ho un problema disgraziatamente a casa mia. abito nella testa di una schiera costruita 30 anni fa. niente isolamento, ovviamente, ma mai avuto nessun problema fino a che nel 2009 non sono stati rifatti gli intonaci esterni, o meglio, gli esistenti sono stati mantenuti e sopra è stato apposto un intonaco epossidico (spacciato dall'ing. direttore lavori per "traspirante"... sì, come no!!!) da 1,5 cm di spessore. la ditta, ho saputo in seguito a danno fatto, aveva detto all'ing. che non andava bene, che era ottimo solo per i problemi di fessurazione ma che data l'età dell'edificio e il suo isolamente inesistente era controproducente. il DL ha fatto come gli pareva, in 4 mesi di lavori è venuto in cantiere 2 volte e... sorpresa sorpresa, da quell'inverno noi abbiamo avuto una proliferazione di muffa allucinante nelle stanze che danno a ovest.
sapendo che anche altri con la nostra stessa esposizione avevano lo stesso problema, abbiamo scritto all'amministratore che ha risposto che senza almeno 10 famiglie su 38 che per iscritto mettevano la questione non poteva fare nulla. in 2 ci siamo attivati, gli altri hanno preferito abbassare la testa per paura (ma di che??? porca miseria, abbiamo cacciato 15.000 a famiglia per un lavoro fatto male e pensato male, e voi avete paura???) per cui l'amministratore, che è un gran furbone che invece che fare gli interessi di chi lo paga preferisce evitare menate, se ne è lavato le mani. abbiamo anche scritto a un'associazione di consumatori che ha sollecitato il DL il quale ha risposto con molta arroganza e dopo molto tempo, facendo così scadere i termini possibili a noi per intentare causa, causa che a dire il vero essendo civile abbiamo deciso, ormai, di lasciar perdere dati i tempi italiani.
il problema è che ogni autunno e inverno la camera di mio figlio si riempie di muffa nonostante la arieggi più volte al giorno. ma muffa da 2 cm che si crea nel giro di poco tempo, e 2-3 volte a stagione devo fare il trattamento.
siccome non mi piacciono i prodotti commerciali che sono nocivi, e siccome non è fattibile fare il cappotto esterno solo su quella facciata (sopra abita un'altra famiglia e dovremmo sostenere noi l'intera esborso, e non possiamo permettercelo) pensavo di tirare giù tutti gli intonaci interni e rifarli a base di calce.
voi che dite?
ArchiFra : [post n° 304608]
problema muffa
La muffa interna dipende dall'umidità relativa dei locali e dalle temperature superficiali della parete, la sostituzione dell'intonaco esterno non causa le patologie da te descritte.
La massa uscente da una parete opaca (quella che chiami traspirabilità) è ridicola e trascurabile ai fini del calcolo.
Dato che sei un tecnico ragiona come un tecnico, fai delle misurazioni strumentali di temperatura e umidità relativa dei locali e magari delle letture campione con un termometro ad infrarossi per capire la tua condizione ambientale e solo dopo pensi alla strategia di intervento o valuti se rivalerti o meno sulla d.l.
Tieni presente che esistono anche speciali vernici antimuffa che risolvono i problemi di muffa e condensa superficiale in determinate situazioni, ma vanno valutate caso per caso.
La massa uscente da una parete opaca (quella che chiami traspirabilità) è ridicola e trascurabile ai fini del calcolo.
Dato che sei un tecnico ragiona come un tecnico, fai delle misurazioni strumentali di temperatura e umidità relativa dei locali e magari delle letture campione con un termometro ad infrarossi per capire la tua condizione ambientale e solo dopo pensi alla strategia di intervento o valuti se rivalerti o meno sulla d.l.
