Devo presentare un progetto per la ristrutturazione ordinaria di una Ui con allegata rischiesta di sanatoria, ovvero prima richiedere la sanatoria tra la documentazione agli atti della PA e lo stato di fatto, poi la presentazione del progetto. Peccato che il Comune mi richieda il parere asl per entrambi i passaggi e non mi permetta di protocollare una pratica unica.
Sin qui sembrerebbe non esserci problemi peccato che il agli atti del Comune esista una unica pratica che è un condono e che va in deroga a tutto: RAI, altezze, scale e mancanza di antibagno.
Le difformità tra condono e stato di fatto sono minime ed interne ma il comune mi richiede di ottenere il benestare Asl che, giustamente, non mi potrà MAI dare.
L'asl esprimerebbe parere favorevole nel caso protocollassi una pratica unica che descriva condono, stato di fatto e progetto così da potersi esprimere solo sul progetto finale dando così un responso positivo. Pratica che il Comune non lo accetterebbe e rimane immobile sulla sua visione.
Se voi foste nei miei panni cosa fareste partendo dal presupposto che il parere asl è obbligatorio?
Ho la forte intenzione di acquisire il parere favorevole asl e protocollare una pratica unica che mi permetterebbe di non dichiarare il falso e fare le cose secondo norma, però so che così facendo otterrei parecchi problemi con il Comune che addirittura in maniera informale mi ha detto di dichiarare come stato di fatto il condono e direttamente il progetto evitando così la sanatoria, ed il tutto tramite SCIA
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