Ciao! Ho una relazione molto particolare con l'architettura, direi quasi ossessiva, eppure non la studio. Ho 22 anni compiuti da poco, e in tasca una laurea in Mediazione Linguistica e Interculturale (tedesco e spagnolo). Le lingue sono sempre state la mia passione, lo scambio culturale, la comunicazione, eppure il loro studio a livello universitario mi ha sempre dato un basso livello di soddisfazione. All'inizio ero indecisa con Scienze dell'architettura, pallino che mi ha perseguitato fino alla fine della laurea. Sento di aver abbandonato materie che mi avrebbero potuto stimolare di più, avendo anche mio padre prof di ingegneria che mi ha trasmesso l'amore per la matematica, accantonata completamente. Infatti, già al primo anno ero indecisa se cambiare ma ho deciso di prendermi un po' di tempo, laurearmi, farmi un erasmus in Germania (finito con un incidente dopo una settimana) e in caso provare dopo la laurea triennale. Nonostante tutto, mi laureo in tempissimo. Arrivata a settembre, nei giorni in cui stavo consegnando la tesi (quindi non ci stavo con la testa), faccio il test e mi dimentico un'etichetta, dunque test non valido. Inizialmente la prendo come un segno, già ero indecisa, la voglia mi stava passando, in più avrei dovuto frequentare un corso in Gestione del processo edilizio per poi sperare di passare al secondo anno di architettura l'anno successivo. L'alternativa era continuare con una magistrale in inglese in Studi internazionali, ambito in cui forse mi vedo di più, e mi piacerebbe occuparmi di cooperazione culturale, promuovere la cultura italiana all'estero e simili... Ad ogni modo, ho frequentato quasi un intero semestre ad architettura, tra cui il laboratorio di progettazione, mentre frequentavo anche la magistrale (entrambe a frequenza obbligatoria, dunque ne sono uscita pazza)...mi sono appassionata molto alle lezioni di storia dell'architettura contemporanea, ma il laboratorio di progettazione, che credo debba essere ciò che ti fa scegliere questo percorso, mi ha fatto realizzare che forse non mi vedo molto in questo mondo, più che altro a livello lavorativo, mentre come studio sì, poiché sono molto analitica, precisa, creativa. Non so se sono solo stata impaziente e mi sono fatta spaventare dal ritrovarmi bloccata 5 anni in un percorso che temo non mi appartenga completamente, passando quel periodo a pensare che avrei dovuto fare altro più consono alla mia persona, muovermi, viaggiare, fare esperienze coerenti col mio percorso precedente. Insomma, alla fine sto continuando con la magistrale, ma continuo a pensare ad architettura e sto anche avendo la folle idea di iscrivermi dopo la magistrale (o se non resisto qui, anche l'anno prossimo), quindi a 23 o 24 anni, se andrà bene. Non mi immagino tanto in cantiere (ad arrivarci direte ...) quanto più a trasmettere l'architettura, insegnare, valorizzarla, rientrare nell'ambito della comunicazione e della cooperazione culturale di cui parlavo prima, magari. Che dite? Non so se mi sono spiegata bene, ho una tale confusione in testa, e troppi sogni...
Grazie! E in bocca al lupo a tutti:)
Indecisamente : [post n° 430397]
Studiare architettura dopo un'altra laurea? Help!
Beh, di confusione ne hai molta ed emerge chiaramente nel tuo scritto.
Sembri intelligente e sveglia, e hai sogni come è giusto sia alla tua età!
Prendi fiato, leggi i post sotto, e fatti una idea di cosa sia la professione oggi, poi ripensaci e infine.. lascia stare Architettura.
Ci vuole passione e determinazione. Purtroppo architettura è una rottura di scatole come facoltà, e se non hai passione ti ritrovi alla fine con niente, a meno che tu non voglia fare altro.. allora architettura è una buona formazione.
La professione di architetto oggi è uno schifo.
Sembri intelligente e sveglia, e hai sogni come è giusto sia alla tua età!
Prendi fiato, leggi i post sotto, e fatti una idea di cosa sia la professione oggi, poi ripensaci e infine.. lascia stare Architettura.
Ci vuole passione e determinazione. Purtroppo architettura è una rottura di scatole come facoltà, e se non hai passione ti ritrovi alla fine con niente, a meno che tu non voglia fare altro.. allora architettura è una buona formazione.
La professione di architetto oggi è uno schifo.
Conosci due lingue, oltre all'italiano ed hai passione per l'architettura, in particolare per il raccontarla, valorizzarla, insegnarla?
Bene, lascia perdere ulteriori studi universitari e trovati un lavoro (hai tempo anche per inventarlo, vista la tua età e il periodo che stiamo attraversando) che ti permetta di "sposare" la passione con le conoscenze linguistiche.
Vai in Spagna o Germania e trova il modo di raccontare le architetture di quei paesi ai turisti italiani. Oppure, viceversa, porta Spagnoli e Tedeschi a visitare le architetture del nostro paese.
In alternativa o contemporaneamente, racconta, descrivi, fotografa le architetture del tuo e degli altri paesi, sul web o sulla stampa, le lingue che conosci ti permettono di farlo in maniera trasversale e su più mercati del lavoro.
Prima o poi, oltre alle merci, torneranno a circolare anche le persone ed il turismo, sia esso di massa, culturale o di lusso, in una delle sue molteplici forme sopravviverà e sarà una delle poche cose a cui potremo aggrappaci per risollevare il nostro paese.
Non ho la sfera di cristallo per garantire la bontà dei miei suggerimenti. Potrebbero esserci decine di idee migliori o peggiori. La vita, ho imparato, è soprattutto un terno al lotto (te lo dice uno che ha stracciato quasi tutte le schedine vincenti e conservato le altre).
Bene, lascia perdere ulteriori studi universitari e trovati un lavoro (hai tempo anche per inventarlo, vista la tua età e il periodo che stiamo attraversando) che ti permetta di "sposare" la passione con le conoscenze linguistiche.
Vai in Spagna o Germania e trova il modo di raccontare le architetture di quei paesi ai turisti italiani. Oppure, viceversa, porta Spagnoli e Tedeschi a visitare le architetture del nostro paese.
In alternativa o contemporaneamente, racconta, descrivi, fotografa le architetture del tuo e degli altri paesi, sul web o sulla stampa, le lingue che conosci ti permettono di farlo in maniera trasversale e su più mercati del lavoro.
Prima o poi, oltre alle merci, torneranno a circolare anche le persone ed il turismo, sia esso di massa, culturale o di lusso, in una delle sue molteplici forme sopravviverà e sarà una delle poche cose a cui potremo aggrappaci per risollevare il nostro paese.
Non ho la sfera di cristallo per garantire la bontà dei miei suggerimenti. Potrebbero esserci decine di idee migliori o peggiori. La vita, ho imparato, è soprattutto un terno al lotto (te lo dice uno che ha stracciato quasi tutte le schedine vincenti e conservato le altre).