Ciao a tutti!
Ho un paio di quesiti da porvi in merito a compensi/pagamenti/stipendi o SOLDI DOVUTI in generale:
1: ho lavorato per mesi come "collaboratore" presso uno studio di architettura, senza contratto e con partita iva, emettendo fattura ogni mese. Ora che sto per andarmene, come comportarmi in caso non mi venissero saldate delle fatture?
(Ovviamente mi è già capitato in passato e dopo mesi di mail e telefonate, le fatture mi sono state saldate dalla società di ingegneria per cui lavoravo, ma in quel caso avevo un "contratto" di collaborazione)
2: Esiste un "ente"/sindacato preposto alla tutela del lavoro degli architetti/liberi professionisti, senza dover ricorrere ad avvocati privati per recupero crediti?
Ho scoperto da poco l'esistenza di FEDERARCHITETTI che si presenta come sindacato:
qualcuno sa darmi pareri/esperienza/ informazioni al riguardo?
Grazie a tutti!!
Nau.A : [post n° 411819]
Pagamenti e Sindacato
Se hai dei timori in tal senso forse avresti dovuto fare almeno una lettera di incarico...cmque predico bene ma razzolo male, perchè anche io che lavoro per due studi non ho lettere ma solo un rapporto molto civile tra esseri umani quindi non ho mai avuto problemi (i soldi sono sempre arrivati) e penso non ne avrò in caso ci salutassimo, professionalmente parlando. Ad ogni modo anche la lettera non mette al riparo a mio avviso da problemi di pagamento. Per quanto riguarda la questione "sindacato"....onestamente ci credo poco che si possano risolvere problemi di pagamento senza avvalersi di un avvocato.
Una delle missioni degli Ordini professionali dovrebbe essere proprio questa, perchè tutti i nostri colleghi/padroni che ci sfruttano violano il codice deontologico per non parlare delle basilari norme di rispetto umano. Purtroppo però non vogliono accollarsi questo onere, al mio Ordine mi consigliarono di andare all'estero se non mi andava bene la situazione.
Vero Vince, infatti molti hanno seguito il consiglio. Nau, pensa che le rappresentanze dei professionisti rappresentanto appunto tutta la categoria, chi dà lavoro e chi lo svolge: il problema è all'interno della categoria. Tuttavia sarebbe riduttivo parlare di "sfruttamento", significa sintetizzare in una mera didascalia i termini di un problema complesso e con radici profonde, e questo non ci aiuta mai a ragionare. Sul datore grava un'eccessiva pressione fiscale sottesa ai contratti stabili di dipendenza, fatto tanto più vero nel caso di studi professionali che non fanno grandi volumi di affari. Il ricorso alla partita iva per pagare i collaboratori andrebbe scoraggiato non impedendolo, ma attivando forme fiscali premiali sugli altri contratti, esattamente come la lotta all'evasione fiscale si fa aumentando le detrazioni e rendendo conveniente denunciare al fisco. Se prima non si mette mano a questo punto, ci troveremo sempre in questa situazione. Questi sono i grandi problemi del paese, le emergenze permanenti che ci fanno migrare in massa. Chiederei di occuparsene a chi ne ha il dovere: il governo e il parlamento. Ma non so se fosse sulla lista delle priorità.