desnip : [post n° 447967]
Una provocazione
Io farei una proposta di legge: chi fa (a proprie spese) lavori di riqualificazione energetica e miglioramento sismico rggiungendo determinati requsiti, gli vengono condonati gli abusi edilizi.
Sei fiduciosa nel genere umano... quando mai la signora Maria spende decine di migliaia di euri con l'unico incentivo che sana la pompeiana abusiva o il garage in lamiera prefabbricato da 2ooo euro.. naaaa....
Qualsiasi incentivo deforma il mercato. il mercato o è libero e allora funziona secondo le sue regole, ma drogandolo e piegandolo, alla lunga non produce benefici significativi... voglio vedere coi prezzi che ci sono ora, cosa accadrà ad incentivi terminati..
Qualsiasi incentivo deforma il mercato. il mercato o è libero e allora funziona secondo le sue regole, ma drogandolo e piegandolo, alla lunga non produce benefici significativi... voglio vedere coi prezzi che ci sono ora, cosa accadrà ad incentivi terminati..
E quei poveri fessi che hanno già sanato pagando soldoni, e ora su una casa a posto si pagano pure la riqualificazione energetica?
@d.n.a: però poi la signora Maria non ci venga a sfrantumare la qualunque se ha gli abusi e vuole pure il superbonus
@arch_mb: quei poveri fessi i lavori li possono tranquillamente fare con tutti gli incentivi che sono a disposizione di quelli che sono in regola.
@arch_mb: quei poveri fessi i lavori li possono tranquillamente fare con tutti gli incentivi che sono a disposizione di quelli che sono in regola.
Voglio dire che sono d'accordo sul fatto che debba essere trovata una soluzione alla questione degli immobili abusivi, spesso abusivi per un concorso di colpa pubblica e privata (vedi agibilità rilasciate negli anni 70 e 80 a immobili anche completamente diversi da quelli autorizzati). Questa soluzione però non può passare sopra al criterio di imparzialità, cioè chi si è comportato seguendo la legge, sanando le difformità e pagando oblazioni anche pesanti, non può essere penalizzato rispetto a chi non l'ha fatto. Imho, credo che questa operazione abbia una sola strada: modifica del regime sanzionatorio, che è vetusto ed eccessivamente rigido, per riportare le cose su un piano di realtà. Non è una soluzione "semplice" (leggi: immediata) ma credo non se ne possa prescindere, per equità
abusi? Ma quali abusi? La casa è tuttapposto!
Ecco, quando io sento quel: "tuttapposto", inizio a vedere rosso.
Ecco, quando io sento quel: "tuttapposto", inizio a vedere rosso.
@ponteggiroma e quando lo dicono mostrandoti (solo) il catastale e l'APE? non ha prezzo.
Ormai è una storia senza fine. Io credo che avrebbero dovuto semplicemente dire: o sei regolare o nessun incentivo. Di contro si sarebbero dovuti impegnare per permettere, piuttosto, di sanare: di fatto le nuove regole rischiano (anzi lo sono) solo di essere imparziali e favorire chi si è mosso sempre (e continuerà a farlo) nell'indifferenza.
Ormai è una storia senza fine. Io credo che avrebbero dovuto semplicemente dire: o sei regolare o nessun incentivo. Di contro si sarebbero dovuti impegnare per permettere, piuttosto, di sanare: di fatto le nuove regole rischiano (anzi lo sono) solo di essere imparziali e favorire chi si è mosso sempre (e continuerà a farlo) nell'indifferenza.
Io quando sento il fatidico "xe tutto condonà" ("è tutto condonato" in veneto) avverto un brivido caldo
@arch_mb: sono d'accordo con te, per questo proporrei questa duplice via. Da un lato, chi ha agito sempre nella piena regolarità che viene premiato con i bonus, dall'altro gli "abusivisti", che possono avere la possibilità di regolarizzare, ma pagando a proprie spese quegli interventi di efficientamento e adeguamento sismico fondamentali per la sostenibilità e la sicurezza dell'edilizia in generale.
Un sistema più snello e meno rigido per sanare gli abusi permetterebbe, in primo luogo, di farli emergere in maniera numericamente più consistete e di reperire fondi per coprire il costo sociale/statale degli incentivi.
Il problema vero è che, oggi, è tutto troppo complesso. Il fatto stesso di dover rappresentare lo stato legittimo, quello di fatto e le differenze è sinonimo di un sistema bizantino. In un paese civile che, per giunta, demanda ogni responsabilità a noi tecnici dovrebbe essere sufficiente un elaborato "grafico" che documenti la situazione attuale/reale, un modulo di 3 pagine con 5 spunte e poco altro. Dovrebbe essere possibile semplicemente asseverare un nuovo stato dei luoghi e da quello si re-inizia a scrivere la storia dell'immobile. Pura utopia, visto che viviamo in un Paese in cui, per una SCIA di totale demolizione (senza ricostruzione), tocca presentare disegni come se il fabbricato fosse da costruire (cosa il più delle volte inutile e senza senso).
Come se non bastasse, ci sono una marea di abusi insanabili a causa di norme talvolta demenziali o eccessivamente restrittive. Non parlo di interi quartieri abusivi costruiti su spiagge di alto pregio naturalistico, ma di abusi consolidati che non inficiano in alcun modo sulla qualità dell'esistente. Parlo di bagni alti 220 cm edificati al posto di una lavanderia o di una cantina, perfettamente funzionanti, manutenuti ed igienizzati da massaie diligenti e con ampie finestre. Parlo di ripostigli costruiti "a confine" in fabbricati già distanti solo un paio di metri da una recinzione adiacente a km quadrati di terreno agricolo. Impedimenti dovuti a regolamenti locali demenziali o ai fantomatici requisiti igienico sanitari (assolutamente fondamentali sul nuovo, ma talvolta paralizzanti nei confronti di interventi sul costruito).
