Edoardo : [post n° 317229]

Sondaggio: la decade d'oro per le facoltà italiane.

Introduco un sondaggio (ma non è venerdì nè sono pepina), in parte di valore "storico", affinchè esprimiate secondo la vostra esperienza/cultura quale poteva essere il periodo secondo voi in cui l'Università "formava meglio" e perchè.
- Prima della Seconda Guerra Mondiale;
- Primo Dopoguerra fino al 1968;
- 1968 / anni '80;
- Anni '80 / riforma del 1994;
- Riforma del 1994 / 3+2;
- Oggi.
A corredo del sondaggio cito il caso di mio padre che studiò lettere a Roma proprio nel 1968 (ebbe pure Argan) e raccontò di come spesso si soleva chiudersi dentro per costringere il professore a dare il 30 politico. Una volta gli dissero: "Lei lo meriterebbe ma devo darlo a tutti".
Evidenzio inoltre l'enormità che passava tra gli esami scientifici di FI e FE negli anni 90 per la difficoltà e durata... purtuttavia non influenti nella stima di "FE" come migliore facoltà e più snella. Prego.
Arch. Ir :
Ti chiameremo Pepedoardina :-P

Martina :
posso dire con serenità e congnizione di causa , senza polemiche e con documenti alla mano che l' università da cui provengo ( vecchio ordinamento 1993 ) mi ha formato al 15% ( e sono stata buona ) . Il resto lo impari sul campo !
ps : 15% è diritto urbanistico e autocad , cioe quello che uso oggi .
Ily :
Io vengo da FE, anzi dalla FAF.
Posso dire quanto segue:
- Laboratori di progettazione completamente inutili (ma questo temo sia un problema di tutte le facoltà di architettura d'Italia). Discutibili e assurde le pretese di due studentesse erasmus olandesi, e cioè fare lezione in inglese. Comunque ho imparato a diffidare delle riviste di architettura e delle archistar, e non è poco.
- Esami di storia dell'architettura buoni, peccato fossero più deserti delsahara a ferragosto.
- Esami scientifici buoni e piuttosto pesanti (ma così deve essere).
- Esame di diritto, estimo ed economia urbana molto molto utili (ho imparato le basi per capire un pochino l'economia e la gestione del territorio). Forse non molto utili per fare l'architetto, ma per capire quello che ti circonda assolutamente sì.
- Esami opzionali (tutti di restauro) + laboratorio di indirizzo (restauro) fatti benissimo: ho imparato un sacco di cose (ovviamente poi approfondite con lo studio personale e l'osservazione nei vari centri storici da me bazzicati).
- Belli anche alcuni esami di tipologia urbana, pianificazione territoriale eccetera.
Ai miei tempi invece era piuttosto carente la facoltà stessa: poche aule, biblioteca troppo piccola, niente aula studio (se non alcuni tavoli nel vano scala, dove s'era sempre un gran rumore di fondo). Adesso con l'allargamento della sede nel palazzo Tassoni le cose dovrebbero essere migliorate parecchio.
pepina :
Penso che l'apice dell'Università nel nostro campo sia stata la cosiddetta Scuola di Venezia. Per capirci fino agli anni '80....Samonà, Scarpa, Albini, Muratori,solo per citarne alcuni.
al :
tutta l'università ante '68, e lo dico per i raffronti, sul campo, con amici, anziani che si laurearono negli anni '60. Per il resto tutto quello che so fare me lo sono studiato da me, o con l'esperienza sul campo, o con qualche raro corso fatto molto bene
Edoardo :
Aridaje "al"... abbiamo capito che (da quanto spesso scrivi di te stesso) sei stato bravo e valoroso, qui volevo fare solo un sondaggio per eviscerare quegli elementi che possono portare ad affermazioni generali su presunte categorie di laureati, e cercare di capire il perchè si possa dire che taluni siano "meglio formati" di altri. Credo anch'io che le facoltà ante '68 fossero le più rigorose ed "alte", ma mi piacerebbe sentire da te magari quali elementi concreti o aneddoti possono avvalorare ciò. Ad esempio oggi per essere "formati" bisogna imparare ad usare il PC e tanti software, nonchè il CAD... e ciò non è sostitutivo del disegno tradizionale (almeno per me non lo fu).
Tata72 :
Ricordo che ai miei tempi (iscritta nel '93) c'era chi cambiava università solo per fare gli scientifici, io ero a Firenze e si diceva che statica a Milano si facesse con le crocette. Senza dubbio studiare a Firenze mi ha insegnato a sopravvivere alle varie difficoltà quotidiane, combattere un impiegato del comune è nulla in confronto alle code per i colloqui o le revisioni.
Avendo rifrequentato l'università negli ultimi anni posso dire che l'ultima riforma ha semplificato i corsi di studio in maniera esagerata, almeno a Firenze: c'è gente che al quarto anno ha difficoltà a fare l'analisi dei carichi perchè non sa fare il volume dei solidi, come ha fatto ad arrivare lì? Non so poi dove avesse studiato il tipo che nella bacheca "esami di stato" non aveva ben chiara l'area del rettangolo.
Un ultima osservazione: ad uno degli ultimi colloqui l'architetto mi ha guardato schifato chiedendomi se mi ero laureata a Cesena, quando gli ho detto Firenze ha cambiato completamente atteggiamento (anche se poi non mi ha preso comunque).
Edoardo :
