Archgiu_ : [post n° 478210]

Consiglio per il futuro

Il nostro lavoro mi piace ma probabilmente non è compatibile con la vita che vorrei. Che fare allora?

Sono a partita Iva in uno studio legato ad un'impresa, orario fisso dalle 9 alle 18:30 con un'ora di pausa pranzo (spesso nemmeno in santa pace) e giorni in cui mezz'ora come minimo in più ci resto a lavorare. Per non parlare dei pagamenti mensili in ritardo e che non mi permettono di mettere qualcosa da parte ma va be.

Ma allora che "libero professionista" sono? Vorrei essere più autonoma, poter essere libera di fare gli orari che voglio e lavorare anche da casa ma mi sembra un'utopia. Sto pensando di passare ad un part time (per avere una base fissa mensile e unirci lavoretti da fare per conto mio) o addirittura cambiare lavoro (e quale lavoro fare?) buttando all'aria anni di studio. So che è la situazione di molti assolutamente. Voi come agireste?
Adam Richman :
Quanti anni hai? Che lavoro vorresti fare "da grande" con la laurea in architettura? (vera libera professionista, collaboratrice con p.iva, dipendente privata, dipendente pubblica, ecc .)
Archgiu_ :
Ho 31 anni e lavoro come collaboratrice a partita Iva (orari fissi, giorni di ferie non pagati) e non è quello che voglio sicuramente perché mi sento troppo "legata", a questo punto preferirei un contratto e non tenere aperta la partita IVA. Vorrei più libertà di orari ora come ora e guadagnare di più. Probabilmente preferirei fare tutto tranne quello che faccio ora ma non so su cosa buttarmi.
Archifish :
Se la risposta fosse facile ed univoca, sarebbero in molti a saltare oltre il muro della finta partita IVA o della libera professione in genere.
Le alternative sono sempre le solite, molteplici in quanto scenari, non necessariamente a portata di mano.
Negozi e/o aziende che si occupano di arredamento, pubblici uffici, insegnamento, imprese e/o ditte del settore edilizia (costruzioni, opere pubbliche, materiali, sistemi costruttivi), nautica (più che altro con riferimento agli interni), settore immobiliare, ecc, ecc. Oltre ovviamente a tutto ciò che esula da una seppur labile attinenza con l'architettura (cassiere alla Conad, operaio alla Fiat, ecc).
ponteggiroma :
ci siamo passati tutti, dipende tutto da quanta determinazione hai e da quanto sei disposta a sacrificarti, perché la liobera professione partendo da zero e senza "parenti" nel settore è davvero tosta e devi considerare che per i primi anni dovrai solo dedicarti al lavoro e guadagni bassissimi.
Archgiu_ :
Attualmente le mie esigenze sono: non dover stare alle regole di qualcuno per orari e simili e provare a guadagnare di più. Sto pensando anche di fare concorsi pubblici e affiancare un posto pubblico alla libera professione o collaborazioni a progetto. Ecco dover stare fissa in uno studio con orari imposti non mi sta più bene.
ponteggiroma :
mi sembra di rivedere me 20 anni fa, dai credici! Ma analizza bene i pro e i contro. Certo, non so quanto guadagni, ma stando a quanto riferisci non credo che ti facciano navigare nell'oro questi, quindi io non ci penserwei più di tanto, sei ancora giovane, se non lo fai ora quando?
Adam Richman :
A me non è chiaro se vuoi fare la libera professionista in futuro. Se vuoi diventarlo, devi cambiare marcia e iniziare a seminare seriamente (sintetizzo brutalmente, scusa). Se non hai spirito/capacità imprenditoriali, cercati un lavoro da vera dipendente. A te trovare il migliore compromesso tra stipendio, tempo libero, flessibilità, gratificazione, prospettive.
Io ho fatto 10 anni con p.iva, da 3 sono comunale full time (quindi ho chiuso p.iva).
Archgiu_ :
Non so se ho capacità imprenditoriali, sinceramente non saprei nemmeno da dove iniziare per farmi dei clienti. Devo un attimo riflettere bene su cosa voglio fare sicuramente, per ora so che non voglio restare a vita a fare la collaboratrice a queste condizioni.
