gisell : [post n° 377059]

CONSIGLIO PER UNA STUDENTESSA AL PRIMO ANNO DI ARCHITETTURA

Salve a tutti, sono una ragazza di 19 anni che ha bisogno di un consiglio spassionato su ciò che mi prospetta in un possibile futuro da architetto. Mi sono diplomata lo scorso anno da un liceo scientifico ottenendo un buonissimo risultato (95/100 ) , durante l'estate mi sono preparata per il test di architettura nonostante fossi in spagna grazie ad una borsa di studio. A settembre passo con un buon risultato il test e mi iscrivo alla facoltà di architettura del politecnico di milano . premetto di essere una ragazza molto studiosa e seria, fin da piccola sono rimasta affascinata da tutto l'ambiente del design e dell' architettura, proprio per questo la mia scelta universitaria era già più che sicura dalla quarta liceo. in quinta inizio a rendermi conto che gli sbocchi lavorativi per un neolaureato in architettura non sono dei migliori, nonostante qualche ripensamento decido di buttarmi su questa rischiosa scelta universitaria. purtroppo solo ora, dopo un analisi ed una ricerca più approfondita , mi rendo conto che il futuro di un architetto non è solamente difficoltoso , è assolutamente impossibile . leggo pagine e pagine di forum in cui architetti frustrati si lamentano della loro scelta , e sinceramente la cosa mi spaventa moltissimo non per essere cinica , ma preferirei vivamente investire cinque anni di sforzi, studio e denaro su una facoltà che mi permetta di avere un buon futuro . la mia idea non è mai stata quella di rimanere in Italia a lavorare ( ho una doppia cittadinanza panamense e parenti stretti che vivono a new york ), perchè fin dai tempi del liceo ero consapevole che il mercato edilizio in Italia è completamente saturo e che un architetto ogni 400 abitanti è realmente di troppo. però in questi mesi mi sono resa conto che il mercato dell'architettura non va molto bene nemmeno all'estero, e questo mi spaventa davvero tanto. mi piacerebbe conoscere i vostri pareri e consigli, alla fine del primo semestre ho una media del 30 ( quindi da un lato mi dispiacerebbe buttare tutto via ) , ma d'altra parte la mia famiglia non naviga nell'oro e sono disposta ad impegnarmi altrettanto in un altra facoltà come ingegneria o medicina se ciò mi potesse assicurare un futuro molto migliore ( anche se in questo caso eserciterei la professione in modo più mediocre dato che non sarebbe la mia passione ) .... vorrei quindi sapere se secondo voi all'estero potrei avere una qualche speranza in più di ottenere un buon lavoro come architetto e magari aprire un mio studio . scusate l 'ingenuità ma purtroppo alle superiori nessuno ti preparar all'amara realtà lavorativa
marS :
Purtroppo non c'è nessuna garanzia che all'estero troverai uno sbocco professionale...sicuramente ci saranno più opportunità rispetto al nostro paese. Scegliere ingegneria potrebbe darti un piccolo aiutino in più rispetto ad architettura, ma credo che sia ben lontano dal porre le basi per un buon futuro...A meno che tu non voglia valutare ingegneria ma con tutt'altro indirizzo (informatica, gestionale, ecc..)...
Se fossi al tuo posto, dato l'alto rendimento negli studi ma con poche conoscenze nel nostro settore, valuterei un cambio radicale di rotta perché sei ancora in tempo. Probabilmente non sarà il lavoro della tua vita ma come si dice " l'appetito vien mangiando" soprattutto se a fine mese riuscirai a guadagnare uno stipendio minimo per vivere normalmente e non sopravvivere nella migliore delle ipotesi. Capisco che le proprie passioni e attitudini sono determinanti nella scelte ma credo che ognuno di noi abbia la possibilità ed il dovere di valutare un piano B.
Te lo dice uno che per fare questa professione purtroppo si è licenziato circa 10 anni fa da dipendente a tempo indeterminato presso una grande azienda perché non era il lavoro dei suoi sogni.

