Ritengo il tema molto interessante e ammetto di essere in un terreno (il sito p+A) nel quale parto in netta minoranza, per completa onestà premetto che ho fatto il disegnatore negli studi con il tecnigrafo da quando ero al terzo anno della facoltà e che sono stato assistente alla cattedra di disegno e rilievo (ammesso anche al dottorato di ricerca...) ma tanti anni fa! Adesso i mezzi della rappresentazione sono cambiati, lucidi e graphos non trovano spazio né nei laboratori all'università né nei nostri studi.
Meglio così. Meglio così? già detto qui e altrove che il "mestiere dell'architetto" trova difficili canali di trasmissione, io ho imparato a fare rilevi mantenendo lo zero della rollina e ora faccio da solo con il disto, disegno (non bene come voi) ma con sufficienti risultati, quando posso spiego e cerco di condividere idee certo un po' desuete ma quello che vedo e sento sono decine di architetti che hanno la rappresentazione digitale come obiettivo. Per me è un MEZZO, come era mezzo il foglio di carta, mezzo di trasmissione del pensiero, del progetto non un fine. Certo rimango anche affascinato dai vostri risultati: ormai risulta sempre più difficile distinguere foto, rendering e combinazioni intermedie ma avete mai diretto un lavoro? avete mai spiegato al piastrellista come deve mettere una greca?, ovvero siamo ancora capaci di usare la matita da carpentiere? (quella rossa con la punta doppia a grafite morbida).
Un disegnatore ha scritto che la vera essenza dell'architettura è la rappresentazione digitale... mah!!
"la vera essenza dell'architettura è entrarci dentro"... Bruno Zevi
giulio : [post n° 343204]
MEDITAZIONI ARCHITETTURA DIGITALE
E' un discorso già molto affrontato.
Tu hai detto bene: il disegno digitale deve essere un MEZZO e non il fine.
Nel corso di questi ultimi due anni mi sono reso conto che anche il Rendering sta piano piano perdendo la sua forza comunicativa. Tutto ciò che è "patinato" alla gente inizia a piacere poco.
Se fino allo scorso anno il Rendering era uno strumento indispensabile per comunicare l'idea adesso si preferisce toccare con mano l'idea stessa...magari su un foglio e trovo più immediato e utile uno schizzo a matita.
Alle tue domande non è facile rispondere ma c'è da dire che non è il saper renderizzare che impedisce di conoscere la pratica professionale ("spiegare al piastrellista dove mettere una greca"). Ci sono decine di architetti che ancora disegnano a mano, non sanno usare il computer ne spiegare al piastrellista dove mettere la greca. Non è il rendering o la computer grafica che ci ha resi incompleti e/o incapaci di scendere nel pratico ma la formazione universitaria completamente lasciata al caso, fondata su problemi inesistenti e su laboratori di progettazione fantascientifici (progetti di fantasiose sale conferenze enormi, riqualificazioni di piazze infinite...). Tutto ciò è ridicolo.
Nel non sapersi rapportare con la pratica professionale il rendering c'entra ben poco.
Tu hai detto bene: il disegno digitale deve essere un MEZZO e non il fine.
Nel corso di questi ultimi due anni mi sono reso conto che anche il Rendering sta piano piano perdendo la sua forza comunicativa. Tutto ciò che è "patinato" alla gente inizia a piacere poco.
Se fino allo scorso anno il Rendering era uno strumento indispensabile per comunicare l'idea adesso si preferisce toccare con mano l'idea stessa...magari su un foglio e trovo più immediato e utile uno schizzo a matita.
Alle tue domande non è facile rispondere ma c'è da dire che non è il saper renderizzare che impedisce di conoscere la pratica professionale ("spiegare al piastrellista dove mettere una greca"). Ci sono decine di architetti che ancora disegnano a mano, non sanno usare il computer ne spiegare al piastrellista dove mettere la greca. Non è il rendering o la computer grafica che ci ha resi incompleti e/o incapaci di scendere nel pratico ma la formazione universitaria completamente lasciata al caso, fondata su problemi inesistenti e su laboratori di progettazione fantascientifici (progetti di fantasiose sale conferenze enormi, riqualificazioni di piazze infinite...). Tutto ciò è ridicolo.
