Gatta con gli stivali : [post n° 359710]
Altri lavori?
Buongiorno a tutti; lavoro in uno studio, oltre a non piacermi e ad occuparmi molto tempo , non mi permette di mantenermi; pagano poco e vogliono gli straordinari; io , spesso e volentieri, metto "dei paletti" a livello di orari, con grande fastidio di titolare e colleghi; beninteso, non tiro a campare, anzi, arrivo sempre mezz' ora/quarantacinque minuti prima e a volte mi accorcio anche la pausa pranzo; mi rifiuto però, specialmente in relazione allo stipendio, di fare notti e quant'altro, anche perché, più si fa tardi, meno rendo; nonostante ció, non mi mandano via, ma, o lo faranno tra poco, o saró io ad andarmene. Dato che ho visto che la situazione è cosí quasi dappertutto, e che non posso permettermi di andare all' estero, per vari motivi, mi chiedo se qualcuno abbia da consigliarmi lavori alternativi in cui " riciclare" il mio titolo! Grazie a tutti :)
Bella domanda! Se lo scopri fammi un fischio!!! Le imprese falliscono, gli studi vogliono solo schiavitù e per poco tempo nella vita, i paraculi le sedie le hanno già......non so che risponderti o meglio non basta una vita!
benvenuta nel club. Comunque i paletti fai bene a metterli e farebbero bene anche i tuoi colleghi.
Eh come riciclare il nostro titolo ce lo chiediamo un po' tutti, perché al momento le cose non sono facili per nessuno. Diciamo che dipende per prima cosa dalla città in cui ti trovi, potrebbero esserci ad esempio delle possibilità nel campo delle riviste di architettura o del design o della grafica, oppure nell'ambito delle imprese che producono materiali per l'edilizia (piastrelle, collanti, ecc.) sia a livello commerciale che di ricerca. Qualcuno si butta sulle specializzazioni inerenti sicurezza/antincendio/RSPP, sia a livello di redazione pratiche che di formazione del personale, nelle zone molto industrializzate ci sono ditte che campano su questo e hanno anche molto lavoro. Buona fortuna!
Si può, in Italy, "riciclare" solo con qualsiasi cosa abbia a che fare con la MANUTENZIONE di ogni sorta, che implica anche adeguamenti vari... tipo antincendio.. ..classi energetiche.. ..impianti vari...ecc ecc. MA mi chiedo io... se addirittura il lavoro di progettista viene concesso a tecnici vari, tipo ingegneri e geometri, cosa può un architetto in campi non suoi e già occupati? Non conviene aprire una gelateria? Non pagano di più altri lavori, anche come gratificazione personale? Occhio poi ai mille mila costosi corsi dove non impari nulla, sorti come funghi per calamitare gente disperata.
"ADDIRITTURA il lavoro di progettista viene CONCESSO a tecnici vari, tipo ingegneri e geometri".... oddio, ma è una VERGOGNA!!!!
Vai a vedere all'estero, dove ci sono mooolti meno arch. per abitante oltretutto, poi capisci. Quella dell'architetto è una professione intellettuale, il resto sono necessari ripieghi di riciclo.
A me sì. Lo preferisco a quando mi chiamano "il tecnico". Tecnico ci sarà lei, siamo uomini o caporali?!
Poi ci sono molti architetti che fanno i tecnici, ma questo è un altro problema che in confronto alla disoccupazione tuttavia non lo è assolutamente. Invidio chi è felice di fare il tecnico quasi quanto un geometra che può firmare un progetto.
L'architetto è purtroppo un mestiere da signori infatti. Oggi più che mai... ...e chissà Totò quante ne avrebbe sui tecnici che si inventano o sugli architetti morti di fame!
forse (anzi sicuramente) mi sfugge l'ironia della situazione, ma personalmente penso che considerare l'architetto un intellettuale sia una delle cause (anzi, LA causa) della rovina di questo mestiere.
Nell'ambiente dove lavoro, l'architetto che si autodefinisce "intellettuale" (ne abbiamo uno sottomano proprio ora) è finito.
Nell'ambiente dove lavoro, l'architetto che si autodefinisce "intellettuale" (ne abbiamo uno sottomano proprio ora) è finito.
Sin dall'adolescenza, nei momenti di difficoltà o di esaltazione, di scelte forzate o di strade in discesa, mi viene sempre in mente "life's what you make it" grande brano dei mitici talk talk
grandi i Talk Talk! E grande pezzo! Così come "It's my life", stesso gruppo, più volte ripreso da altri.
Anche il video girato in un parco di notte è molto forte. Pensate che Hollis ruppe col produttore perchè questi aveva pubblicato una raccolta di brani "rivisitati" senza il suo consenso. Per coerenza Hollis scelse di "mettersi in proprio" e fare musica molto meno commerciale e introspettiva. Un gesto nobile, forse anche reso possibile dal successo e dai guadagni del periodo precedente tuttavia.