valivali : [post n° 378048]

Giovani architetti e maternità... Forse è il momento di cambiare mestiere

Cari colleghi, ho 31 anni e il primo figlio in arrivo, forse è un po' presto per un architetto, avrei dovuto aspettare qualche anno, ma ahimè, o per fortuna, non lo so, è arrivato. Mi trovo in una situazione particolare, ho cambiato posto di lavoro, grazie alla famosa partita iva che permette ai miei datori di lavoro di essere una spesa e se me ne vado, o in questo caso, visto che sono incinta e inizio ad essere un problema perché pretendere di stare a casa un mesetto prima e di non tornare il giorno dopo il parto in cantiere, devo anche fare delle visite, un corso Pre parto e tutto ciò che normalmente si fa quando una donna ai trova in stato interessante. È meglio non far vedere che ad un certo punto si è stanchi e che la gravidanza ti porta ad avere degli squilibri d'umore. Non si deve parlare della propria condizione, se nevica si va comunque in cantiere con situazioni di alto rischio di scivolare. Non importa, i rilievi si fanno comunque anche se ci sono dei buchi pazzaschi nei solai, e non si ha più l'agilità di prima. Ma tutti i diritti acquisiti nell'evoluzione e nel progresso della società per la tutela della donna e del bambino? Non esistono? È risaputo che noi giovani lavoriamo solo grazie alla partita iva ma che gli orari di lavoro sono comunque da ufficio con ore ed ore di straordinario mai pagate. Mi domando ma chi ce lo fa fare? La passione, certo, andiamo avanti fintanto che non rimani incinta e devi reinvertarti ad un passo dal parto perché Inarcassa ti pagherà tra qualche mese. Mi domando come si è arrivati ad una situazione così disastrosa e priva di tutele. Penso sia finito il tempo di stare a guardare e iniziare ad alzare la voce. Solo portando le proprie esperienze alla luce del sole possiamo cambiare le cose. Una presa di coscienza e di condanna verso questomondo-modoo è necessaria. È un appello non rimaniamo zitte, non è giusto per le generazioni che verranno.
ArchiFra :
sul sito di ada-donne architetto, c'è la sezione con tutte le esperienze proprio di colleghe con la maternità. c'è anche la mia storia, e una è peggio dell'altra
fulser :
non è affatto presto, anzi (ma questa è una mia fisima), e vedrai che questo ti avvantaggerà in futuro.
Non entro in merito delle considerazioni professionali altrimenti non ne usciamo..... Ti faccio tanti tanti tanti auguri e se puoi replica!!
71.82 :
Non sai come ti capisco. A 32 anni e incinta del primo figlio sono andata in cantiere sino all'ultimo giorno, saltando da un'impalcatura ad un'altra ad almeno 10 metri d'altezza, con tutti i rischi che ciò comporta, per non parlare dei muratori che con la minima sensibilità ancora considerano la donna in cantiere meno di zero. E una volta partorito, i nuovi clienti ti chiamano per fissare incontri di lavoro e tu non puoi dire di no anche se allatti al seno ogni due ore. I soldi della maternità erogati da Inarcasa, la stessa se li riprende con le rate di giugno e settembre, ma per fortuna che c'è questa indennità, altrimenti avrei chiuso l'anno con i debiti alle stelle. Ora che mia figlia ha 1 anno, mi sveglio alle 6 della mattina per lavorare sino a quando lei non si sveglia e per fortuna che si sono i nonni a darmi una mano, chi può permetterselo il nido?....Situazione indecente lo so!
Kazuio :
Cara collega, io di anni ne ho 34 e il primo figlio è arrivato da poco! Ancora è la gioia lo stato d'animo prevalente ma non ti nascondo l'ansia per una incertezza lavorativa che da falsa partita Iva mi fa indignare. Vorrei andare oltre l'indignazione e denunciare ma mi sento sola. Eppure siamo tante..perché non proviamo a fare qualcosa tutte insieme?
