Ecco un articolo che mi sembra molto ben fatto:
http://it.ibtimes.com/articles/60347/20131216/web-tax-suicidio-digit…
In pratica, se ho capito bene, si potranno comprare servizi on-line solo da titolari di partita Iva italiana.
Questo (sempre se ho capito bene, ma spero proprio di aver preso lucciole per lanterne) significherebbe massacrare chi lavora con l'estero e azzerare la ricerca scientifica: infatti, glielo dice l'onorevole (si fa per dire) Boccia ad esempio al MIT, al CERN, alla NASA, a tutti i governi nazionali e locali del globo di aprire la partita Iva italiana per consentire agli italiani di fruire dei loro servizi? Infatti la legge riguarderebbe anche abbonamenti a riviste scientifiche, banche dati e servizi di consulenza (ad esempio giudirica), l'acquisto di raccolte di leggi, la consultazione a pagamento di documenti e testi in biblioteche e archivi stranieri, l'acquisto di app e software (magari molto tecnici e quindi con un mercato di nicchia) sottoposti a brevetto e quindi venduti solo da una ditta straniera, l'acquisto di manuali e testi in formato digitale introvabili in Italia e attraverso canali italiani, l'acquisto di servizi da istituti di ricerca e laboratori stranieri (ad esempio servizi di datazione di reperti, esecuzione di ricerche statistiche su commissione).
Insomma, provate a pensare a una ditta italiana che vuol vendere il suo prodotto (magari innovativo e brevettato) in Australia, e non può commissionare una ricerca di mercato da svolgere on line a un'agenzia specializzata australiana... O a un architetto che sta curando un grosso restauro che non può comprare un servizio di datazione (ad esempio di dendrocronologia) da un laboratorio all'avanguardia svedese, o a un ricercatore dell'INGV che non può abbonarsi a una ipotetica banca dati dei terremoti curata dall'US geological Survey, o al reparto ricerca dell'ALENIA spazio (una delle pochissime eccellenze italiane ancora esistenti) che non può accedere alle banche dati dei satelliti NASA (che immagino siano accessibili a pagamento, almeno alcune), o a un avvocato che lavora con il Canada che non può comprare un certo testo specialistico sulle leggi canadesi, reperibile solo su librerie on-line canadesi. O a una ditta (magari una start-up di giovani) che fa stampa in 3D che non può comprare il software di ultima generazione di una ditta giapponese. Mi viene da piangere.
Ho capito male io, vero?
Ily : [post n° 331809]
Parliamo della "google tax"?
Comunque c'è un passaggio della legge (che copio in maiuscolo) che mi fa cascare le braccia:
"2. Gli spazi pubblicitari on line e i link sponsorizzati che appaiono nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (altrimenti detti servizi di search advertising) , VISUALIZZABILI SUL TERRITORIO ITALIANO DURANTE LA VISITA DI UN SITO o la fruizione di un servizio on line attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili, devono essere acquistati esclusivamente attraverso soggetti (editori, concessionarie pubblicitarie, motori di ricerca o altro operatore pubblicitario) titolari di partita IVA italiana".
Ma... chi scrive una cosa del genere secondo me non ha la più pallida idea di come funziona internet. Cioè, se interpreto correttamente io (e spero ancora una volta con tutto il cuore di sbagliarmi), questi non hanno capito che il sito di professione architetto (ad esempio) non c'entra niente col "territorio italiano", perché io lo visualizzo nello stesso identico modo collegandomi da New York, Pechino, Parigi, Mosca, Sidney o Cannicatty; o che io da Roma (ad esempio) posso benissimo scaricare il modulo dell'anagrafe del municipio di Seattle, se si trova sul loro sito internet . Non è come Radio Modena, che se vado a Reggio Emilia non la sento più..
"2. Gli spazi pubblicitari on line e i link sponsorizzati che appaiono nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (altrimenti detti servizi di search advertising) , VISUALIZZABILI SUL TERRITORIO ITALIANO DURANTE LA VISITA DI UN SITO o la fruizione di un servizio on line attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili, devono essere acquistati esclusivamente attraverso soggetti (editori, concessionarie pubblicitarie, motori di ricerca o altro operatore pubblicitario) titolari di partita IVA italiana".
Ma... chi scrive una cosa del genere secondo me non ha la più pallida idea di come funziona internet. Cioè, se interpreto correttamente io (e spero ancora una volta con tutto il cuore di sbagliarmi), questi non hanno capito che il sito di professione architetto (ad esempio) non c'entra niente col "territorio italiano", perché io lo visualizzo nello stesso identico modo collegandomi da New York, Pechino, Parigi, Mosca, Sidney o Cannicatty; o che io da Roma (ad esempio) posso benissimo scaricare il modulo dell'anagrafe del municipio di Seattle, se si trova sul loro sito internet . Non è come Radio Modena, che se vado a Reggio Emilia non la sento più..
riguardo il tuo secondo messaggio, il testo che citi parla di spazi pubblicitari e i link sponsorizzati, non dei siti in sè. Naturalmente il sito di PA lo posso visualizzare ovunque, è la pubblicità che compare nel sito che penso cambi a seconda se ti trovi in Italia o se ti trovi in Australia.
ne parlava proprio ieri Renzi nel suo discorso insediativo, dicendo che è contrario alle norme europee sulla libera circolazione. Verrà segata quanto prima, credo.
È il prodotto di un grande genio, tal Boccia, passato da forza italia al pd, fortemente sostenuto da d'alema, segato alle primarie in puglia contro vendola, riciclato come portavoce di non so chi nel pd bersaniano, consorte di ministro in bilico fra PDL e NCD, e smerdato dal nuovo segretario al suo primo intervento ufficiale.
www.ilpost.it/2013/12/16/web-tax/
È il prodotto di un grande genio, tal Boccia, passato da forza italia al pd, fortemente sostenuto da d'alema, segato alle primarie in puglia contro vendola, riciclato come portavoce di non so chi nel pd bersaniano, consorte di ministro in bilico fra PDL e NCD, e smerdato dal nuovo segretario al suo primo intervento ufficiale.
www.ilpost.it/2013/12/16/web-tax/
