Maia : [post n° 484463]

Non ho più il pelo sullo stomaco…

…oppure non ce l’ho mai avuto.
Sono quasi 10 anni che provo a fare questo lavoro e, a parte i primi tempi di entusiasmo iniziale, ho sempre avuto più difficoltà, che negli ultimi tempi si sono trasformati in paure, paure di sbagliare, di incorrere in errori, di ripercussioni.
Per i clienti è tutto facile, non accettano sempre di sottostare ai regolamenti, alle normative, spesso a divieti oggettivi.. mi sento dire “eh ma qui tutti lo hanno fatto!” e mi cascano le braccia. E rifiuto il lavoro. Di conseguenza guadagno pochissimo, che tolte le spese di cassa e ordine, parliamo di miseria.
Forse sbaglio io, anzi sicuramente, non ho più il coraggio di prendermi la responsabilità, che grazie alla nostra burocrazia si fa sempre più pesante sulle nostre povere spalle..
E pensare che ero un’entusiasta, lo vedevo come il lavoro più bello del mondo, una ricchezza! Ora penso che il poco bello che ci rimane lo farà l’intelligenza artificiale e quindi cosa resta? Solo la carta? Le rogne?
Scusate lo sfogo ma sono veramente molto demotivata, se volete, un vostro feedback sulle vostre carriere sarebbe di aiuto.. grazie
sclerata :
Maia cara, io oltre al pelo sullo stomaco che non ho mai avuto, sono purtroppo tragicamente onesta quindi come diceva una vecchia canzone "non so fingere, non so ungere per spianarmi la via" dovrei avere come si dice la "faccia come il didietro" per trovare più clienti o lavori... ma non ce l'ho mai fatta. Non sono capace.
Ma la cosa ancora più tragica è che a quasi 44 anni e più di 10 di libera professione ne ho veramente le tasche piene (per non dire cosa sono veramente pieni..) anche le cose potenzialmente standard diventano di una complicanza assurda. Che sfiora il nonsense.

Lo so sto intervento non ha nulla di costruttivo ma ho veramente tanta paura, perchè a questa età non ho la più vaga idea di cosa altro potrei fare, non so fare altro, e mi tocca lavorare ancora 25 anni almeno, non posso pensare di essere ridotta in questo stato a 65/66/70 anni...
E' follia.