jrk87 :
non fare lo sbaglio che fanno tutti: scegliere un corso di laurea solo in funzione del lavoro.
Asseconda solo le tue passioni e le tue inclinazioni. Per me il migliore corso di studi che puoi fare è quello che ti piace fare.
step :
Ciao gisell, io non vorrei mai che mi curi un medico che è un mancato architetto...secondo me determinate professioni oltre ad una certa attitudine allo studio, al lavoro, al sacrificio, richiedono anche una certa indole. Per cui impegnarsi semplicemente non basta. E' vero oggi che le opportunità professionali sono drammatiche ma del domani chi ne può sapere. Un esempio. Il D.M. 26 giugno 2015, riguardante l'efficienza energetica, ha gettato un seme che potrebbe aprire qualche scenario o sviluppo nuovo...chissà...Poi se sei cittadina del mondo, nel vero senso della parola, può essere più semplice. Se sei generalista, cioè hai la capacità di poter studiare qualsiasi cosa, allora è giusto considerare anche altre strade. Forse, mi sentirei di dirti, meno settoriali appunto come l'architetto, ma aperte a più e diverse opportunità lavorative...
maya27 :
Sono d'accordo con jrk87, per rispondere a step, io non vorrei neanche che mi curi un medico che fa il medico solo per guadagnare (e purtroppo ne ho conosciuti molti).
Quello che posso dirti, io sono una di quelle che indirettamente hai citato, "frustrata" non tanto, ma qualche ripensamento, solo ora che ho iniziato la professione, lo ho avuto, ma purtroppo per determinate situazioni che si vivono.
Posso dirti questo: mi sono iscritta ad architettura, con il fascino di quello che andavo a studiare, senza mai pensare agli sbocchi lavorativi, né a che guadagno mi potesse portare. Ogni corso che facevo c'era un prof che diceva "questi sono tempi duri per voi architetti, il mercato si è fermato e in crisi" e l'ho sentito ripetere per tutti i corsi, per cinque anni consecutivi. Gli anni di università sono stati ricchi di esperienze: dal giro d'Italia con la prof di Storia dell'Architettura, ai cantieri con i prof di tecnologia, sicurezza e con il tirocinio formativo. Ho conosciuto il mondo del lavoro: i suoi due lati, quello positivo in cui il tecnico di turno, per il quale facevi il disegnatore "perdeva" il suo tempo ad insegnarti (ed anche se ti pagava poco, ti riscattava con l'esperienza) ed il mondo all'interno di uno studio professionale, in cui i primi due anni sono stati una favola: si lavorava bene, si guadagnava altrettanto, ho avuto esperienza sia con il pubblico che con il privato, e poi finita male.
Ma a parte la "drastica fine", che mi hanno catapultata nella terza realtà, quella del libero professionista, per quanto nei momenti di sconforto penso di aver buttato 11 anni della mia vita, posso dire che se dovessi rifare la scelta mi riscriverei ad Architettura: quando feci il test, mi iscrissi per 3 corsi di laurea perché dovevo fare a tutti i costi Architettura: era la mia scelta, era la mia ispirazione, era quello che volevo fare, senza se, senza ma, senza "e poi" ... Per passione, per piacere ho dato tutti gli esami ai primi appelli, senza portarmi nessun esame alla sessione successiva .... quando dopo anni ho fatto l'esame di stato la prima cosa che ho pensato è stata "e adesso che faccio?!".
Questo per dirti, che tutta la vita è una montagna russa, fatta di alti e di bassi, di momenti positivi e negativi ... quando trovai subito lavoro (a tempo indeterminato) mi dissero che avevo una fortuna che nessuno mai avrebbe avuto, ora mi chiedo dove siano quelle persone che mi ritenevano tanto fortunata.
Il lavoro si inventa, soprattutto con la creatività dell'Architetto .. ed il bello di questo corso di studi è che ti permette di avere la mente ampia, aperta, ed è talmente "dinamica" e variabile che non ti stanchi né di studiare né di imparare. Sì, non è una passeggiata, alcuni esami sono tosti, alcuni esami non ti faranno neanche dormire per notti intere e ripetute ... ma quello che ho sempre pensato è che studiare una cosa che ci piace non ti pesa: io facevo 120 km al giorno da pendolare, uscivo prima dell'alba e rientravo dopo cena, mangiavo a panini o quello che capitava, quando riuscivi a mangiare, eppure, gli anni di università non mi sono mai pesati, né mi sono mai sentita stanca, come forse lo sono ora.
Per cui, non scoraggiarti, se è questa la tua vocazione, falla senza pensare al futuro (anche i miei non navigavano nell'oro e mi sono pagata i corsi di studi con borse di studio e lavoretti il fine settimana), fa' quello che ti piace, poi chissà, forse ci sarà una risalita anche per la nostra attività!!
Non fare scelte sulla base di cose "ignote" che in un futuro, però, possono pentirti. Ti ripeto, anche io ogni tanto ho lo sconforto, ma se riguardo indietro, ritrovo la forza per continuare e per non buttare via quella bella esperienza che questo corso di studi mi ha regalato.
In bocca al lupo.
Arci :
Leggo tante belle parole, ma alla fine se vuoi una laurea che ti dia sbocchi lavorativi VERI ed uno stipendio per lo meno dignitoso, cambia del tutto settore. Non so dirti se all'estero la situazione sia migliore, ho amiche che lavorano all'estero (francia, germania) sono assunte in grossi studi ed alla fine guadagnano quanto un operaio specializzato in Italia. Aprire uno studio proprio, anche se all'estero, non mi sembra cosa così facile, per una donna, mi spiace dirlo, secondo me anche meno di un uomo. Certo e' anche che se decidi per l'estero devi essere consapevole che all'estero dovrai fondare tutto il tuo futuro: non si tratta di fare 1 o 2 anni di erasmus...
Ora, molto dipende dalla concretezza della tua passione. Molti si iscrivono ad architettura con una idea falsata di cio che li aspetta. Pensano sia una professione creativa, quasi da artisti, hanno in mente i grandi progetti delle archistar. La realta' e' molto meno poetica, fatta di burocrazia, computi, regolamenti, aspetti tecnici vari che non sempre sono trattati nei fantomatici corsi di laboratorio. Hai gia' passato un anno di facolta', dovresti aver chiarito qualche tuo dubbio. Fermati un attimo e pensa se te la senti di percorrere fino in fondo questa strada, se questa è la tua passione VERA. In tal caso, prosegui senza dubbio. In caso contrario, lascia prima di pentirtene...
sclerata :
avete ragione tutti e nessuno...

con il cuore ti dico che se senti che architettura fa per te, devi continuare.
con la testa invece ti dico che in questo momento avrei voluto studiare da estetista, avere una casa di mia proprietà e una famiglia.

Ciffo :
Non posso che sottoscrivere sclerata. Idem. (ma non estetista eh!)
Lolo :
Consiglio per una studentessa al primo anno di architettura: cambia settore. Tra qualche anno ci ringrazierai.
fulser :
io invece consiglio vivamente estetista (o nell'ambito). E non scherzo.
lori :
Ricostruzione unghie...corso che permette di utilizzare la fantasia e di servire a tavola la pagnotta.
Per quanto abbia amato la Facoltà di Architettura e la professione di architetto purtroppo, ora come ora, non me la sento di consigliarla a nessuno e io stessa trovassi farei altro. Questo non è vivere è sopravvivere (almeno per quel che mi riguarda).
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