miky : [post n° 376002]

Mettersi in proprio...

Secondo voi può essere una buona idea quella di aprire uno studio con qualche collega, pur essendo molto giovani? Avete esperienza in merito?
betta :
NO
jrk87 :
Ora, non è una buona idea. Se non hai un buon giro di public relations.
Alle :
se siete molto giovani andate all'estero e l'unico consiglio che posso darvi
il mercato e' strasaturo di architetti ormai
ArchiFra :
è un'idea epssima, non tanto per la questione di trovare clientela ma proprio di apprendimento della professione.
si può anche uscire con lode e bacio accademico dall'università, ma per il mondo del lavoro è carta straccia: la gavetta serve a questo, a vedere come si deve e non si deve lavorare, a imparare a fare una fattura, a trattare col cliente, a relazionarsi con un ente, a impistare una pratica in modo coerente, a creare un archivio sensato, insomma, a fare tutto ciò che rende un professionista.
e questo lo si impara solo andando a "bottega", cambiando quando ci si accorge che non si cersce più. purtroppo oggi come oggi gli studi cercano solo neolaureati con esperienza (che bell'ossimoro!) da non pagare e non formare
ArchiFra :
aggiugno che su questo forum almeno un terzo dei quesiti posti è da mettersi le mani nei capelli perchè sono fatti da giovani professionisti privi di esperienza che prendono lavori senza sapere nemmeno da che parte iniziare, e fanno degli errori mostruosi e in tali casi anche gravi
Edoardo :
Condivido, se non che "cambiare quando non si cresce più" lo si può fare solo se non si ha nulla da perdere e si è finanziati... sennò stai lì col cu_o anche se "non cresci" e ci stai eccome, se ti pagano.
alsi :
Quoto Alle... 2 anni fuori valgono piu' di 5 anni in italia in termini di esperienza, economico, opportunita' di affrontare piu' lavori e di scala mediamente maggiori.
ponteggiroma :
si... come è vero pure che puoi fare 20 anni fuori e poi arrivare qui in italia e rimanere bloccato su una scia per intervento su immobile ante 67... :-)
Edoardo :
Chi "va fuori" oggi ci deve andare per restarci.. non per fare l'esperienza qualificante come un tempo. Ergo, tutta la vita personale va costruità là. Dire che "fuori è meglio" è come dire che l'erba del vicino è sempre più verde... c'è caso e caso... predisposizione personale o meno. Un genio dell'arch. che non sa parlare inglese vale così così, come chi non si sa adattare, chi è "mammolone". C'è estero ed estero poi.
alsi :
Beh si e' probabile che dopo un anno a lavorare per opere per mezzo milione di euro si possa decidere di non tornare per la redazione di una SCIA su un immobile che magari poi si scopre ha un "Piccolo" abuso e ci si perde nella notte die tempi...
Insomma mettiamola cosi', dipende da Cosa si vuole fare, si vuole diventare un buon tecnico italiano, ok allora alla gavetta e alla ricerca del capo piu' volenteroso che ci racconta come vanno veramente le cose. La parola bottega penso si adatti bene a cio' che si deve cercare.
Volete usare i vostri primi anni per sviluppare capacita' progettuali a scale ampie? Allora a studiare una nuova lingua... Di qua non ci sono solo piu' opportunita', ci sono ambienti dove si impara il mestiere senza dover sbirciare o spiare, si danno responsabilita' per crescere nel proprio ufficio. A voi la scelta!
kia :
avrebbe senso se tu (giovane) aprissi qualcosa assieme ad un collega che ha più "anzianità di servizio".....perchè mettere assieme persone senza esperienza non porta a niente. Poi non so so se voi abbiate maturato una esperienza spendibile perchè dal post iniziale non si capisce molto delle condizioni al contorno. Ad ogni modo, questo è poco ma sicuro, non è che se si apre uno studio allora in automatico si catalizzano clienti.
sclerata :
ha senso se hai qualcuno che ti mantiene ed è disposto a farlo per tanti tanti anni.


Arch&Cons :
Il problema vero dei giovani è la credibilità. Non sono considerati credibili dai potenziali clienti. I colloqui da libero professionista alla fine risultano delle figuracce senza senso (da parte del cliente), spesso condotte inizialmente al bar davanti al solito caffè, con i baristi che si mettono le mani nei capelli e quando devi pagare ti guardano e insieme allo scontrino ti dicono sottovoce "senti, ho sentito tutto e mi permetto di darti un consiglio. Lascia perdere, gente del genere è meglio perderla che trovarla". Magari inizialmente ti intestardisci e non li ascolti, ma ancora prima di parlare di compenso (che non ti pagheranno mai) sei obbligato per cause di forza maggiore (aggressività, disturbo continuo, offese anche pubbliche perché il giovane deve stare zitto, è ignorante, pretese varie anche fuori orario con tanto di rincaro di insulti perché non ti sei sbrigato prima come se tu fossi il loro schiavo, ecc.) a lasciar perdere. Purtroppo se sei giovane ti scontrerai con questa mentalità: potrai anche essere il migliore nel tuo campo, ma siccome sei giovane devi contemporaneamente stare zitto perché non sei competente però fargli il lavoro a gratis. Quando gli dici di rivolgersi a qualche tuo collega, la loro risposta è che loro non pagano nessuno e di colpo, esce che hanno bisogno di qualcuno con il tuo curriculum perché sei meglio di niente e non trovano nessun altro in zona. Al che li ringrazi per tutto e li metti in lista nera.
miky :
che bella iniezione di fiducia per il futuro grazie XD
kia :
miky, si tratta di essere un attimo realisti....
Edoardo :
Ah, se vuoi ti iniettiamo anche tante cose belle... se preferisci sentirti gratificato. Sta a te ponderare questi suggerimenti/spaccati di realtà ed avere al contempo la maturità per capire che si possono comunque sempre avere delle possibilità, malgrado tutto... ...ma non sono le possibilità dei sogni adolescenziali bensì quelle reali che si devono ricercare facendosi il mazzo e magari con un pò di fondoschiena. Poi tutto è relativo al tuo benessere economico & amicizie private, e con la crisi è un aspetto micidiale... sia per mettersi in proprio sia per esperienzare gratis (magari in affitto) anzichè andare a lavorare.
fulser :
concordo con tutto quanto detto; in particolare con il "farsi il mazzo" che cita Edoardo; parliamoci chiaro, il mazzo sono veramente pochi quelli che hanno voglia di farselo, e comunque non ha niente a che fare con quello che si è fatto all'Università, quello era acqua di rose. Qui si parla di non dormire la notte per non sapere come pagare i conti.
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