Cari amici, è da qualche tempo che sono vittima di uno stato d'animo chè un misto tra senso di colpa e impotenza e tanto altro. Ho 39 anni, uno studio, una moglie e due figli. Da quando ho aperto il mio studio, sei anni fa, vivo in condizioni di indigenza. Non che mi manchi il lavoro, anzi, non potrei nemmeno lamentarmi, il fatto è che tra le spese e i prezzi bassi che uno è costretto a fare per non perdere i lavori, alla fine dell'anno rimane solo qualche migliaio di euro che si traduce in poche centinaia di euro al mese. Per non parlare poi del misero rimborso spese che riesco a dare ai miei due collaboratori che per me sono come due figli o forse due fratelli che aumenta grandemente il mio senso di colpa.
Molte volte mi sono chiesto se vale la pena continuare. La mia vita è la mia vita e non voglio sottoporre i miei figli a sacrifici solo per l'egoismo di voler seguire il mio sogno, ma allo stesso tempo non riesco a pensare di cambiare lavoro perchè ne sono follemente innamorato e lo sento come una missione per la quale sarei disposto a sacrificare la mia vita, come sto facendo.
Che fare? Voi come vivete la vostra situazione che come leggo dai vostri post potrebbe essere simile alla mia?
Tia : [post n° 376728]
Scoramento dell'architetto povero sull'orlo dei 40
non so come sia la tua situazion per cui mi baso solo su quello che scrivi: a me pare che ci sia qualcosa che non quadra nella tua gestione del lavoro.
dici di avere incarichi, che il lavoro non manca. bene, perchè mai svendi il tuo lavoro e di fatto ti prostituisci per due centesimi? piantiamola di regalare competenze salvo poi piangerci addosso. O puntiamo i piedi e ci facciamo valere chiedendo un compenso adeguato o ci svendiamo ma abbioamo il bun gusto di tacere: chi è causa del suo mal pianga sè stesso.
Hai due collaboratori, quindi vuol dire che di lavoro ne hai TANTO: ovvio che se fai preventivi a un dceimo di quello che valgono poi strisci nella polvere.
bho, io a leggere non riesco a compatirti perchè mi pare solo che ti metta da solo in una situazione esecrabile, avendo come base una situazione potenzialmente invidiabile per cui noi faremmo carte false, e cioè avere lavoro.
dici di avere incarichi, che il lavoro non manca. bene, perchè mai svendi il tuo lavoro e di fatto ti prostituisci per due centesimi? piantiamola di regalare competenze salvo poi piangerci addosso. O puntiamo i piedi e ci facciamo valere chiedendo un compenso adeguato o ci svendiamo ma abbioamo il bun gusto di tacere: chi è causa del suo mal pianga sè stesso.
Hai due collaboratori, quindi vuol dire che di lavoro ne hai TANTO: ovvio che se fai preventivi a un dceimo di quello che valgono poi strisci nella polvere.
bho, io a leggere non riesco a compatirti perchè mi pare solo che ti metta da solo in una situazione esecrabile, avendo come base una situazione potenzialmente invidiabile per cui noi faremmo carte false, e cioè avere lavoro.
Se mi svendessi ti darei ragione. Il fatto è che nel fare le parcelle non si sa mai bene comportarsi. Io faccio riferimento alla tariffa degli architetti e la sconto un po' per ovvie ragioni di mercato. Però per ogni lavoro che prendo ne perdo tre, ciò significa che c'è chi fa prezzi ancora più bassi. Forse effettivamente il lavoro che ho non è tantissimo e ne vorrei di più per la forza lavoro che ho all'attivo. Quello che scandalizza del mio post è la questione collaboratori e lo so. In realtà sono tirocinanti che lavorano con me per fare esperienza in virtù di alcune convenzioni con enti. Di certo non cerchereindegli aiutanti per poi pagarli una miseria. Però mi addolora il fatto di non riuscire a fare di più per loro. Sto solo cercando di capire dove sbaglio per migliorare.
io ho fatto la scelta di chiudere baracca e burattini e buttarmi sui concorsi pubblici: grande dolore e frustrazione ma avendo anche io un figlio piccolo e un marito con stipendio da statale ridicolo ho fatto la scelta sbagliata per il cuore ma giusta per la etsta. ora prendo davevro poco ma almeno ho lo stipendio garantito. se appena appena ci fosse una reale rirpesa non esiterei a tornare a far la libera professione
In realtà sono tirocinanti che lavorano con me per fare esperienza in virtù di alcune convenzioni con enti.