Adam Richman :
Se posso permettermi: mi sembri più adatta a fare la vera dipendente, magari pubblica. Se vuoi metterti in proprio invece devi decisamente calarti nella parte. Concordo che fare a vita i collaboratori a p.iva sia raramente una soluzione sostenibile. NB: impressione assolutamente superficiale derivante dallo scambio di 3 post su un forum anonimo
Archgiu_ :
Ma sicuramente non mi farebbe schifo trovare un posto pubblico, il problema è trovare tempo per studiare per i concorsi visto che i giorni hanno solo 24 ore. Se resto a fare la collaboratrice a p. Iva full time con annessi straordinari non so se riuscirò a fare molto per il mio futuro.
Adam Richman :
In Piemonte (ma presumo almeno in tutto il nord Italia; al centro-sud non so) è il momento ideale per entrare in Comune: molti meno concorrenti e prove più facili rispetto a 3-4 anni fa. Non vuol dire che si entra senza studiare, quindi devi comunque ritagliarti il tempo necessario a prepararti, come del resto abbiamo fatto tutti. Piuttosto riduci l'orario di lavoro per qualche mese... Ti consiglio di:
- sui siti dei Comuni della tua zona, cercare esempi di concorsi tecnici fatti negli ultimi anni (sul sito di ogni comune c'è la sezione "Amministrazione Trasparente", con la sottosezione "Bandi di concorso"), così vedi che tipo di domande fanno;
- iscriverti e presentarti anche senza studiare ad un paio di concorsi, per familiarizzare con la situazione, anche consegnando in bianco; l'iscrizione solitamente costa 10€, non diventi povera per quelli;
- evita Comuni < 10.000 abitanti, dove gli uffici tecnici sono composti da poche persone (talvolta 1 sola), quindi si è più in balia degli eventi
Archgiu_ :
Grazie del consiglio. Ci ho pensato a ridurre le ore di lavoro o per preparare concorsi o per provare a fare un minimo di libera professione, per farlo naturalmente dovrò andare via dallo studio dove sono ora perché vuole solo full time.
Adam Richman :
Uno studio che pretende il full time da collaboratori a p.iva è vergognoso (per quanto sia la prassi). È una contraddizione in termini. In bocca al lupo
Archgiu_ :
Lo so ma purtroppo nel 90% dei casi pare sia così o full time o non servi.
Grazie comunque!
Arch. Campolo :
Buttati nelle GDO come project manager. Diventi dipendente con tutti i pro e i contro, non butti gli anni di studio perché fare l'architetto non vuol dire solo progettare ma hai un bagaglio multidisciplinare e fai lavori molto interessanti a livello tecnico. Inoltre se trovi delle GDO internazionali hai una marea di benefit.
Oppure se vuoi sbloccarti da loro e comunque rimanere architetto ti consiglio di iniziare a vedere gli appalti pubblici.
ponteggiroma :
scusa l'ignoranza, cos'è una GDO?
ArchiFra :
gdo=grande distribuzione organizzata
esselunga è una gdo, ad esempio
francesco :
Ciao...guarda da un altro punto di vista..non so se parli altre lingue ma..prendi la valigia e vai all'estero..cerca un'altra esperienza in uno studio di architettura dove puoi avere altri stimoli e vivere il tuo lavoro mettendoti alla prova..Io dopo esperienza italiana sono partito..Difficile all'inizio ma piano piano ho imparato..Se puoi e non hai vincoli particolari ..guarda da un altro punto di vista... Ciaoo
Archgiu_ :
Il settore appalti potrebbe interessarmi, per le GDO dovrei informarmi ma attualmente non so proprio praticamente cosa farei.
Purtroppo non ho possibilità di andare all'estero e non è nemmeno tra le mie prospettive di vita. Diciamo che attualmente so che non voglio continuare a fare la collaboratrice a p. Iva e a orari imposti ma sul cosa fare sono confusa, sicuramente dovrò scegliere un campo e buttarmici il prima possibile investendo tempo e studio.
Arch. Campolo :