Tieni presente che esistono anche speciali vernici antimuffa che risolvono i problemi di muffa e condensa superficiale in determinate situazioni, ma vanno valutate caso per caso.
l'intonaco esterno non è stato sostituito ma ricoperto con uno epossidico. possibile che proprio subito dopo i lavori tutti gli appartamenti con affaccio a ovest hanno avuto proliferazioni di muffe allucinanti, con spore di 2 cm espanse per diversi metri quadrati anche non in concomitanza di ponti termici? sottolineo che in 30 anni mai nessuno aveva avuto questo problema.
ormai non ho più i tempi utili per rivalermi quindi sto cercando una soluzione che abbatta il problema
ormai non ho più i tempi utili per rivalermi quindi sto cercando una soluzione che abbatta il problema
da galera quel DL, l'eposidico è di per se altamente sigillante, es i siliconi eposidici, che tra l'altro costano una follia, vengono utilizzati propio in casi di forte penetrazione di umidità, cmq il tuo intonaco esterno stava bene fino all'avvento del famigerato eposidico, ti consiglierei ti toglierlo e di non andare ad intervenire sull'intonaco interno, poi pensa sempre che l'intonaco, come membrana di protezione al muro dovrebbe cmq "respirare", ti consiglierei di andre fino al vivo della muratura e applicare un intonaco naturele ed eco come capisco dal tuo approccio all'edilizia. Magari fatti consigliare un prodotto da qualche rappresentante di intonaci (FASSA-ROFIX-VILLAGA-MAPPEI ECC ECC) loro sono altamente specializzati esanno sempre cosa fare. Con quel DL e spero che tu abbia già agito manda cmq raccamandate della situazione, è solo con delle date antecedenti alla scadenza dei tempi che ti puoi cautelare per un' eventuale causa...In bocca al lupo.
premetto che non sono espertissimo del settore, ma l'argomento mi interessa particolarmente e mi rivolgo a dotting del quale ho molta stima... E' possibile che, essendo la malta epossidica prima di tutto un ottimo consolidante per intonaci degradati, ma anche impermeabilizzante, abbia creato il problema della mancata traspirabilità della parete facendo in modo da accumulare la stessa ll'interno della muratura?
Non so se può essere il caso, ma ai tempi dei miei studi a Venezia avevo trovato una soluzione Low cost ad alta efficacia: 1 volta ogni 2/3 mesi passavo sul'intonaco interno (bianco) una spugna con della ammoniaca pura!! muffa bye bye....
Beh, se per questo anche la candeggina si può usare.... O per andare sull'ecologico, spruzzare un po' di aceto bianco.
Il problema è che non ti puoi mettere ogni 2 o 3 mesi a fare questo lavoro. L'obiettivo deve essere NON FARLA FORMARE, la muffa!
Anche io amerei essere delucidata sulla questione.
Il problema è che non ti puoi mettere ogni 2 o 3 mesi a fare questo lavoro. L'obiettivo deve essere NON FARLA FORMARE, la muffa!
Anche io amerei essere delucidata sulla questione.
Vediamo di fare un po' di chiarezza e andiamo per gradi:
un prodotto impermeabile all'acqua non è detto che funzioni come barriera al vapore, anzi, esistono molti prodotti permeabili al vapore (tanto o poco) e impermeabili all'acqua, quindi le 2 cose non vanno confuse.
La permeabilità di una chiusura è un requisito indispensabile per la qualità di vita interna (comfort)? No, prendiamo ad esempio le chiusure prefabbricate (in legno), per garantire la durabilità dei materiali i costruttori installano una barriera al vapore che rende la chiusura completamente stagna al vapore acqueo. Senza andare nel prefabbricato prendiamo i classici cappotti, l'intonaco plastico di rivestimento non è certo un materiale super permeabile a vapore, anzi.
E' ovvio (e obbligo di legge) fare delle verifiche sulla condensa superficiale-interstiziale ogni volta che si vanno a toccare/realizzare nuove chiusure e questo indipendentemente dall'età e dalle prestazioni del pacchetto di chiusura.