Puoi spiegarti meglio? Mi interessa...
Puoi spiegarti meglio? Mi interessa...
@Ponteggi: per lo meno a Milano e così: chi è iscritto all'Ordine/Inarcassa (e quindi vuol dire teoricamente che fai la libera professione=puoi insegnare a qualcun altro il lavoro) può dare disponibilità al Politecnico e agli Istituti per Geometri a ricevere tirocinanti, in quanto queste due categorie di studenti hanno l'obbligo di fare tirocinio, i primi nel triennio hanno l'obbligo di fare 120 ore e i nel biennio 270 (se non erro) per poter sostenere la laurea, mentre i secondi invece hanno l'obbligo di fare 2 anni di praticantato dopo essersi diplomati e quindi prima di poter sostenere l'esame di abilitazione.
Ogni professionista può mantenere non ricordo se 1/2 studenti tirocinanti alla volta. Tra l'altro i "contratti" che stipuli per lo meno con il politecnico vietavano (parlo di quando andavo io e quindi almeno 10 anni fa) qualsiasi forma di pagamento...era ovvio che chi era intelligente o di buon cuore corrispondeva almeno un rimborso spese (anche se vietato) mentre la maggior parte si "atteneva alle regole".
Questo vuol dire avere sempre qualcuno che ti aiuta con il minimo esborso di spesa. E' ovvio che all'inizio si perde sempre tempo per spiegare da capo come si fa un determinato lavoro, però e anche vero che il più delle volte ai tirocinanti si da da fare tutto il lavoro "noioso" che dobbiamo fare noi tipo: disegnare, fare fotocopie, compilare i moduli e reperire la documentazione, perdere tempo per andare a protocollare e/o consegnare documenti... etc...
Ogni professionista può mantenere non ricordo se 1/2 studenti tirocinanti alla volta. Tra l'altro i "contratti" che stipuli per lo meno con il politecnico vietavano (parlo di quando andavo io e quindi almeno 10 anni fa) qualsiasi forma di pagamento...era ovvio che chi era intelligente o di buon cuore corrispondeva almeno un rimborso spese (anche se vietato) mentre la maggior parte si "atteneva alle regole".
Questo vuol dire avere sempre qualcuno che ti aiuta con il minimo esborso di spesa. E' ovvio che all'inizio si perde sempre tempo per spiegare da capo come si fa un determinato lavoro, però e anche vero che il più delle volte ai tirocinanti si da da fare tutto il lavoro "noioso" che dobbiamo fare noi tipo: disegnare, fare fotocopie, compilare i moduli e reperire la documentazione, perdere tempo per andare a protocollare e/o consegnare documenti... etc...
@Valy qua puoi avere tirocinanti universitari solo se hai dipendenti...quindi gli studi che hanno tirocinanti universitari sono mosche bianche.
Invece i tirocinanti delle superiori (vedasi alternanza scuola lavoro de "La buona scuola") li possono accogliere tutti
Invece i tirocinanti delle superiori (vedasi alternanza scuola lavoro de "La buona scuola") li possono accogliere tutti
Tia a parte la questione tirocinanti, non dovresti avere sensi di colpa.
Ma dovresti comportarti da imprenditore e da architetto. Capisco comunque il dramma che non è solo tuo ma anche di una nazione e di una categoria intera. E la cosa mi rattrista molto.
Ma dovresti comportarti da imprenditore e da architetto. Capisco comunque il dramma che non è solo tuo ma anche di una nazione e di una categoria intera. E la cosa mi rattrista molto.
Ci sono enti privati che organizzano tirocini con fondi pubblici. Questi si sono rivolti a me per alcune richieste da parte di ragazzi e io ho accettato. Inoltre ci sono le università che fanno convenzioni con gli studi. Io ne ho una attiva e per gli studenti non occorre avere dipendenti, per i laureati invece sì.
Ponteggiroma, cercane nella tua zona, vedrai quanti ne trovi di questi enti. Io sono stato contattato senza muovere un dito.
Jrk87 , è vero, non basta essere architetti. Ho capito che è fondamentale il marketing, quello che voglio fare è potenziare un po' questo aspetto. Bisognerebbe praticare tutte quelle tecniche commerciali che prevedono il pagamento di prezzi alti valorizzando molto l'unicità del servizio.
