Mi è stato richiesto l'aggiornamento catastale per un intervento di apertura di una finestra, ma non c'è stata diversa distribuzione degli spazi interni né altro, è obbligatorio secondo voi l'aggiornarnamento catastale?
Grazie per ogni parere
AdeleM : [post n° 305456]
Aggiornamento catastale
Buonasera...Di solito le variazioni catastali avvengono dopo una pratica edilizia (variazioni interne, ampliamenti, prospetti)...
Se non è presente una problematica di questo tipo le altre casistiche che mi vengono in mente sono variazioni toponomastiche o accatastamenti per concessioni in sanatoria...
Nel tuo caso non mi sembra obbligatorio adoperarsi per un aggiornamento catastale....
Cordialità....
Alessio
Se non è presente una problematica di questo tipo le altre casistiche che mi vengono in mente sono variazioni toponomastiche o accatastamenti per concessioni in sanatoria...
Nel tuo caso non mi sembra obbligatorio adoperarsi per un aggiornamento catastale....
Cordialità....
Alessio
se c'è stata apertura di nuova finestra ci dev'essere per forza una pratica edilizia aperta sia essa in sanatoria che in regime ordinario, altrimenti è un abuso e allora ti consiglio di lasciar perdere...
Poi si è discusso numerose volte se sia necessario o meno l'aggiornamento catastale per interventi che non modificano i vani e la distribuzione (vedi aperture, tamponamenti e spostamenti di porte e/o finestre).
La conclusione è che non sembra essere obbligatoria perché non modifica la rendita, ma in caso di compravendita la planimetria deve essere conforme allo stato di fatto.
La conclusione è che non sembra essere obbligatoria perché non modifica la rendita, ma in caso di compravendita la planimetria deve essere conforme allo stato di fatto.
limitatamente alle esigenze del catasto l'aggiornamento va fatto solo se c'è variazione della consistenza, per esempio se la finestra viene aperta in un vano che prima era cieco, questo aumenterà la consistenza. se il vano aveva già un'altra finestra non servirebbe aggiornamento.
il problema stà nel fatto che la planimetria catastale viene usata anche per altri scopi, esempio in caso di compravendità và dichiarata la conformità della planimetria catastale con lo stato di fatto, quindi se capitasse di trovare persone particolarmente puntigliose potrebbero attaccarsi anche ad una difformità che di fatto è una finestra in più o in meno.
il problema stà nel fatto che la planimetria catastale viene usata anche per altri scopi, esempio in caso di compravendità và dichiarata la conformità della planimetria catastale con lo stato di fatto, quindi se capitasse di trovare persone particolarmente puntigliose potrebbero attaccarsi anche ad una difformità che di fatto è una finestra in più o in meno.
è stata protocollata una DIA per l'apertura della finestra, mi chiedevo se l'aggiornamento catastale fosse obbligatorio...
sì, infatti è stata protocollata la DIA, per cui nel campo note eventualmente specificherei il numero di protocollo, tutta via mi chiedevo se per una variazione che non comporta diversa distribuzione degli spazi interni fosse necessario l'aggiornamento catastale.
ecco, il limite era proprio questo, non sarebbe meglio comunque uniformare la planimetria catastale allo stato dei luoghi? anche solo ai fini di avere una perfetta aderenza tra catasto e realtà concreta per un eventuale atto di compravendita?
già temo che in futuro possa verificarsi una situazione del genere, se non c'è perfetta conformità tra stato dei luoghi e planimetria catastale poi i nodi verranno al pettine, non essendoci diversa distribuzione degli spazi interni l'aggiornamento sembra non essere strettamente obbligatorio, ma una variazione della planimetria c'è comunque per cui io concluderei che forse è il caso di procedere...
grazie per i commenti
grazie per i commenti
Per variazione planimetrica si intende, in realtà, una modifica della distribuzione.
Riassumendo: in questo caso non sarebbe obbligatorio presentare la variazione, ma in caso di trasferimento non ci sarebbe la conformità.
Allora io farei in questo modo: prospetterei la situazione al cliente, facendogli presente che, in caso di trasferimento, ci sarebbe questo problema. Poi sceglierà lui se aggiornare oggi o in un eventuale futuro.
Tieni presente che un accatastamento gli verrebbe a costare tra i 300 e i 500 euro e questo è un periodo critico.
Invece, se sai che il cliente è un "buon pagatore", prospettagli la cosa come qualcosa che si "deve" fare. Il momento è critico anche per noi e quei soldi in più non fanno male...:-)
Riassumendo: in questo caso non sarebbe obbligatorio presentare la variazione, ma in caso di trasferimento non ci sarebbe la conformità.
Allora io farei in questo modo: prospetterei la situazione al cliente, facendogli presente che, in caso di trasferimento, ci sarebbe questo problema. Poi sceglierà lui se aggiornare oggi o in un eventuale futuro.
Tieni presente che un accatastamento gli verrebbe a costare tra i 300 e i 500 euro e questo è un periodo critico.
Invece, se sai che il cliente è un "buon pagatore", prospettagli la cosa come qualcosa che si "deve" fare. Il momento è critico anche per noi e quei soldi in più non fanno male...:-)