni al contorno, perché si è lontani da casa, amici e affetti. E spesso significa rifare la stessa trafila che si farebbe qui agli inizi, lavorare male, o sottopagati, ma forse con qualche opportunità in più quando ci si vuole mettere in proprio...
Sul sole 24 ore di ieri un articolo in cui si elencano i paesi rimasti in tripla A.
In Europa Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo. Poi Canada, Singapore ed altri, come la Cina.
siamo tanti, forse troppi, soprattutto se mettiamo insieme anche geometri e ing. edili.
Non parlerei di "due dritte". Anzi. Lavorare all'estero comporta il fatto di farsi un maz... doppio. Per la lingua, per le diverse condizioni al contorno, perché si è lontani da casa, amici e affetti. E spesso significa rifare la stessa trafila che si farebbe qui agli inizi, lavorare male, o sottopagati, ma forse con qualche opportunità in più quando ci si vuole mettere in proprio...
Sul sole 24 ore di ieri un articolo in cui si elencano i paesi rimasti in tripla A.
In Europa Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo. Poi Canada, Singapore ed altri, come la Cina.
Nessuno ha mai messo in dubbio che bisogna farsi il "maz. doppio".
Le due dritte erano riferite al punto di vista riportato nell'articolo da chi è riuscito con "successo" a trasformare l'esperienzare in carriera e realizzazione professionale.
Le due dritte erano riferite al punto di vista riportato nell'articolo da chi è riuscito con "successo" a trasformare l'esperienzare in carriera e realizzazione professionale.
Su quell'aspetto hai ragione. alcuni esempi riportati (londra e barcellona) facevano riferimento a persone che sono partite prima del 2008, quindi prima del casino.
Ma i primi due casi mi sono sembrati coerenti con il titolo dell'articolo. Potrà piacere o no, ma la Cina, e l'Estremo Oriente in generale, oggi sono un'opportunità per chi ha il coraggio e la possibilità di partire. Ci sono tante testimonianze in questo senso.
Ma comunque non è facile. Per questo il termine "dritta" lo trovo poco adatto. È come se anche tu fossi d'accordo con l'autore dell'articolo che basta espatriare e si trova lavoro. Magari.
Ma i primi due casi mi sono sembrati coerenti con il titolo dell'articolo. Potrà piacere o no, ma la Cina, e l'Estremo Oriente in generale, oggi sono un'opportunità per chi ha il coraggio e la possibilità di partire. Ci sono tante testimonianze in questo senso.
Ma comunque non è facile. Per questo il termine "dritta" lo trovo poco adatto. È come se anche tu fossi d'accordo con l'autore dell'articolo che basta espatriare e si trova lavoro. Magari.