Comunque, aldilà della questione tirocinanti io volevo solo sapere, voi come fate a far quadrare i conti a fine anno? Fate parcella piena? Lavorate in casa? Avete un sito fantastico che vi porta un sacco di clienti? Lavorate per un'impresa? Siete collaboratori stipendiati dignitosamente?
Personalmente credo che in questo momento storico pochi architetti riescano a far quadrare i conti, per evidenti motivi.
Sono però anche convinto che, proprio in virtù del momento storico che stiamo vivendo, il libero professionista come lo abbiamo fatto fino ad oggi non andrà molto lontano, e che bisognerebbe assolutamente strutturarsi diversamente attraverso specializzazioni, sinergie con altri colleghi, e cercare assolutamente di allargare gli orizzonti.
Una critica che però faccio alla nostra categoria è di essere pressoché incapace a mettere in atto qualcosa di simile, e questo non ci aiuta di certo.
Sono però anche convinto che, proprio in virtù del momento storico che stiamo vivendo, il libero professionista come lo abbiamo fatto fino ad oggi non andrà molto lontano, e che bisognerebbe assolutamente strutturarsi diversamente attraverso specializzazioni, sinergie con altri colleghi, e cercare assolutamente di allargare gli orizzonti.
Una critica che però faccio alla nostra categoria è di essere pressoché incapace a mettere in atto qualcosa di simile, e questo non ci aiuta di certo.
Quoto erre... ma per allargare gli orizzonti penso si debba andare oltre confine. La clientela italiana non la poi "allargare" e, tranne qualche rerissimo radical chic coi soldi, è totalmente restìa all'innovazione. P.S. e il radical chic se lo cucca l'archistar con dozzine di schiavi a 5 euro al giorno.
Sono d'accordo con te Edoardo, ma siamo sempre lì: in che maniera possiamo essere in grado di rivolgerci al mercato oltre confine? A mio avviso le possibilità sono solo due: o si fa l'emigrante per andare a lavorare in qualche studio all'estero, o ci si rivolge a questi mercati con una struttura importante, competitiva, specializzata, ecc ecc, non di certo con il piccolo studio, spesso monocomponente. Penso che queste caratteristiche, comunque, non guasterebbero neanche sul mercato italiano.
Ciao a tutti,
il titolo del post "Scoramento dell'architetto....." ha attratto completamente il mio interesse in quanto purtoppo anch'io sto vivendo questo "fastidioso" stato d'animo...... lo sò, siamo in molti in questa situazione... e oggi più che mai (almeno per me) lo scoramento si traduce in mancanza di fiducia e di prospettive.
Spesso mi capita di argomentare con conoscenti che svolgono professioni diverse (dipendenti privati e/o pubblici o imprenditori) il tema dello status dell'architetto.... e ne viene viene ancora dipinta quell'immagine di isola felice, dagli alti redditi, dalla libertà negli orari, dallo stile di vita ecc.... che mi fa incazzare.
Mi arrabbio perchè queste persone giudicano senza conoscere, mi infastidisco perchè non hanno mai provato nella loro pelle il sacrificio e la frustrazione nel far "vivere" una macchina come quella di uno studio professionale, cercando in continuazione nuovi lavori, lavorando molte ore, assumendosi grosse reponsabilità, mercanteggiarndo le parcelle per tenersi lavori e clienti e pagare alte spese dello studio ecc..... per poi magari incassare una miseria.
Con la crisi dell'edilizia, la liberalizzazione delle parcelle (vera disgrazia), le tasse elevate (...che ne dicano i politici) non vedo prospettive..... e di sola aria non si vive.
Allora anch'io come Tia mi chiedo che fare? Cosa dobbiamo inventarci per migliorare la nostra situazione?
Scambio volentieri opinioni ed idee tra colleghi.....
il titolo del post "Scoramento dell'architetto....." ha attratto completamente il mio interesse in quanto purtoppo anch'io sto vivendo questo "fastidioso" stato d'animo...... lo sò, siamo in molti in questa situazione... e oggi più che mai (almeno per me) lo scoramento si traduce in mancanza di fiducia e di prospettive.
Spesso mi capita di argomentare con conoscenti che svolgono professioni diverse (dipendenti privati e/o pubblici o imprenditori) il tema dello status dell'architetto.... e ne viene viene ancora dipinta quell'immagine di isola felice, dagli alti redditi, dalla libertà negli orari, dallo stile di vita ecc.... che mi fa incazzare.