Nel non sapersi rapportare con la pratica professionale il rendering c'entra ben poco.
posso riportarvi l'esperienza di mio fratello che vive negli Stati Uniti dove come lavoro progetta applicazioni cad per grandi studi di architettura: pare che abbiano come richiesta principale quella di applicazioni BIM a discapito del rendering. Ia lamentela di questi studi è che i clienti perdono la visione complessiva del progetto, la distribuzione degli ambienti, la successione degli spazi e dei volumi, la possibilità di manutenzione o meno dell'edificio, il suo consumo energetico ecc. per concentrarsi sui dettagli come il colore delle facciate o delle piastrelle, il carattere della scritta di un insegna o cose simili.
Esatto meteora. In effetti il rischio di concentrarsi su dettagli secondari con il rendering è altissimo.
Io nel corso degli ultimi mesi mi sono accorto che il fotorealismo nei rendering è praticamente inutile. C'è o non c'è per il committente non fa differenza. La cosa fondamentale per il committente è la rappresentazione 3D dei volumi (anche semplici cubi al posto delle sedie o dei tavoli). Al committente "X" manca la capacità di immaginare l'ambiente finito vedendo un 2D. Quello che è importante è immergerlo fisicamente in uno spazio a 3 dimensioni come accade nella realtà e non di fargli percepire la fuga del parquet in rilievo.
Forse un paio di anni fa questi dettagli erano maggiormente apprezzati. Oggi lo rimangono soltanto in alcuni contesti specifici come quelli relativi ai cataloghi (tipo IKEA).
Io nel corso degli ultimi mesi mi sono accorto che il fotorealismo nei rendering è praticamente inutile. C'è o non c'è per il committente non fa differenza. La cosa fondamentale per il committente è la rappresentazione 3D dei volumi (anche semplici cubi al posto delle sedie o dei tavoli). Al committente "X" manca la capacità di immaginare l'ambiente finito vedendo un 2D. Quello che è importante è immergerlo fisicamente in uno spazio a 3 dimensioni come accade nella realtà e non di fargli percepire la fuga del parquet in rilievo.
Forse un paio di anni fa questi dettagli erano maggiormente apprezzati. Oggi lo rimangono soltanto in alcuni contesti specifici come quelli relativi ai cataloghi (tipo IKEA).
Delle applicazioni BIM non avevo nozione, ora ho letto qualcosa su wikipedia grazie meteora, mi sembra proprio quello che intendevo ma la mia riflessione partiva dai post di daphne 342921e dandyfeiry 343202, visto l'entusiasmo? un corso avanzato e completo di rendering costa 4000 euro!!! Chiaro che ciascuno può spendere i propri soldi e impiegare il proprio tempo come vuole, ma mi sembra che stiamo scivolando in un bel mondo virtuale che ci darà molte soddisfazioni... virtuali!!
...scusate... ma voi ad oggi "Progettate Architettura"? Complimenti. Io sono rimasto qui in uff. con Architectural Desktop 2007 e rido in faccia ai fornitori di software che vogliono che mi aggiorni. Per cosa, per tirare linee o polilinee? Gli ultimi lavori parametrici sono del 2008- 2009. Poi... chi è che usa i "livelli"? Io penso molti usino un 3D sporco solo per moodellare.
P.S. molti clienti immaginano in 3D più di quanto pensiamo, solo che spesso immaginano le tende rosa in 3D ed un freddo modello, delle due, li spiazza.
P.S. molti clienti immaginano in 3D più di quanto pensiamo, solo che spesso immaginano le tende rosa in 3D ed un freddo modello, delle due, li spiazza.
anch'io come te mi sono laureato con i lucidi e i retini, ma credo che comunque sia un'ottimo campo in cui investire al pari di tanti altri settori della nostra professione. Ovviamente è necessario, come sempre, che dietro la mano ci sia collegato anche un "cervello pensante" altrimenti rischia di diventare puro ed inutile esercizio compositivo.
Concordo che ciò che occore al committente è la rappresentazione 3d, di qualsiasi tipo, e non il fotorealismo.
Ho un amico che fa bellissime prospettive a mano libera e i clienti impazziscono.
Ho un amico che fa bellissime prospettive a mano libera e i clienti impazziscono.
no. non ho mai spiegato a un piastrellista come mettere una greca, perchè considero fuori legge mettere le greche.