Per gli appalti è abbastanza complesso, perché si tratta di settore pubblico ed in Italia figurati se funziona bene, ma è stimolante se sei un fun della sezione amministrativa del nostro lavoro. Per le grandi distribuzioni organizzate gli uffici tecnici si dividono in 3 classi: real estate ( immobiliare) che si occupa di trovare nuovi punti vendita, construction che é la costruzione o adeguamento degli immobili (diciamo la parte più da architetto), e facility management che é la manutenzione intesa come far rimanere i pdv come dovrebbero essere, organizzare le ditte e tenere sott'occhio le autorizzazioni e licenze (più da geometra direi). C'è poco altro da dire, io nell'ufficio tecnico di una GDO mi occupavo di fare i progetti architettonici e commerciali ( predisponevo gli scaffali, in sintesi).
Archgiu_ :
Grazie!
carlo :
Se all'interno dello studio una persona ha compiti specifici (computi, sicurezza, ecc...) non ha problemi a svolgerli anche in part-time.
Se invece é partecipe nella progettazione e in tutto quello che comporta, secondo me diventa più difficile a livello di coordinamento. Non dico che non si possa fare, ma é piú impegnativo sia per la persona che per il resto del gruppo di progettazione.
Per esempio, in un progetto medio-grande (scuola o altro edificio pubblico di una certa dimensione, oppure una lottizzazione nel privato), io in part-time devo sviluppare dei dettagli che poi servono per procedere in altre parti dell'architettonico sviluppate da altri. In un cronoprogramma interno, questi dettagli devono essere pronti, per esempio, per mercoledì, ma io mercoledì mattina non finisco e me ne vado, perché ho concluso le ore del part-time. Chi quei dettagli li deve usare, non potrà procedere fino al giorno seguente.
Questo é solo un caso, che può essere moltiplicato per più volte anche all'interno dello stesso progetto che, ricordo, ha scadenze da rispettare.
É come quando in un RTP lo studio di strutturisti ritarda a fornire i disegni delle strutture e nell'architettonico restano per qualche tempo i dubbi su come procedere, finché non arrivano i disegni.
Questo per dire che il coordinamento é complesso in gruppi ampi di progettazione (vedi RTP), ma anche rispetto ai singoli collaboratori progettisti.
Per esperienza diretta ho assistito a casi in cui il lavoro che avrebbe dovuto fare il collaboratore part-time, é stato completato da altri, che ovviamente hanno rallentato ciò che dovevano fare loro.
Non fraintendetemi, non voglio demonizzare il collaboratore part-time, anzi...però non bisogna demonizzare neanche chi lavora full-time (qui ho letto anche che é una prassi "vergognosa"), perché secondo me in uno studio é piú complicato il coordinamento con i part-time che con gli altri.
Il capitolo collaboratori esterni é altra questione, che non tocco perché scriverei il doppio. Niente in contrario, anzi...però, solo per accennare, c'è chi procede con una call iniziale e qualche revisione intermedia e chi ha bisogno di revisioni continue, che vogliono dire tempo da dedicare al telefono o in videocall.
PS Il mio discorso riguarda il tema del coordinamento e della gestione dei collaboratori in uno studio e non il rapporto contrattuale/economico tra studio e collaboratori (tema caldo comunque eh), che mi sembra non sia il focus di questa discussione, ma che é stato trattato in piú discussioni in passato.
Adam Richman :
Il mio "vergognoso" riguardava l'aspetto contrattuale/economico, chiaramente. Sul fatto che il part time complichi il coordinamento e la gestione dei collaboratori sono d'accordo. Ma non possono essere due discorsi separati
Archgiu_ :
Sinceramente un part time lo farei come collaboratrice a partita Iva per avere ore libere per provare ad avviare una mia attività o per studiare per i concorsi pubblici, comunque garantendomi un fisso mensile minimo per tranquillità.