Mi arrabbio perchè queste persone giudicano senza conoscere, mi infastidisco perchè non hanno mai provato nella loro pelle il sacrificio e la frustrazione nel far "vivere" una macchina come quella di uno studio professionale, cercando in continuazione nuovi lavori, lavorando molte ore, assumendosi grosse reponsabilità, mercanteggiarndo le parcelle per tenersi lavori e clienti e pagare alte spese dello studio ecc..... per poi magari incassare una miseria.
Con la crisi dell'edilizia, la liberalizzazione delle parcelle (vera disgrazia), le tasse elevate (...che ne dicano i politici) non vedo prospettive..... e di sola aria non si vive.
Allora anch'io come Tia mi chiedo che fare? Cosa dobbiamo inventarci per migliorare la nostra situazione?
Scambio volentieri opinioni ed idee tra colleghi.....
secondo le statistiche inarcassa i più in difficoltà sono i 50enni.
tia, ritieniti fortunato...
il reddito medio nella mia provincia per gli arch. sarebbe di 17.000 e rotti euro.
mah e boh
tia, ritieniti fortunato...
il reddito medio nella mia provincia per gli arch. sarebbe di 17.000 e rotti euro.
mah e boh
Sclerata, davanti a questi dati, simili peraltro a quelli provenienti da Inarcassa, mi chiedo sempre se non si faccia confusione tra reddito e fatturato.
io di anni ne ho 44, non ho figli (non ancora, purtroppo) , non ho dipendenti e per fortuna ho una moglie a contratto indeterminato.
la crisi morde fortissimo, noi architetti non facciamo sistema, siamo letteralmente tagliati fuori dai geometri (che fanno tutto ad un prezzo ridicolo... con la scusa della certificazione energetica portano a casa la ristrutturazione completa!) e dagli ingegneri, che in un mondo di scartoffie e burocrazia sono sempre un passo avanti. ogni paese ha cio' che merita. se non ci diamo una svegliata (fare sistema, creare attrattività, l'architetto questo sconosciuto) nel contesto generale saremo presto tagliati fuori!
la crisi morde fortissimo, noi architetti non facciamo sistema, siamo letteralmente tagliati fuori dai geometri (che fanno tutto ad un prezzo ridicolo... con la scusa della certificazione energetica portano a casa la ristrutturazione completa!) e dagli ingegneri, che in un mondo di scartoffie e burocrazia sono sempre un passo avanti. ogni paese ha cio' che merita. se non ci diamo una svegliata (fare sistema, creare attrattività, l'architetto questo sconosciuto) nel contesto generale saremo presto tagliati fuori!
archisandro, condivido le tue riflessioni sul modo di non fare sistema di noi architetti, ed ho provato più volte a dare una risposta concreta a questa problematica tutta nostra. Puoi dirci quindi, anche tu, cosa intendi operativamente per fare sistema, creare attrattività: noi singoli architetti (quindi senza entrare nei massimi sistemi, che purtroppo non governiamo) cosa dovremmo fare?
sinceramente non capisco cosa si intenda con questi frasi tipo: "fare sistema", "fare rete", aggregarsi", ma fra chi, fra i morti de fame?. E poi finiamola una volta per tutte di prendercela con i geometri, ingegneri, periti, geologi ecc.... La verità è che finora abbiamo tutti accettato la presenza di vere e proprie lobby all'interno della nostra professione, basate sulle conoscenze e non sul merito. La battaglia dovrebbe essere volta all'eliminazione di questi privilegi, a favore di un mercato della professione VERAMENTE LIBERO. In modo che tutti abbiano l'opportunità di partecipare agli affidamenti di incarichi e/o gare d'appalto fatte in maniera veramente trasparente e non stabilite nei salotti degli amici o meglio ancora dei parenti. State tranquilli che se ciò avvenisse veramente il "fare sistema" avverrebbe spontaneamente, ma questa volta fra professionisti veri e non fra privilegiati e schiavi.