Per quanto riguarda il discorso "traspirabilità" è importante (ma non indispensabile) solo per i primi cm interni della chiusura, per poter sfruttare le capacità di igroregolazione dei materiali da costruzione (intonaci, mattoni ecc... assorbono l'umidità in eccesso e la rilasciano quando è in difetto entro certi limiti)
Ora, una diagnosi la si può fare solo conoscendo tutti i dati (indispensabili andamento di umidità ambientale e temperatura), i dati che abbiamo sono una muratura impermeabile all'acqua (e probabilmente poco permeabile al vapore) dalle prestazioni termiche drammatiche e una quantità di acqua industriale, va quindi cercata la causa che produce-porta tutta questa umidità (l'intonaco da solo non genera acqua), le principali sono:
- infiltrazioni dall'alto o dagli impianti
- risalita capillare
- generazione di umidità interna con cattiva areazione dei locali (umidità relativa troppo alta)
In base alla gravità del fenomeno e dalla causa scatenante si può pensare ad un taglio chimico della muratura, cappotto interno, controparete, sistemi di deumidificazione attiva o passiva ecc...
L'intonaco a base si calce (da solo) non risolve certo una patologia così grave come quella che hai descritto.
Per il problema muffe invece è più facile, ci sono prodotti specifici più efficaci dell'ammoniaca (che va diluita e non usata pura), vernici con additivi chimici antimuffa (da usare dopo aver tolto la muffa) e filtri dell'aria fotocatalitici che abbattono la % di spore nell'aria.
un prodotto impermeabile all'acqua non è detto che funzioni come barriera al vapore, anzi, esistono molti prodotti permeabili al vapore (tanto o poco) e impermeabili all'acqua, quindi le 2 cose non vanno confuse.
La permeabilità di una chiusura è un requisito indispensabile per la qualità di vita interna (comfort)? No, prendiamo ad esempio le chiusure prefabbricate (in legno), per garantire la durabilità dei materiali i costruttori installano una barriera al vapore che rende la chiusura completamente stagna al vapore acqueo. Senza andare nel prefabbricato prendiamo i classici cappotti, l'intonaco plastico di rivestimento non è certo un materiale super permeabile a vapore, anzi.
E' ovvio (e obbligo di legge) fare delle verifiche sulla condensa superficiale-interstiziale ogni volta che si vanno a toccare/realizzare nuove chiusure e questo indipendentemente dall'età e dalle prestazioni del pacchetto di chiusura.
Per quanto riguarda il discorso "traspirabilità" è importante (ma non indispensabile) solo per i primi cm interni della chiusura, per poter sfruttare le capacità di igroregolazione dei materiali da costruzione (intonaci, mattoni ecc... assorbono l'umidità in eccesso e la rilasciano quando è in difetto entro certi limiti)
Ora, una diagnosi la si può fare solo conoscendo tutti i dati (indispensabili andamento di umidità ambientale e temperatura), i dati che abbiamo sono una muratura impermeabile all'acqua (e probabilmente poco permeabile al vapore) dalle prestazioni termiche drammatiche e una quantità di acqua industriale, va quindi cercata la causa che produce-porta tutta questa umidità (l'intonaco da solo non genera acqua), le principali sono:
- infiltrazioni dall'alto o dagli impianti
- risalita capillare
- generazione di umidità interna con cattiva areazione dei locali (umidità relativa troppo alta)
In base alla gravità del fenomeno e dalla causa scatenante si può pensare ad un taglio chimico della muratura, cappotto interno, controparete, sistemi di deumidificazione attiva o passiva ecc...
L'intonaco a base si calce (da solo) non risolve certo una patologia così grave come quella che hai descritto.
Per il problema muffe invece è più facile, ci sono prodotti specifici più efficaci dell'ammoniaca (che va diluita e non usata pura), vernici con additivi chimici antimuffa (da usare dopo aver tolto la muffa) e filtri dell'aria fotocatalitici che abbattono la % di spore nell'aria.