Per non parlare delle consulenze sulla sicurezza che faccio (in definitiva pos anche molto complessi per diverse imprese) per opere pubbliche enormi, cantieri sconfinati dove arrivano sti ragazzetti freschi laurea che spuntano roba su una check list infinita e buttano giù non conformità a nastro senza capire nemmeno se stanno parlando di viadotti o gallerie, per poi far partire la psicosi collettiva ogni qualvolta la cronaca nazionale di informa di un altro povero cristo morto sul lavoro...
Adam Richman :
2 considerazioni, che temo non piaceranno:
1) il pelo sullo stomaco ci va (quasi) sempre e per qualunque cosa... Sicuramente serve per campare da architetto libero professionista, ma serve altrettanto per fare l'architetto in una impresa, nel settore immobiliare di grandi aziende, nella PA, ecc. Sono tutte situazioni in cui ci sono vari interlocutori che tirano (per ruolo e talvolta per attitudine) in direzioni diverse... Mi permetto: la psicoterapia costa, ma può essere utile anche per questi aspetti; l'hai valutata?
2) la burocrazia fa schifo ma dà da mangiare a molti architetti italiani; senza burocrazia saremmo ancora più spiantati... Certamente non è ciò che immaginavamo al 1o anno di università, ma tant'è
sclerata :
Adam... Definisci "pelo sullo stomaco" perché un conto è farsi le ossa tra burocrazia leggi assurde avere un bagaglio tecnico e pratico che ti da la competenza di dialogare con svariati soggetti in modo autorevole.
Un altro è fare il filibustiere che fa le pratiche ad minchiam apposta per fare la variante della variante dell'integrazione, o ciecamente come vuole il cliente (ignorante) per spillargli quanto più soldi possobili, o prendere la mazzetta dall'impresa, dall'agente immobiliare, dal serramentista e chi più ne ha più né metta.
E di gente di melma così ne è pieno il mondo.
Se quello è pelo sullo stomaco io declino gentilmente.
Resterò povers e sfigata ma la notte dormo
Adam Richman :
Intendo avere gli strumenti (esperienza, ironia, parlantina, carisma, ecc., ognuno ha/sviluppa i propri) per affrontare efficacemente interlocutori che autorevoli spesso non sono, ma con cui dobbiamo comunque avere a che fare. Il pelo sullo stomaco imho non è diventare filibustieri a nostra vostra, ma avere una corazza contro quei filibustieri che incrociamo quotidianamente, per non farci venire l'ulcera e possibilmente per campare del nostro lavoro (a pagarci all'occorrenza la psicoterapia).
La libera professione ha l'ulteriore problema del doversi trovare/tenere i clienti, avendo quindi almeno un minimo di attitudine commerciale, motivo per cui personalmente ho poi lasciato perdere e sono passato alla PA. I miei interlocutori attuali (professionisti, imprese, fornitori vari, e colleghi) talvolta sono comunque filibustieri, e che mi piaccia o no devo smazzarmeli anche adesso, ma almeno ho tolto la variabile "clienti".
Aggiungo che, anche qualora non ci fossero gli ormai famosi filibustieri, anche architetti onesti e professionali che si interfacciano per un qualunque intervento (progettisti, DL, CSP/CSE, RUP, direttore tecnico di cantiere, responsabile di commessa, ecc.) hanno comunque esigenze diverse, ed ognuno ha le proprie rotture a cui deve sopravvivere, per cui il pelo serve anche in situazioni "sane" dove i ruoli portano comunque le singole persone a remare in direzioni differenti
davide :
Ho 42 anni, e potrei averlo scritto io il post di Maia: lo condivido al 100%. Io lavoro in buona parte come falsa p.iva, dove non ho responsabilità. Il restante sono i miei lavori, ma ho deciso di concludere quelli in corso e non prenderne più. Al massimo, mi limiterà a fare schede catastali e spero, qualche rilievo con una nuova strumentazione sulla quale ho investito. Non è facile.
Vedo però che moltissimi colleghi, sottovalutano i lavori ed i rischi, ma gli va sempre bene. Io purtroppo non sono capace di sopportare situazioni compromettenti ed al limite della normativa.
ponteggiroma :
fermi restando pochi punti fermi per i quali non sono disposto a scendere a compromessi, per il resto del corpo sono ricoperto di peli
unfor :
Ne ho 43, situazione identica a quella di Davide. Io vorrei proprio cambiare lavoro, questo mi ha tolto la serenità e anche altro.
sclerata :
Adam però maia forse la intendeva in termini un attimo diversi. ovvero del cliente che vuole fare le cose senza rispettare le leggi (diciamola così) e lei questo non lo riesce a fare, sono lavori che chi ha un minimo di serietà non prende, conscio che ci sono altri 800 professionisti pronti a fare la qualunque a dire al cliente che si può fare tutto ecc.. facendo danni inenarrabili.

Quello di cui parti tu io non lo vedo come "pelo sullo stomaco", lo vedo come autorevolezza data da esperienza e quant'altro. Io per pelo sullo stomaco intendo altro.
Maia :
Ciao ragazzi, grazie delle vostre considerazioni.

@sclerata: l'onesta è una brutta bestia oggi, io sono il tipo che controlla se ha pagato meno le cose per darti la differenza... pensa come sto..
@adam: la psicoterapia sta per arrivare, spero mi aiuti a trovare la corazza di cui parli.
@davide: anche io per un po' non prenderò più lavori; per fare le cose nel modo giusto c'è bisogno di serenità.
@ponteggi: mi hai fatta ridere, grazie! King Kong in cantiere!
@unfor: anche io vorrei cambiare lavoro, quante volte ci ho pensato.. per un periodo avevo deciso di andare a fare scuola di cucina, ma ho poi pensato che buttare tutto quello che avevo fatto finora non era giusto, quindi nulla.. forse però sarebbe stato meglio, avrei avuto io il coltello dalla parte del manico, in tutti i sensi!!
archspf :
Condividendo le riflessioni dell'autrice e di @sclerata, ritengo che il "pelo sullo stomaco" non manca se consideriamo cosa significa oggi come oggi ed in situazioni che immagino simili un pò per tutti, rifiutare una commessa, specie se "compromettente".
Poi ci sarà anche chi ci riterrà "poco smaliziati" o "incompetenti" a fronte invece di "alchimisti" che risolvono situazioni impossibili (senza contare che quello che fanno non ha alcuna aderenza con la realtà e la prassi ed oltretutto, guarda caso, sono quasi sempre situazioni che passano "inosservate"), disposti a qualsiasi cosa pur di spillare soldi (spesso anche pochi spicci) inconsapevoli delle responsabilità (oppure perché fino ad ora gli ha sempre detto bene).
Purtroppo finché la responsabilità è demandata al tecnico saremo sempre schiacciati dai "filibustieri" (associazione più che mai azzeccata) e dalla complicità dei committenti "faciloni", il cui unico scopo nella vita è trovare qualcuno che li assecondi.
sclerata :
@archspf, mi trovi d'accordo, ho visto diversi colleghi dire con nonchalance ai committenti "si può fare tutto" e poi presentare apposta progetti imbarazzanti che necessiteranno di 7 varianti, 4 sanatorie e 2 condoni, tempo totale 15 anni. E ad ogni pratica chiedere soldi su soldi. E committenti beoti che continuano a dare lavoro a sta gente. E se tu dopo che ti trovi in mano sto ginepraio fai presente tutta una serie di problemi ti prendi dell'incompetente.