Io mi sto occupando di illuminotecnica da diversi mesi a livello professionale (mi occupo di tecnologia LED) e noto che in questo settore il 3D ha assunto maggiore rilevanza rispetto all'architettonico perchè permette di vedere la resa luminosa in termini di lumen, cosa che la gente non ha in mente. Quindi ci sono dei settori in cui il 3D è ancora molto importante ma nell'architettura ultimamente non è rilevante.
Cara Ily, altra roba...
io mi riferisco alle greche in opera...gessolini e coronamenti dei lampadari comprese...
roba da ingegneri e/o geometri...senza offesa eh.
io mi riferisco alle greche in opera...gessolini e coronamenti dei lampadari comprese...
roba da ingegneri e/o geometri...senza offesa eh.
Rileggendomi, in effetti ci sono diversi refusi....
mi chiedo..ma che so' ste greche da piastrellista?...cioè, che roba è, veramente, mi sfugge...come mi sfugge il motivo per il quale dovrei dare disposizioni diverse...
vabbuò..
comunque..in tema piastrelle
mo' ho finito un bagno...
mattonelle 20x20
solo nella doccia ho messo le 10x10 ( il mosaico costava quanto tutto il bagno )
insomma.. arrivo sul cantiere una mattina...e meraviglia delle meraviglie...trovo le mattonelle 10x10 che non filano in fuga con quelle 20x20
faccio notare la discrepanza, dovuta al fatto che il "riggiolaro" ( leggasi piastrellista in lingua partenopea) ha pensato bene ( per lui) di fa partire la fila dal piatto doccia, e non da terra, e il suddetto manovale della ceramica mi apostrofa così: architè, ma chill po nun se ver pecchè s'adda muntà a cabbbina doccia...avit capit?
passo a tradurre: esimio professionista della progettazione, nonchè della direzione lavori... le rendo noto che, pur avendo io me medesimo notato la discrepanza di cui lei mi accusa, tale non è, in quanto non dovuta a distrazione o ignoranza del sottoscritto, ma posta in opera consapevolmente: infatti successivamente provvederemo a montare la cabina doccia proprio nell'intersezione tra i due formati di rivestimento per wc, e indi codesta piccola traslazione verticale non si noterà più.
Ovviamente io ho obiettato, dandogli espressamente del "ciuccio", dicendogli che il fatto che non si noti non presuppone che il lavoro sia fatto ad opera d'arte. Contattati i clienti, ho ovviamente fatto notare la cosa proponendo loro una doppia strada:
1.rifacimento del rivestimento della doccia a spese dell'impresa, con un ritardo di consegna dovuto all'ordine di nuove mattonelle
2. sconto sostanzioso da detrarre dal preventivo di spesa
Indovinate che opzione è stata scelta
mi chiedo..ma che so' ste greche da piastrellista?...cioè, che roba è, veramente, mi sfugge...come mi sfugge il motivo per il quale dovrei dare disposizioni diverse...
vabbuò..
comunque..in tema piastrelle
mo' ho finito un bagno...
mattonelle 20x20
solo nella doccia ho messo le 10x10 ( il mosaico costava quanto tutto il bagno )
insomma.. arrivo sul cantiere una mattina...e meraviglia delle meraviglie...trovo le mattonelle 10x10 che non filano in fuga con quelle 20x20
faccio notare la discrepanza, dovuta al fatto che il "riggiolaro" ( leggasi piastrellista in lingua partenopea) ha pensato bene ( per lui) di fa partire la fila dal piatto doccia, e non da terra, e il suddetto manovale della ceramica mi apostrofa così: architè, ma chill po nun se ver pecchè s'adda muntà a cabbbina doccia...avit capit?
passo a tradurre: esimio professionista della progettazione, nonchè della direzione lavori... le rendo noto che, pur avendo io me medesimo notato la discrepanza di cui lei mi accusa, tale non è, in quanto non dovuta a distrazione o ignoranza del sottoscritto, ma posta in opera consapevolmente: infatti successivamente provvederemo a montare la cabina doccia proprio nell'intersezione tra i due formati di rivestimento per wc, e indi codesta piccola traslazione verticale non si noterà più.