Appunto adesso inizio a chiedermi se conviene restare in queste condizioni di rapporto contrattuale/economico in uno studio dove faccio 8 ore e mezza al giorno, con una pausa pranzo che ultimamente passo mangiando e lavorando contemporaneamente e capita spesso anche di andare oltre l'orario di lavoro. Qui faccio l'architetto, la segretari...tutto e non so se mi sta bene visto che prendo 1200 euro al mese che arrivano anche in ritardo (ancora devo vedere i soldi di novembre). Per me è importante avere la tranquillità di un fisso mensile che arrivi puntuale e non dover stare 12 ore fuori casa. Quindi o part time + libera professione per conto mio o cerco lavoro come dipendente che sia pubblico o privato ma che mi dia maggiore libertà anche per quanto riguarda ore di lavoro e permessi e se mi serve la possibilità di lavorare da casa.

Forse pretendo troppo? Non so ma a queste condizioni preferirei andare a fare la commessa al supermercato vicino casa.
Archifish :
A mio modesto parere, viste le premesse, l'unica cosa da tenere in debita considerazione è che un part time + libera professione può avere due risvolti in tema di impegno orario.
1) Se la libera professione "ingrana" a dovere, si rischia di lavorare ben più di 12 ore al giorno (e di impazzire ad incastrare orario di lavoro con esigenze di clienti e cantiere).
2) Se la libera professione non "ingrana" si rischia di doversi accontentare di sopravvivere con lo stipendio di un part time.
Resta l'opportunità di gestire la libera professione accettando commesse in numero e di impegno limitato, ma si rischia di ritrovarsi al punto 2).

PS
il mio nn vuol essere "disfattismo", ma un semplice invito ad analizzare ogni singolo punto di vista della faccenda.
Archgiu_ :
Certo sicuramente tutto è da analizzare e considerare e poi, in caso, provare.
Adam Richman :
Se si vuole provare la libera professione avendo comunque un fisso mensile, una buona opzione (benché piuttosto difficile da concretizzare) è avere un part-time 50% in un Comune di almeno 15-20.000 abitanti, meglio se come C tecnico (meno responsabilità rispetto al D tecnico). Stipendio sui 750-800€ netti per 18h settimanali, tredicesima, ferie, permessi, tutele, ecc. E se la professione non ingrana, si può chiedere di aumentare le ore (chiudendo p.iva) o fare concorsi da D full time. Sicuramente il doppio lavoro è impegnativo, ma è comunque una opzione. Situazione simile per gli insegnanti che fanno anche i professionisti (ma loro possono essere insegnanti full time)
Archgiu_ :
È l'opzione che sto valutando di più ma ovviamente dovrei dedicare del tempo allo studio e non posso farlo se resto a fare la collaboratrice a partita Iva a queste condizioni. Valuterò, grazie a tutti!
Sky :
Devi innanzitutto capire cosa ti piace di più...il "mestiere" dell'architetto richiede passione e dedizione, soprattutto all'inizio, e tanti tanti sacrifici. Ci siamo passati tutti, a meno di non essere figli d'arte. Il lavoro dipendente (scuola o enti locali) da certezze economiche e tempo a disposizione, ma deve comunque piacere, altrimenti si rischia di stare peggio, frustrati e scontenti. Spero che questi nostri consigli ti offrano spunti di riflessione. In bocca al lupo!
Archgiu_ :
Già dovrei capire cosa mi piace di più... Difficile. Grazie!
unfor :
in bocca al lupo!
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