E' di un paio di giorni fa la telefonata di un notaio che sta per fare una scrittura tra la mia cliente (recupero sottotetto) e il suo vicino che ha interpellato un suo tecnico di fiducia (che conosco bene) e sto collega è arrivato a mettere pure in dubbio che avessimo presentato la pratica in comune...
Mi sarebbe venuto da rispondergli "se tu sei abituato a lavorare così, bene, io no"

E Maia, paghiamo anche il fatto di essere donne. Sai quanti "signora" "la ragazza" ecc. ho dovuto sopportare. Per lavori pubblici approvati e commissionati dal Comune del mio paese, mi trovavo la gente che mi citofonava a casa perchè non era d'accordo con quello che si stava facendo.
Se fossi stata uomo nessuno si sarebbe permesso. Al 100%
davide :
non è solo l'esser donna. Io ho un carattere molto pacato ed il mio aspetto tradisce la mia età (ho la fortuna di dimostrare una decina d'anni in meno, me lo dicono in tanti) ... e tutti mi considerano un pischello senza esperienza ... clienti e imprese
ponteggiroma :
comunque confermo, nel nostro ambiente, c'è molta discriminazione nei confronti delle donne e dei giovani
Francesco :
Cara Maia,
immagina che ho dovuto emigrare in Francia per cercare nuove opportunità e dopo il COVID ho dovuto chiudere lo studio che ho messo in piedi piano piano..ed ora faccio freelance..Cosa fare? Io cerco nuove prospettive di lavoro nuove idee di lavoro sbirciando realtà estere..e chissà nuove in Italia..fortuna e gloria Maia fortuna e gloria. Ciaoo
Mitch :
Ciao Maia, mi spiace leggere ciò ma ti capisco. Io di anni ne ho 32 ma la voglia di continuare questo lavoro è sparita fin dai primi mesi di lavoro sfruttato e sottopagato negli studi milanesi. Non sono ricco di familia ne ho contatti importanti, e pertanto avevo deciso temporaneamente la via pubblica in una partecipata...per poi dover trattare con ditte di calabresi (si, la regione non è a caso) che vincono appalti su appalti con documenti falsi, con che poi cedono il tutto a ditte secondarie con due operai che non sanno stare in piedi, e che vogliono/pretendono pagamenti aggiuntivi, altrimenti iniziano le minacce, come fosse uno startard ed una tecnica ben diffusa. Alla fine, almeno per ora, ho scelto di fare il renderista, che mi appaga maggiormente a livello creativo e personale (oltre che economico), e assente di responsabilità! Chissà quanto potrà durare, questo non lo so..sto sempre pensando di cambiare settore.. peggio del mondo mafioso delle costruzioni non si può andare!
Maia :
Grazie delle vostre risposte, delle vostre esperienze.
Essere donne, essere giovani, essere inesperti oppure magari solo insicuri oppure timidi portano discriminazioni, magari anche solo celate ma cmq presenti.
@sclerata: quante volte ho dovuto sentire dire “ah lei è architetto?” e vederli poi storcere la bocca… ma sono troppo educata x mandarli a c@@@@re
@archspf: condivido quello che scrivi e prenderò in prestito la dicitura “alchimisti” che mi sembra molto giusta
@davide: si anche io ho un carattere tranquillo, cerco sempre di essere educata e rispettosa ma a volte è controproducente.. vorrei rispondere per le rime, ma non so perché la risposte giusta viene sempre due giorni dopo!!
@francesco: trovo che andare in un altro paese e provarci sia sintomo di grandissimo coraggio.. io non l’ho mai trovato.. ho studiato tedesco x 4 anni perché volevo andare a Monaco, avrei avuto anche la possibilità ma poi la vita (e il suo contrario) si è messa di mezzo.. ma forse sono solo scuse, bravo te che ci sei riuscito!!
@mitch: accidenti, da non dormirci la notte.. è una vergogna sentire queste cose in un paese che dice di essere civile. Fai bene a fare il renderista, è un bel ramo, piace molto anche a me.
Arch_giu :
Leggere queste testimonianze mi fa perdere le speranze. Io ho 32 anni, sono passata da finta p.iva full time a finta p.iva part time (due giorni interi a settimana) e una collaborazione da freelance per lo più a progetto. Risultato? Lavoro più di prima e lo stesso non arrivo a fine mese. Qualche giorno fa ho pagato la cassa dicendo "ma chi me la fa fare". Ho iniziato un corso di Revit e me ne sto pentendo, costa tanto e non credo di voler finire a fare il burattino di Revit full time sempre a finta p.iva. Non so che fare. Concorsi pubblici, sicurezza, antincendio...boh. Sto seriamente pensando di cambiare lavoro e saprei cosa fare ma dovrei fare dei corsi a pagamento che, ahimè, non posso permettermi perchè non riesco a mettere da parte nemmeno un euro.
Francesco :
Cara Maia,
mi sto organizzando un'attività di agenzia immobiliare con impresa edile..e cerchiamo qualcuno che parla tedesco..per parlare con clienti tedeschi se vuoi possiamo sentirci e nel caso collaborare.
Ti lascio mio indirizzo email email se puoi inviarmi cv e portfolio lavori cosi da capire qual'è il tuo percorso. Posso anche spiegarti che tipo di attività dobbiamo fare. Ciao
Mitch :
Il ramo revit ti potrebbe aiutare a scappare dalla partita iva, e trovare qualcosa di più solido, non lo scartare se già l'hai iniziato! I concorsi...beh oggigiorno c'è tanta possibilità, visto che stanno andando tutti in pensione, ma lo stipendio va bene solo in paesi o in provincia, nelle grandi città non ci campi alla fine con 1200/1300 euro al mese. Altra cosa è se riesci poi a passare ad un livello più dirigenziale!
Adam Richman :
Un tecnico comunale cat. D full time prende un minimo di circa 21.000€ netti all'anno, tutto considerato (1.600€/mese +qualche extra). Quando avevo p.iva lavoravo di più e guadagnavo di meno, quindi mi tengo stretto il lavoro comunale anche se lavorare in studio era più "appassionante".
Giancarlo P. :
Per fortuna leggevo questa bacheca fin da prima di laurearmi, ma ahimè, solo dopo qualche anno dall'essermi iscritto, sicché sapevo cosa mi sarebbe aspettato se avessi voluto fare la vita dell'Autonomo...