Non serve un condono, servirebbe un criterio basato sul buon senso. Quindi, purtroppo, rimaniamo nel campo dell'utopia.
Quanto al discorso buons, credo sia ancora una volta tutto troppo complicato e basato su una logica di fondo totalmente errata. Il 110% è una presa per i fondelli, a partire dalla percentuale teorica (faccio i lavori e ci guadagno pure?!?!?!). Il 110% è la versione edilizia del reddito di cittadinanza, compresi risvolti grotteschi tipo facilità d'accesso a chi non lo meriterebbe ed impossibilità di accedervi per chi, magari, ne avrebbe necessità. Non dimentichiamoci che ci sono abitazioni rurali con una stufa al Piano Terra e nessun impianto al piano primo, con abitanti che dormono da 60 anni sotto a chili di coperte e che non hanno diritto ad alcun incentivo per installare un impianto a radiatori poichè non ve n'è uno esistete. Vi sembra un meccanismo corretto, equo e meritocratico?
Gli incentivi dovrebbero semplicemente seguire una logica premiale, tanto nelle percentuali, quanto nella necessità/urgenza di intervento. Così facendo si eviterebbero tanti interventi fatti "tanto perchè è gratris" e si privilegerebbe la vera qualità progettuale ed esecutiva. Il patrimonio esistente non si riqualifica con cappotti e infissi super performanti su "merde condominiali" che a breve vedranno muschi e licheni proliferare dietro agli armadi. E quelle verdi praterie su intonaco, signori, corrisponderanno solo tutti cittadini insoddisfatti/truffati, a soldi pubblici gettati nel cesso e ad una pessima pubblicità per la categoria dei tecnici.
Il problema vero è che, oggi, è tutto troppo complesso. Il fatto stesso di dover rappresentare lo stato legittimo, quello di fatto e le differenze è sinonimo di un sistema bizantino. In un paese civile che, per giunta, demanda ogni responsabilità a noi tecnici dovrebbe essere sufficiente un elaborato "grafico" che documenti la situazione attuale/reale, un modulo di 3 pagine con 5 spunte e poco altro. Dovrebbe essere possibile semplicemente asseverare un nuovo stato dei luoghi e da quello si re-inizia a scrivere la storia dell'immobile. Pura utopia, visto che viviamo in un Paese in cui, per una SCIA di totale demolizione (senza ricostruzione), tocca presentare disegni come se il fabbricato fosse da costruire (cosa il più delle volte inutile e senza senso).
Come se non bastasse, ci sono una marea di abusi insanabili a causa di norme talvolta demenziali o eccessivamente restrittive. Non parlo di interi quartieri abusivi costruiti su spiagge di alto pregio naturalistico, ma di abusi consolidati che non inficiano in alcun modo sulla qualità dell'esistente. Parlo di bagni alti 220 cm edificati al posto di una lavanderia o di una cantina, perfettamente funzionanti, manutenuti ed igienizzati da massaie diligenti e con ampie finestre. Parlo di ripostigli costruiti "a confine" in fabbricati già distanti solo un paio di metri da una recinzione adiacente a km quadrati di terreno agricolo. Impedimenti dovuti a regolamenti locali demenziali o ai fantomatici requisiti igienico sanitari (assolutamente fondamentali sul nuovo, ma talvolta paralizzanti nei confronti di interventi sul costruito).
Non serve un condono, servirebbe un criterio basato sul buon senso. Quindi, purtroppo, rimaniamo nel campo dell'utopia.
Quanto al discorso buons, credo sia ancora una volta tutto troppo complicato e basato su una logica di fondo totalmente errata. Il 110% è una presa per i fondelli, a partire dalla percentuale teorica (faccio i lavori e ci guadagno pure?!?!?!). Il 110% è la versione edilizia del reddito di cittadinanza, compresi risvolti grotteschi tipo facilità d'accesso a chi non lo meriterebbe ed impossibilità di accedervi per chi, magari, ne avrebbe necessità. Non dimentichiamoci che ci sono abitazioni rurali con una stufa al Piano Terra e nessun impianto al piano primo, con abitanti che dormono da 60 anni sotto a chili di coperte e che non hanno diritto ad alcun incentivo per installare un impianto a radiatori poichè non ve n'è uno esistete. Vi sembra un meccanismo corretto, equo e meritocratico?
Gli incentivi dovrebbero semplicemente seguire una logica premiale, tanto nelle percentuali, quanto nella necessità/urgenza di intervento. Così facendo si eviterebbero tanti interventi fatti "tanto perchè è gratris" e si privilegerebbe la vera qualità progettuale ed esecutiva. Il patrimonio esistente non si riqualifica con cappotti e infissi super performanti su "merde condominiali" che a breve vedranno muschi e licheni proliferare dietro agli armadi. E quelle verdi praterie su intonaco, signori, corrisponderanno solo tutti cittadini insoddisfatti/truffati, a soldi pubblici gettati nel cesso e ad una pessima pubblicità per la categoria dei tecnici.
"Il patrimonio esistente non si riqualifica con cappotti e infissi super performanti su "merde condominiali" che a breve vedranno muschi e licheni proliferare dietro agli armadi."
Questa me la segn, ArchiFish. E' quello che sto cercando di far capire a tanti condomini che "tanto è gratis"...
Questa me la segn, ArchiFish. E' quello che sto cercando di far capire a tanti condomini che "tanto è gratis"...