giulio : [post n° 341676]
Giovani architetti
Sarà che io sono molto grato ad alcune persone, professionisti che mi hanno "formato" dopo l'università o sarà che non mi riesco a rassegnare all'età che avanza o che i giovani hanno un coinvolgente entusiasmo ma mi piace vedere ragazzi (giovani colleghi) nel mio studio, ho sempre pagato tutti in proporzione al loro apporto e in questo momento ho dovuto stringere i ranghi rinunciando a nuovi arruolamenti, ma alcuni curriculum che mi arrivano un po' mi preoccupano sarà che la grammatica diventa in epoca di pc e sms scelta opzionale ma ad un architetto juinior non ero preparato. mi direte: per una "i" in più quante storie! Ma è sul frontespizio del suo Cv, la nostra collega non sa che è inserita nella sezione "architetti junior" io ritengo indice di sufficienza che è peggio della ignoranza!
... dovrebbero scrivere "iunior", alla latina. Così è la legge.
Possibile che in tre anni di studi nessuno glielo spiega?
Personalmente mi preoccupano di più gli "stò" con l'accento. Sui "da" senza accento, voce del verbo dare, posso anche sorvolare, ma "qual'è" con l'apostrofo non si può vedere.
Rifiuto anche i curricula senza lettera di presentazione coerente con la richiesta.
Possibile che in tre anni di studi nessuno glielo spiega?
Personalmente mi preoccupano di più gli "stò" con l'accento. Sui "da" senza accento, voce del verbo dare, posso anche sorvolare, ma "qual'è" con l'apostrofo non si può vedere.
Rifiuto anche i curricula senza lettera di presentazione coerente con la richiesta.
io i curriculum che mi arrivano li faccio visionare prima alla mia segretaria che fa una prima scrematura e poi passa tutto all'ufficio risorse umane che provvede al resto... Sarà per questo motivo che non faccio caso ai dettagli ortografici.
La verità è che i tempi sono cambiati. In un mondo dove il lavoro è diventato "a gratis" il giovane si è preso la libertà di valutare a sua volta. Se il proponente non padroneggia la grammatica, se non padroneggia correttamente il linguaggio tecnico facendo figuracce ridicole (mi è capitato), se ti fa la lectio magistralis in sede di colloquio e spara più cavolate di quante ne avresti potute sparare tu alle scuole medie (anche questo mi è capitato), facendo nascere in te il desiderio di consigliargli di tornare all'università a studiare (non è che l'età ti da il bonus "io posso essere ignorante perchè sono più grande"), anche in noi ci troviamo "impreparati". E spesso non accettiamo di collaborare ("a gratis", perchè se ti pagassero, forse ci faresti un pensierino, ma solo ed unicamente per i soldi).
Giulio, diciamo che ormai le due parti sono arrivate alla pari. Io vado a fare i colloqui e poi quando torno a casa, mio padre mi chiede com'è andata. Ormai sono io che gli rispondo: "ho solo perso tempo, non era una persona seria", "non aveva nulla da offrire perchè mi ha convocato solo sapere come faccio a reperire clienti", "potevo starmene a casa a guardare la tv, ci avrei solo guadagnato", "è uno che non sa di cosa parla", "voleva che lavorassi gratis per lui perchè da solo non riesce ad aggiudicarsi l'incarico", "è uno che non avendo altro da fare, usa i colloqui come passatempo" ... lo stupore per una "i" in più non è paragonabile alle maledizioni che lanciamo noi!!!!
La "i" in più non è cosa da poco ed hai ragione. Ma non credo che il problema sia l'era dei PC o degli SMS, o meglio, non ne farei un caso generazionale. Certi errori purtroppo non hanno età e capita di leggerli anche nelle offerte di lavoro.
Diciamo che molti aspetti vengono criticati proprio per evitare di fare selezione su aspetti di rilievo e, invece, molto concreti ai fini dell'apporto in studio. Poi c'è da dire che una minima parte di professionisti liberi è in grado di riconoscere nei candidati qualità delle quali essi stessi deficitano.
poipoi stai scherzando? :-)
La maggior parte dei docenti non sa cosa sia un architetto iunior, e nel dettaglio nemmeno un architetto senior.....
Inoltre nelle facoltà talvolta chi viene pagato per dare informazioni sugli esami di stato, sostiene che i laureati di primo livello in architettura del paesaggio debbano sostenere l'esame di stato da paesaggisti.
Altro che I o J, non hanno la più pallida idea di come sia strutturato l'albo architetti.....e nemmeno gli interessa.