Archimarta :
35 anni e mamma di due figli di quasi 4 e di quasi 2 anni. Ho lavorato fino all'ultimo in entrambe le gravidanze e ripreso pressoché subito nonostante due cesarei. In realtà io non potrei vivere senza lavorare perché amo quello che faccio. Con le unghie e con i denti sto cercando di costruirmi un mio spazio di lavoro totalmente autonomo anche se sono ancora invischiato al momento negli ultimi lavori di collaborazione.
Quello che mi dà più fastidio è il vedere trattati i miei figli come bambini di serie b e passare per mamma egoista. Lavoro continuato 9-17 e i bambini sono al nido o alla scuola materna. E dopo averli messi a letto mi capita spesso di rimettermi a lavorare fino a mezzanotte o giù di lì. Quello che manca nel nostro paese sono servizi a tutela della maternità. Servizi veri, non gli 80 euro che lasciano fuori sempre i soliti e che concretamente non servono a nulla. Servono servizi di asilo nido convenzionati a tariffe sostenibili, flessibilità di utilizzo, facilità di accesso, aiuto concreto a tutte le famiglie che investono sul futuro mettendo al mondo un figlio. Questa è la vera tutela del diritto alla maternità non l'elargizioni di un assegno da parte di una cassa che con una mano te lo da e Von due se lo riprende.
Lolo :
Finche' esistera' il cancro della finta partita iva non si risolvera' nulla. Purtroppo chi e' al governo e' rimasto alle lotte tra padroni ed operai, come nell'Ottocento, mentre chi ha p.iva e' il ricco evasore...
Lados :
36 anni, partita iva vera da libera professionista, il che vuol dire che al momento guadagno ancora meno delle finte partite iva. Avere figli non è una mia priorità, nel senso che accetto l'ipotesi di non averne ma non accetto l'idea di rinunciare al lavoro per occuparmi della famiglia. Perciò non li cerco ma se dovessero arrivare potrei cambiare completamente opinione, anche questo lo accetto. Nessuno dei molti colleghi (architetti o ingegneri miei coetanei, uomini o donne) con cui collaboro ha figli. Si tratta di un problema diffuso e generalizzato da parte di entrambi i sessi. Purtroppo siamo capitati nel peggiore dei periodi ma quello dell'architetto è sempre stato un mestiere molto molto duro, che ti porta a fare delle scelte.
Sandra :
Salve, io sono Sandra ho 38 anni e sono mamma di due bimbi uno di 3 anni e l'altro di soli 4 mesi. Fare la mamma e l'architetto, se non hai qualcuno che ti aiuta, é praticamente impossibile, in più in cantiere sei un problema, troppi rischi... Nella mia prima gravidanza, ho avuto un distacco di placenta a causa del lavoro, ero incinta e mi hanno mandata sola a depositare 4 scatoloni di faldoni in un'altra città, nonostante avevo fatto presente che non potevo farlo sola. Il giorno dopo, mi sono svegliata con le emorragie. Altro che comprensione, mi sono trovata all'improvviso a dover stare a letto perché rischiavo di perdere mio figlio e senza lavoro... Nonostante il sudore speso per fare molte cose non di mia competenza, hanno fatto presto a sbarazzarsi di me, pensare che ero co.co.co che lavorava in un comune. Ma quando svolgi anche il lavoro degli altri, é difficile che se ti assenti non ti rimpiazzano, chi avrebbe lavorato? É triste ma per noi non c'è il minimo di tutela. In questa gravidanza, ho sofferto di preclapsia e non ho avuto il diritto ad un giorno di riposo, in cantiere devi comunque andare ed al committente a cui sei stato costretto a fare una parcella bassa, perché non poteva permettersi di pagare di più, alla fine non importa nulla se hai delle difficoltà, anzi ne approfitta per accollarti responsabilità che non ti competono. Io credo di essere uguale a mia cognata che si è fatta 5 mesi di interdizione, 5 di maternità ordinaria e adesso sta usufruendo della gravidanza straordinaria. Sarebbe ora di cambiare registro. I nodstri figli dovrebbero avere gli stessi diritti dei figli dei dipendenti, o degli extracomunitari...
desnip :
Ma non so in che mondo vivete! Io fortumente vivo a Napoli.