Sicché, ho preferito la soluzione "facile": emigrare in un Paese dove la laurea è abilitante (e con una trafila burocratica assurda, è possibile fare richiesta di Equipollenza per la Laurea italiana); il Tesserino Professionale è una cosa (obbligatoria se si vuol lavorare da Autonomo, si ottiene con la Laurea ed è Permanente), e quello dell'Ordine è un'altra (opzionale, di validità annuale, solo per chi vuole farsi valere di più nel mercato); dove si trova lavoro pure con la Triennale, e la Magistrale è un qualcosa a cui solo alcuni decidono di accedervi dopo un decennio di lavoro, studiando la notte ed andando fuoricorso (difficile godersi il lusso di restare disoccupati per due-tre anni), per poter avere quel plus nel Cv; e la figura dell'Architetto Alle Dipendenze è normale come quella dell'Autonomo.

È pur vero che il 48% dei lavoratori alle dipendenze di tal Paese sono a nero, la falsa P.IVA esiste a norma di legge ("Onorari Assimilabili a Salario", tradotto letteralmente), le mazzette nel Settore sono all'ordine del giorno (non dove lavoro, ma lo era dove lavoravo e pure in varie ditte della concorrenza)...

Insomma, non tutto è rose e fiori, ma almeno qua non sento storie tristi di Laureati Magistrali che, pur di arrivare a fine mese, si ingoiano l'orgoglio, e fanno l'esame di guida per il Muletto dello scalo merci portuale, guadagnando "netti" quanto o più che i "lordi" che venivano loro offerti prima della triste decisione ...

Stai lavorando da "solo" 10 anni, e te ne restano altri 35-40 da fare (non credo nel "a 65 anni vado in pensione", e purtroppo dubito si possa a 70): perché non provare a cambiare? La plasticità mentale della Laurea e dell'esperienza in campo, ti può permettere sia la strada dei concorsi pubblici, sia impieghi non afferenti al Settore: Vendite, Gestione Clienti, Gestione di Progetti (dall'Immobiliare alla Telefonia passando dalla Ristorazione, se basati su Cronogramma e Lean), e così via.

Non è facile cambiare, ma non è impossibile, l'importante è non avere paura degli inciampi a metà strada (del tipo "ma sei laureato trilingue! Che ci fai nel call-center!?" "L'azienda ha chiuso, e con 'sto lockdown m'arrivano solo offerte di False P.IVA o di Assunzioni a Nero ...")
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