Chiedo informazioni in merito alla possibilità di poter svolgere l'attività professionale di Architetto Libero Professionista in Spagna.
Desidero sapere quale iter dovrei affrontare in Spagna per poter esercitare la libera professione di Architetto, ed inoltre, ritornando in Italia, cosa dovrei fare per poter esercitare la libera professione in Italia.
Sin D'ora vi ringrazio per l'attenzione che vorrete concedermi.
Giuseppe : [post n° 19332]
Libera Professione in Spagna
1-abilitazione esercizio professionale
2-iscrizione all'ordine degli architetti
3-apertura partita iva
4-apertura studio
5-iniziare a lavorare
ciao ciao
2-iscrizione all'ordine degli architetti
3-apertura partita iva
4-apertura studio
5-iniziare a lavorare
ciao ciao
Caro Nico, colgo l'occasione per ringraziarti della risposta, ma ciò che tu mi indichi è l'iter che dovrei affrontare se operassi in Italia; che io sappia l'abilitazione all'esercizio professionale in Spagna avviene in maniera diversa da come avviene in Italia (io sono laureato ma non ancora abilitato) e vorrei farlo in Spagna dove dovrei operare.
Le poche cose indicatemi forse risultano essere poco precise o lacunose di informazioni, ed in questo momento ho bisogno di indicazioni sicuramente più strutturate e più precise, mentre relativamente al lavoro (punto 5) mi auguro fosse un invito ben augurale, e non una precisazione sarcastica e quindi risulterebbe sicuramente superflua e fuori luogo.
Le poche cose indicatemi forse risultano essere poco precise o lacunose di informazioni, ed in questo momento ho bisogno di indicazioni sicuramente più strutturate e più precise, mentre relativamente al lavoro (punto 5) mi auguro fosse un invito ben augurale, e non una precisazione sarcastica e quindi risulterebbe sicuramente superflua e fuori luogo.
sei obbligato ad ottemperare alla normativa relativa al paese ove ti sei laureato...quindi , se sei laureato in italia , devi comunque prendere l'abilitazione qui..al
Ti ringrazio per il tuo contributo, la cosa non mi rallegra poichè speravo di poter risolvere il tutto una volta trasferitomi a Barcellona ( a metà Maggio p.v.) quindi non in tempo utile per assolvere all'Esame di Stato qui in Italia; la speranza era motivata dal riuscire ad evitarmi lungagini burocratiche e trasferte costose verso una delle sedi dove si sostiene l'Esame.
Mi sembra però limitativo, ( se fosse così come tu mi dici) imporre a chi si trasferisce in un altro paese (all'interno della CEE) di complettare tutto il suo iter nel paese di provenienza, pena la non riconocibilità del titolo? Mah !! staremo a vedere.
ti ringrazio lo stesso per il tuo contributo.
Mi sembra però limitativo, ( se fosse così come tu mi dici) imporre a chi si trasferisce in un altro paese (all'interno della CEE) di complettare tutto il suo iter nel paese di provenienza, pena la non riconocibilità del titolo? Mah !! staremo a vedere.
ti ringrazio lo stesso per il tuo contributo.
ti garantisco che fino ad un anno fà era cosi, avendo avuto a che fare con un caso analogo al tuo...laureato italiano che dalla spagna è dovuto rientrare in italia per l'abilitazione, e che ho aiutato al superamento...in bocca al lupo
Ti ringrazio nuovamente per le indicazioni che mi stai dando, ciò che più mi rammarica e che siamo chiamati a crescere ed a fare nuove esperienze, ad uscire fuori "da casa" per maturare culturalmente in un raffronto "costruttivo", anche se spesso le esperienze che ci troviamo a poter fare non sempre arrivano al momento giusto o aspettano che il quadretto burocratico-disciplinare sia allineato con gli astri che regolano l'evolversi della vita.
Mi sa tanto che l'Europa è unita sopratutto per chi compra e chi vende qualcosa, ma non per chi vuole solo popter mettere in pratica ciò che ha imparato in tanti anni di Università a prescindere dall'ambito territoriale di appartenenza, anche perchè le architetture su cui ci siamo raffrontati e che ci è stato chiesto di "leggere" e "capire" erano sono e saranno sempre sintesi culturali extraterritoriali.
Mi sa tanto che l'Europa è unita sopratutto per chi compra e chi vende qualcosa, ma non per chi vuole solo popter mettere in pratica ciò che ha imparato in tanti anni di Università a prescindere dall'ambito territoriale di appartenenza, anche perchè le architetture su cui ci siamo raffrontati e che ci è stato chiesto di "leggere" e "capire" erano sono e saranno sempre sintesi culturali extraterritoriali.
Caro Giuseppe, mi permetto di farti notare, però, che nei paesi comunitari ove non è previsto l'esame di stato(le norme si differenziano da paese a paese), le università sono molto diverse, e di conseguenza, la relativa preparazione....sono stato studente anchio, e 10 anni fa' ho anch'io penato per l'esame...oggi mi rendo conto che la colpa era in larga misura dovuta della mia preparazione, oltre che a storture di metodo dell'esame, come ad esempio le difficoltà diverse che si affrontano a seconda della sede e delle commissioni. D'altra parte, però, se si scoprisse che nell'ambito dell'europa ci sono delle isole felici ove evitare l'abilitazione, ci troveremmo ad un esodo di massa, di cui credo che questi paesi non sarebbero felici.Mi permetto inoltre di portare alla tua attenzione una notizia pubblicata sul numero di marzo della rivista dell'ass. laureati del poli di milano: è italiano il 29,3% degli architetti europei...questo dato dovrebbe farci pensare...se non hai modo di reperire la rivista, l'articolo te lo posso mandare via mail...le conclusioni di chi lo ha scritto sono sorprendenti...aspetto tue notizie. Al