E anche qui non c'è lavoro, per quel poco che c'è ti sfruttano senza pagarti, magari ti licenziano se sei incinta, ecc. ecc.
Però nessuno, e dico nessuno, dei muratori che conosco permetterebbe a una donna con una pancia di 9 mesi di saltare su per i ponteggi, e nessun titolare farebbe sollevare scatoloni pesanti a una donna incinta...
ARCHInoia :
Nel nuovo testo di legge noto come Jobs Act dei Lavoratori Autonomi si parla anche di maternità, ma le sfumature di cambiamento sono davvero sottili. Qui trovate il testo (articoli 8, 9, 10): http://bit.ly/ddl-autonomi

@valivali non ti scoraggiare e congratulazioni :-)
Cate :
38 anni, due figli di 5 e di 2 anni. Fino a tre anni fa part-time (ovviamente finta partita iva...) in uno studio più alcuni lavori miei, poi ho mollato per avere tutto il tempo a disposizione per provare fare la libera professionista "vera". Non posso dire che quando lavoravo in studio la mia prima gravidanza sia stata accolta con i fuochi d'artificio, ma nemmeno sono stata discriminata e obbligata a fare i numeri da circo.
Sono stata fortunata, ho avuto una gravidanza senza problemi e lavorato fino all'ultimo. Ho ricominciato a lavorare da casa dopo un paio di mesi e rientrata in studio dopo sei (per scelta... fare la mamma a tempo pieno per me è stato devastante). Abito nel freddo nord-est, ma quando ero incinta nessuno mi ha mai costretto a sollevare scatoloni o a fare l'alpinista sui ponteggi, in un cantiere mi sono addirittura trovata l'operaio che mi seguiva con la sedia :-)

Il tempo per visite, analisi... me lo sono sempre preso senza chiedere per favore, è un nostro diritto sia da dipendenti che da libere professioniste e su questo non dobbiamo cedere di un millimetro!
Ricordiamoci anche che, incinte o no, un rilievo in un edificio con i solai in fase di crollo non vale la nostra vita e neanche una gamba rotta ed eventualmente ricordiamo anche a chi ci manda che è civilmente e penalmente responsabile della nostra incolumità.
Da libera professionista al 100% riesco ad organizzarmi il lavoro senza fare grandi catastrofi, ormai sono abituata ad avere una mente "elastica" e pronta ai cambiamenti di programma... però vi assicuro che qualche volta ho rimandato appuntamenti all'ultimo minuto causa febbre a 40 o corsa in pronto soccorso con l'aspirante suicida di turno e non è morto nessuno! Io ho la fortuna di avere un buon supporto familiare, ma anche due colleghe/amiche/mamme con cui ho costruito una ormai consolidata rete di appoggio lavorativo che sfruttiamo reciprocamente in caso di bisogno.
Un'ultima cosa e poi chiudo la predica: i figli nella maggior parte dei casi si fanno in due... a parte il piccolo "problema" allattamento l'organizzazione di casa e pupi dovrebbe essere gestita da entrambi... non pensate che anche questo sarebbe un grosso aiuto nella nostra professione?
ponteggiroma :
Cate: 30 e lode con bacio accademico...
Lolo :
Cate, te lo sei detto da sola: sei stata fortunata e supportata dalla famiglia, e buon per te. Ma se vogliamo basare la maternita' delle "libere professioniste" sulla fortuna o sull'avere qualcuno che le mantiene... Poi ci si stupisce se in Italia le nascite sono sottozero. Purtroppo non vedo soluzione prossima tra maternita' "di serie A" e quelle "di serie B".
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