Il problema grave, è la fiducia che gli studenti ripongono in docenti, segreterie e ordini.
Forse non avete mai visto la dicitura Junior in timbri e tesserini rilasciati dall'ordine?
Detto questo, direi che un errore sul frontespizio di un cv, rende bene l'idea della cura con cui è stato scritto, ma come dare torto ad Arch&Cons?
La maggior parte dei docenti non sa cosa sia un architetto iunior, e nel dettaglio nemmeno un architetto senior.....
Inoltre nelle facoltà talvolta chi viene pagato per dare informazioni sugli esami di stato, sostiene che i laureati di primo livello in architettura del paesaggio debbano sostenere l'esame di stato da paesaggisti.
Altro che I o J, non hanno la più pallida idea di come sia strutturato l'albo architetti.....e nemmeno gli interessa.
Il problema grave, è la fiducia che gli studenti ripongono in docenti, segreterie e ordini.
Forse non avete mai visto la dicitura Junior in timbri e tesserini rilasciati dall'ordine?
Detto questo, direi che un errore sul frontespizio di un cv, rende bene l'idea della cura con cui è stato scritto, ma come dare torto ad Arch&Cons?
@Arch3B come darti torto?
Si tratta di una delle tante lacune che un laureato in Architettura deve colmare.
Quello che credo intenda Giulio, e io concordo, è che la cura che si pone nel preparare il proprio curriculum è sintomatica di come potrebbe affrontare altre situazioni.
Se non mette cura, se non s'informa nemmeno sulle cose che lo riguardano, perché dovrei affidargli un compito di responsabilità? Sai bene che anche un segno o un numero sbagliato può significare soldi buttati o multe o, peggio, problemi di sicurezza o di incolumità delle persone. È il motivo per cui siamo iscritti a un Albo.
Non sarà una prova definitiva, ma non depone bene per quel candidato. Potendo scegliere, scelgo uno che dimostra almeno di tenere alle proprie cose...
Si tratta di una delle tante lacune che un laureato in Architettura deve colmare.
Quello che credo intenda Giulio, e io concordo, è che la cura che si pone nel preparare il proprio curriculum è sintomatica di come potrebbe affrontare altre situazioni.
Se non mette cura, se non s'informa nemmeno sulle cose che lo riguardano, perché dovrei affidargli un compito di responsabilità? Sai bene che anche un segno o un numero sbagliato può significare soldi buttati o multe o, peggio, problemi di sicurezza o di incolumità delle persone. È il motivo per cui siamo iscritti a un Albo.
Non sarà una prova definitiva, ma non depone bene per quel candidato. Potendo scegliere, scelgo uno che dimostra almeno di tenere alle proprie cose...
Giusto per par condicio, oltre agli "architetti junior", io aggiungerei anche gli "architetti segnor" e i "desiner" ...
Per essere sinceri bisogna dire anche che c'è gente a cui arrivano i curriculum, ovvero titolari di studi, che scrive peggio (ma molto peggio) dei candidati ad un posto nello studio stesso. Fidatevi, sono tanti. A mio avviso non andrebbe fatta distinzione perché chiunque non conosca la grammatica dà una brutta impressione di se: giovane, adulto, anziano. Detto ciò, quando mando i CV li rileggo e li riguardo sempre attentamente, perché è chiaro che una disattenzione o un errore vero e proprio non sono indici di bravura e sono un "malus" nel momento in cui ci si presenta. Vado un po' fuori tema per complimentarmi con Giulio, perché tutti dovrebbero pensarla come te "mi piace vedere ragazzi nel mio studio" e soprattutto (cosa ormai inusuale) tutti dovrebbero pagare chi lavora per loro.
Oddio, e vogliamo parlare dell'uso ormai fuori controllo di REDARRE al posto di REDIGERE? Io ormai ho smesso proprio di usare questa parola, perché a forza di sentirla sbagliata ho paura che prima o poi scappi detto 'redarre' anche a me!!! :-D
E' vero poipoi, sono d'accordo con voi, e mi rendo conto che un possibile datore di lavoro, a prescindere dalla sua cultura personale, ha tutto il diritto di scegliere il candidato che, a parità di esperienza e capacità dichiarate su carta da altri, azzecca la dicitura corretta del suo titolo professionale :-)
Dire che un possibile datore di lavoro possa decidere "a prescindere dalla sua cultura personale" è veramente inaccettabile. Prova a diventare anche pianificatore, paesaggista e/o conservatore e a scriverlo nel curriculum, poi vedi che fai i colloqui perchè gli architetti pensano che tu sia "l'ortolano", "il fuochista esperto in abbattimento dei beni pubblici vincolati che non si possono demolire" e non mi stupirei se qualche architetto chiamasse il pianificatore perchè ha le competenze adatte per sistemare meglio il modellino ferroviario del figlio.