Parlando di estero e di come "proporsi là"... nel capoluogo emiliano, dove falliscono le Coop dell'edilizia, il più grosso studio di arch (o uno dei più grossi), che ha fatto vari concorsi all'estero e dà da mangiare a vari rampanti architetti e non solo... smantella tutto (lasciando il minimo sindacale per tagliare le spese) e si trasferisce a Dubai addirittura senza avere commesse (m'è giunta voce di ciò). Questa è la realtà, o una realtà significativa.
ah ah.... io proporrei: esporiamo le coop (made in italy) in cina, magari almeno li ci cascano e le prendano come qualcosa di positivo
Intanto ho conosciuto un ing. in palestra con studione suo: ha due ragazzine ingegneresse/architette (quelle lauree strane che vanno ora) carine... ordinate e che scrivono tutto in piccolo sempre uguale, un ingegnere normale giovane ma sovrappeso... ...e una fantomatica designer (?) forse occasionale. Va alla grande coi terremoti vari, dice che fa anche architetture... ...e noi a che ca__o serviamo??? Buahahah! E' il caso di dire che ci hanno cosparso ben bene di vaselina e non ce ne accorgevamo nemmeno. Solo il "Grande COBRA" potrà salvarci, o altre trovate simili, buauhahah! P.S. ponteggi, si potrebbe fare qualcosa tipo FOOD&ARCHITECTURE... ...sulla scia di Eataly chissà.. "se te magni un rigatone te faccio un progettone" ...ma potrebbero scoprire che è una BUFALA...
nooo macché eataly. Io vedo già lo slogan: Legacoop: la prima cooperativa in un paese postcomunista... Un po' come il primo macdonald's in russia degli anni 90, solo al contrario... non so se mi spiego!
certo certo (ponteggiroma) mercato libero e trasparenza... e chi dice il contrario? solite cose insomma...
io dico solo che viviamo in un paese senza cultura. dico che il nostro mestiere è screditato perchè non siamo stati capaci di difenderlo, rilanciarlo, aggiornarlo. dico che quando senti parlare un architetto raramente parla bene di un suo collega mentre se senti parlare altri professionisti non solo non si denigrano così, ma si distribuiscono i lavori... fare sistema? fare sistema significa tante cose... un sano corporativismo che difenda le nostre competenze... basterebbe bloccare le pratiche irregolari che arrivano in commissione edilizia (a firma di geometri e periti), basterebbe organizzare qualche concorso di idee (che ne so': magari l'ordine provinciale insieme a qualche comune insieme si occupano di un'area sensibile)... giornali, pubblicità, una bella cassa di risonanza no? basterebbe poco, invece ognuno pontifica per poi farsi i fatti suoi, pensando per questo di essere piu' furbo...
io dico solo che viviamo in un paese senza cultura. dico che il nostro mestiere è screditato perchè non siamo stati capaci di difenderlo, rilanciarlo, aggiornarlo. dico che quando senti parlare un architetto raramente parla bene di un suo collega mentre se senti parlare altri professionisti non solo non si denigrano così, ma si distribuiscono i lavori... fare sistema? fare sistema significa tante cose... un sano corporativismo che difenda le nostre competenze... basterebbe bloccare le pratiche irregolari che arrivano in commissione edilizia (a firma di geometri e periti), basterebbe organizzare qualche concorso di idee (che ne so': magari l'ordine provinciale insieme a qualche comune insieme si occupano di un'area sensibile)... giornali, pubblicità, una bella cassa di risonanza no? basterebbe poco, invece ognuno pontifica per poi farsi i fatti suoi, pensando per questo di essere piu' furbo...
archisandro, io non so come si comportino gli altri professionisti nei confronti dei colleghi, ma di una cosa sono sicuro: nel nostro settore ci sono professionisti bravi e professionisti che si dovrebbero solo vergognare del titolo di cui si fregiano...E sarei pronto ad andare davanti ad una commissione disciplinare con prove alla mano per aiutare a fare un po' di pulizia.
Altro che fare sistema, io insieme a certi soggetti, non ci farei nemmeno il progetto della casetta per il cane
Altro che fare sistema, io insieme a certi soggetti, non ci farei nemmeno il progetto della casetta per il cane
...come in tutti i settori... non è che la laurea ti nobiliti o ti faccia da scudo... io sono componente del consiglio di un ordine provinciale (siamo a nord-est d'italia), sono componente della commissione parcelle, sono componente di una commissione edilizia di un comune di medie dimensioni... ne vedo di tutti i colori... però, torno a dire (anzi, lo ribadisco proprio per questo) noi architetti avremmo tutti i titoli per riprendere in mano il mercato edilizio/immobiliare, per diveentare i capofila di un percorso virtuoso... se non lo facciamo è per poca volontà da parte nostra