Tata, tu quoque Di Pasquale e allievi? Ed i simpatici "Mansel" & Cianchi? Peccato non frequentai Storia II con il bravissimo Anzivino per andare alle lezioni di scienza, ancora oggi me ne rammarico e ci tornerei ora, potessi.
gianluca :
- Prima della Seconda Guerra Mondiale... arch Luigi Moretti...
- Primo Dopoguerra fino al 1968... ing Sergio Musmeci...
Ad architettura e Ingegneria si facevano una ventina di esami, erano tosti, uscivi giovane e imboccavi studi importanti di architettura ma soprattutto di ingegneria che ti prendevano per la ricostruzione post-bellica e ti forgiavano come un'arma affilata...
- Anni '80 / riforma del 1994... preferisco quella prima, io nel '94 iniziai con i laboratori annuali e finii con quelli trimestrali, fu un vero peccato, i laboratori, per me, dovrebbero restare annuali come le vecchie composizioni.
La riforma del 1994 è stata uno scandalo, 38 esami, corsi che non potevano attivare perchè eravamo in pochi... una pazzia, meglio i 30 esami con le vecchie composizioni.
DR COSTA :
Io ho frequentato a Firenze; statica con Tempesta, costruzioni con Lucchesi, storia II con Godoli.
Che esami, allucinanti; e naturalmente geometria descittiva con Corazzi.
Li sogno ancora la notte....ahahahhaha
al :
Edoardo, io ho risposto alla domanda, come hanno fatto altri. cos'altro vuoi sapere? vabbè prendo spunto da altre testimonianze...laurea alla Sapienza di Roma, Professori che ricordo con piacere sono stati: Vieri Quilici composizione I, La Gatti De Sanctis Composizione III, Panella Composizione V, Marconi Restauro, Michetti tecnica delle costruzioni, Palumbo relatore di laurea,..per il resto nebbia...e comunque malgrado questi nomi, che poi saranno sconosciuti ai più non legati alla facoltà romana, a me, a titolo di esempio, la composizione architettonica o la tecnologia non me l'ha insegnata nessuno di loro..era già il tempo in cui si navigava a vista..la genesi progettuale l'ho imparata, dopo la laurea, su un bel libro americano, "Architecture, space, form and order", di un professore americano, architetto F.D.K.Ching, come pure la tecnologia, dello stesso autore, ma in questo caso in una edizione italiana edita da Calderini, "Costruire per illustrazioni", ormai non più in commercio..
Andando poi al tuo spunto relativo ad autocad e disegno tradizionale, io mi sono laureato quando il computer era agli inizi, disegnando quindi sempre con strumenti tradizionali, e quindi, forse anche per questo, ritengo che il computer, con tutti i relativi programmi,sia sì uno strumento all'avanguardia, che semplifica velocizza il processo grafico, specie in caso di errori o modifiche, ma secondo me la conoscenza della base grafica tradizionale per un bravo architetto sia comunque fondamentale...per altro non è il computer che progetta, ma noi con le nostre capacità, sensibilità, conoscenze,ecc...anzi secondo me, stante anche una mancanza specifica nella formazione generale, sia legata alla tecnologia che ai costi economici, con il computer si rischia di fare cose fantasmagoriche, ma di difficile realizzazione tecnica o di costi stratosferici.,, per capirci, sulla falsariga delle creazioni delle archistar, che loro possono permettersi di fare, perché sono poche decine, lavorano in team con strutturisti o impiantisti di fama, e perché riescono a raggiungere adeguate committenze, e adeguati mezzi finanziari, a noi assolutamente estranei
Edoardo :
Ok, grazie al.
DR COSTA, idem... Corazzi e Tempesta! Quanto tempo! Lucchesi.... ...io la Briccoli. Tecnica ... Nencioni ...Leoncilli Massi ...Moretti... e Degrado e diagnostica... al primo anno (grazie alla beneamata riforma).
Tata72 :
Edoardo anch'io la Briccoli, per scienze (e in commissione di tesi... argh!) Progettazione 2 con Natalini e Storia 2 con quel simpaticone di de Simone. Il prof che ricordo con più affetto è Paradiso, col quale ho rapporti tuttora, forse l'unico dal quale ho veramente appreso qualcosa. Il ricordo che mi fa più sorridere è quando da via Micheli si doveva correre in S. Niccolò o S. Verdiana per prendere almeno i posti in piedi: si facevano vere e proprie gare ad ostacoli tra tubi, plastici e tavole 70x100. Ahahah, avevamo anche "l'aulacinema" di via degli Alfani. Quasi quasi mi scende una lacrimuccia.
TIA :
Prima domanda: c'è stata una decade d'oro?
Considerazione uno: in tutte le decadi sopra citate ci sarà stata gente valida
e gente meno valida.
Considerazione due: il problema di oggi è che puoi fare l'albero genealogico dei docenti, la cosiddetta "casta politica" esiste anche in università. Ciononostante
io ho fatto la facoltà tra il 2003 ed il 2009 ed alcuni prof erano validi e seri, altri no.
Edoardo :
TIA, infatti è un post un pò provocatorio... ...e molti termini li ho espressamente messi in virgolettato.
Ily :
La prova si quello che dice Tia è che il grande Saverio fu osteggiato, criticato e boicottato in tutti i modi per i suoi insegnamenti controcorrente.
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