Arch&Cons, sarà inaccettabile, ma purtroppo o per fortuna.....è così.
Se un architetto affermato o comunque in grado di assumere dipendenti, non molto colto ne incline ad informarsi sul mondo, cerca un collaboratore a cui dare uno stipendio, ha facoltà di scegliere
tra i candidati a sua discrezione.(non mi fraintendere, io sono un "giovane" triennale spiantato dalle competenze ambigue, quindi credo di capirti piuttosto bene).
Il nocciolo del mio discorso però era un altro, se ho davanti due cv equivalenti, e sul frontespizio di uno leggo Dott. Cionservatore a caratteri cubitali, probabilmente non avendo altri elementi, tenderei forse a dare un pochino più credito all'altro se ha scritto in modo più curato il suo titolo professionale.
Se un architetto affermato o comunque in grado di assumere dipendenti, non molto colto ne incline ad informarsi sul mondo, cerca un collaboratore a cui dare uno stipendio, ha facoltà di scegliere
tra i candidati a sua discrezione.(non mi fraintendere, io sono un "giovane" triennale spiantato dalle competenze ambigue, quindi credo di capirti piuttosto bene).
Il nocciolo del mio discorso però era un altro, se ho davanti due cv equivalenti, e sul frontespizio di uno leggo Dott. Cionservatore a caratteri cubitali, probabilmente non avendo altri elementi, tenderei forse a dare un pochino più credito all'altro se ha scritto in modo più curato il suo titolo professionale.
Mah, io penso che le qualità emergano da:
1) Colloquio diretto;
2) Messa alla prova (non a compilare codici fiscali e non per 6 mesi).
STOP.
Il curriculum è come un menu, se leggo un menu ropoante poi mi portano una schifezza mi inca__o il doppio.
E non giudico un ristorante da come è scritto il menu ma da come ho mangiato.
1) Colloquio diretto;
2) Messa alla prova (non a compilare codici fiscali e non per 6 mesi).
STOP.
Il curriculum è come un menu, se leggo un menu ropoante poi mi portano una schifezza mi inca__o il doppio.
E non giudico un ristorante da come è scritto il menu ma da come ho mangiato.
sono d'accordo con Hermes. Tra l'altro col colloquio diretto vedi anche tu che tipi sono i "selezionatori". Mi sono capitate due o tre situazioni in cui, tra me e me, ho ringraziato che non mi abbiano richiamato perché mi avevano fatto una cattiva impressione.
Per Ally e giulio: non è per fare la signorina Rottermeier del caso... ma dire "i curricula" manco è troppo corretto.
In realtà certi termini di lingue straniere (morte o vive che siano) rimangono invariabili:
il film i film
il designer i designer
il media i media, ecc.
In realtà certi termini di lingue straniere (morte o vive che siano) rimangono invariabili:
il film i film
il designer i designer
il media i media, ecc.
a voler essere pignoli: un medium, i media. :-)
Ma desnip ha ragione. Alcune forme linguistiche un po' desuete rischiano di rendere il discorso lezioso e antiquato. E ci si rende anche un po' antipatici.
Molto dipende dall'interlocutore, ma in generale è meglio usare forme semplici e attuali, purché corrette.
Ma desnip ha ragione. Alcune forme linguistiche un po' desuete rischiano di rendere il discorso lezioso e antiquato. E ci si rende anche un po' antipatici.
Molto dipende dall'interlocutore, ma in generale è meglio usare forme semplici e attuali, purché corrette.
Desnip ti cito i consigli dell'ottimo Severgnini:
i plurali delle lingue straniere rimangono invariabili se ormai stabilmente entrati nell'italiano (i film, i referendum, i week end, i coiffeur), prendono invece il plurale se sono ancora considerati termini stranieri a tutti gli effetti. Ad esempio: i lander della Germania, i marines degli Stati Uniti.
i plurali delle lingue straniere rimangono invariabili se ormai stabilmente entrati nell'italiano (i film, i referendum, i week end, i coiffeur), prendono invece il plurale se sono ancora considerati termini stranieri a tutti gli effetti. Ad esempio: i lander della Germania, i marines degli Stati Uniti.