Quindi dotting, mi sembra di capire che il problema potrebbe comunque essere stato causato dall'uso di malte epossidiche le quali potrebbero non garantire un'adeguata traspirabilità... Da reminescenze di fisica tecnica, mi sembra di ricordare che con il diagramma di glaser si potesse verificare se ci fosse la creazione di condensa anche all'interno della parete e che la stessa potesse creare problemi di confort. Insisto perchè è una cosa che mi ha sempre interessato...
Credo che dire “il problema è stato causato” non sia perfettamente corretto, molto più probabilmente il problema esisteva già e il nuovo intonaco non ha apportato alcuna miglioria, anzi ha aggravato la situazione;
Non è una sottigliezza perché risolvere una grave patologia semplicemente andando ad agire sulla permeabilità al vapore di un intonaco è pura fantasia come colpevolizzare a priori un intonaco per simili problemi.
La condensa (se di condensato si tratta, cosa su cui non sarei pronto a scommettere) dipende dalle caratteristiche della chiusura e dalle condizioni al contorno, anche con la peggior chiusura del mondo basterebbe solo controllare umidità relativa interna e la temperatura e il problema potrebbe esser risolto, questo è facilmente verificabile con Glaser, questo è uno strumento utile tranne che per le coperture dove è quasi inefficace (le semplificazioni sulle quali si basa non lo rendono attendibile per i tetti).
Se invece c’erano già dei problemi prima gli additivi che migliorano l’impermeabilizzazione (usati magari nell’intonaco in questione) potrebbero aver ridotto la porosità degli strati della chiusura favorendo la risalita capillare e quindi il peggioramento non è collegato alla “traspirabilità” della chiusura ma alla porosità.
Se l’intonaco applicato è un termo-intonaco (come era stato scritto tempo fa sempre dalla stessa utente) potrebbe esserci dei problemi di ponti termici, incrementando le prestazioni della chiusura il flusso uscente dai ponti termici (se non corretti) aumenta e questo può causare problemi di condensa anche gravi.
Ma il primo passo per risolvere il problema è capirne le cause, non ci sono altre strade, per controllare il problema indipendentemente dalle cause basta giocare su temperatura e umidità relativa, in inverno è facile perché disponiamo di aria molto fredda (esterna) e una fonte di calore (sistema di emissione).
Non è una sottigliezza perché risolvere una grave patologia semplicemente andando ad agire sulla permeabilità al vapore di un intonaco è pura fantasia come colpevolizzare a priori un intonaco per simili problemi.
La condensa (se di condensato si tratta, cosa su cui non sarei pronto a scommettere) dipende dalle caratteristiche della chiusura e dalle condizioni al contorno, anche con la peggior chiusura del mondo basterebbe solo controllare umidità relativa interna e la temperatura e il problema potrebbe esser risolto, questo è facilmente verificabile con Glaser, questo è uno strumento utile tranne che per le coperture dove è quasi inefficace (le semplificazioni sulle quali si basa non lo rendono attendibile per i tetti).
Se invece c’erano già dei problemi prima gli additivi che migliorano l’impermeabilizzazione (usati magari nell’intonaco in questione) potrebbero aver ridotto la porosità degli strati della chiusura favorendo la risalita capillare e quindi il peggioramento non è collegato alla “traspirabilità” della chiusura ma alla porosità.
Se l’intonaco applicato è un termo-intonaco (come era stato scritto tempo fa sempre dalla stessa utente) potrebbe esserci dei problemi di ponti termici, incrementando le prestazioni della chiusura il flusso uscente dai ponti termici (se non corretti) aumenta e questo può causare problemi di condensa anche gravi.
Ma il primo passo per risolvere il problema è capirne le cause, non ci sono altre strade, per controllare il problema indipendentemente dalle cause basta giocare su temperatura e umidità relativa, in inverno è facile perché disponiamo di aria molto fredda (esterna) e una fonte di calore (sistema di emissione).