Ovviamente io ho obiettato, dandogli espressamente del "ciuccio", dicendogli che il fatto che non si noti non presuppone che il lavoro sia fatto ad opera d'arte. Contattati i clienti, ho ovviamente fatto notare la cosa proponendo loro una doppia strada:
1.rifacimento del rivestimento della doccia a spese dell'impresa, con un ritardo di consegna dovuto all'ordine di nuove mattonelle
2. sconto sostanzioso da detrarre dal preventivo di spesa
Indovinate che opzione è stata scelta
arko te lo dico in napoletano e poi lo traduciamo per il resto di Italia. se facivi 'o disegn in facci 'o muro 'o riggular capiv comm vuliv e piastelll... esimio architetto se avesse eseguito una rappresentazione tridimensionale il posatore avrebbe compreso la disposizione del rivestimento. io ho un portamina marca Martini punta sei millimetri con cui faccio schizzi migliori di esecutivi
caro giulio, è esattamente quanto è stato obiettato dalle maestranze.
mea culpa allora...che dire... non credevo di dover specificare una cosa tanto ovvia, per di più ad operai che fanno questo mestiere da anni.
cmq, vabbè, è tutta l'impresa con cui ho avuto a che fare che fa acqua da tutte le parti... e non è solo un'espressione metaforica... dopo qualche giorno infatti si è scoperta una perdita al piano di sotto... avevano messo male un raccordo della centralina.... e vabbè...
dopo qualche altro giorno..ancora perdite... alchè mi reco sul posto, apro direttamente io le cassettine a pavimento..e meraviglia delle meraviglie, i tappi a pressione non erano stati, per l'appunto, messi in pressione...per cui occludevano lo scarico...
che aberrazione...roba da Leroy merlin...
ps
desnip cara, che salti mortali che si fanno, anche per comprendere a fondo l'idioma dell'operaio...
ricordo ancora quando, all'inizio della mia carriera da direttore lavori, mi fu posta la seguente domanda: nè, architè, ma a rattulella comm' a vulimm fà?
( esimio professionista dell'edilizia applicata, come vuole che sia realizzato il gocciolatoio all'intradosso dei balconi?)
la mia risposta fu la seguente: come l'avete sempre fatta.
mea culpa allora...che dire... non credevo di dover specificare una cosa tanto ovvia, per di più ad operai che fanno questo mestiere da anni.
cmq, vabbè, è tutta l'impresa con cui ho avuto a che fare che fa acqua da tutte le parti... e non è solo un'espressione metaforica... dopo qualche giorno infatti si è scoperta una perdita al piano di sotto... avevano messo male un raccordo della centralina.... e vabbè...
dopo qualche altro giorno..ancora perdite... alchè mi reco sul posto, apro direttamente io le cassettine a pavimento..e meraviglia delle meraviglie, i tappi a pressione non erano stati, per l'appunto, messi in pressione...per cui occludevano lo scarico...
che aberrazione...roba da Leroy merlin...
ps
desnip cara, che salti mortali che si fanno, anche per comprendere a fondo l'idioma dell'operaio...
ricordo ancora quando, all'inizio della mia carriera da direttore lavori, mi fu posta la seguente domanda: nè, architè, ma a rattulella comm' a vulimm fà?
( esimio professionista dell'edilizia applicata, come vuole che sia realizzato il gocciolatoio all'intradosso dei balconi?)
la mia risposta fu la seguente: come l'avete sempre fatta.
Uààààààààààààààà...... arko!!!
E' capitata la stessa cosa anche a me! Solo che io non ho avuto la stessa prontezza di riflessi e ho guardato il muratore con gli occhi sgranati e la faccia a forma di punto interrogativo....
P.S.: al che ora mi sorge un dubbio: ma non è che quello della "rattulella" è un giochino che fanno apposta quando si vedono arrivare in cantiere l'architetto sbarbatello fresco fresco di studi?
E' capitata la stessa cosa anche a me! Solo che io non ho avuto la stessa prontezza di riflessi e ho guardato il muratore con gli occhi sgranati e la faccia a forma di punto interrogativo....
P.S.: al che ora mi sorge un dubbio: ma non è che quello della "rattulella" è un giochino che fanno apposta quando si vedono arrivare in cantiere l'architetto sbarbatello fresco fresco di studi?