Buonasera a tutti,
ho bisogno di un parere: ero in procinto di acquistare un appartamento nel primo municipio a Roma quando in fase di proposta sono venuta a sapere che l'appartamento era in realtà il risultato della fusione di due appartamenti e che per realizzare tale fusione è stata utilizzato un disimpegno esterno alle due porte di ingresso e quindi, deduco, condominiale. Il proprietario mi dice che la situazione è così da sempre e che anche lui, al momento dell'acquisto , si è trovato nella medesima situazione. Lui ha, a suo tempo, acquistato i due appartamenti distinti ma all'epoca non vi era l'obbligo di controfirmare le planimetrie catastali assieme all'atto di compravendita. Cosa mi consigliate? cosa è possibile fare per sanare la situazione? Vi ringrazio.
ceci : [post n° 328311]
fusione di due appartamenti
Se la fusione rientra nel perimetro costituente la sommatoria delle due unità immobiliari distinte basta semplicemente regolarizzare la posizione col comune e col catasto.
Se come sembra di capire entra in gioco uno spazio condominiale comune (che fa da accesso) la vedo un pò difficoltosa come vicenda.
Per legge gli spazi comuni non sono cedibili, sono indivisibili, ne utilizzabili con il beneficio esclusivo di alcuni inquilini rispetto agli altri.
Fatto salvo che negli atti di compravendita non si faccia riferimento esplicito a questa eventualità e naturalmente sia noto e accettato (per iscritto negli atti stessi di compravendita di tutte le unità immobiliari costituenti il condominio) da ogni singolo avente diritto (proprietario).
Mi chiedo ci sarebbe la possibilità di fare una fusione (anche con un minimo di ristrutturazione) evitando di "occupare/utilizzare" la superficie che ricade negli spazi comuni??? In questo caso tutto sarebbe mooolto più semplice. Saluti.
Se come sembra di capire entra in gioco uno spazio condominiale comune (che fa da accesso) la vedo un pò difficoltosa come vicenda.
Per legge gli spazi comuni non sono cedibili, sono indivisibili, ne utilizzabili con il beneficio esclusivo di alcuni inquilini rispetto agli altri.
Fatto salvo che negli atti di compravendita non si faccia riferimento esplicito a questa eventualità e naturalmente sia noto e accettato (per iscritto negli atti stessi di compravendita di tutte le unità immobiliari costituenti il condominio) da ogni singolo avente diritto (proprietario).
Mi chiedo ci sarebbe la possibilità di fare una fusione (anche con un minimo di ristrutturazione) evitando di "occupare/utilizzare" la superficie che ricade negli spazi comuni??? In questo caso tutto sarebbe mooolto più semplice. Saluti.
La ringrazio per la sua risposta: la piccola parte condominiale che permette la fusione dei due appartamenti è stata già inglobata da molto tempo e, di fatto, è parte integrante dell'appartamento (pur non risultando dalle planimetrie catastali che risalgono al 1960). Quindi, se ho capito bene, per poter sanare la cosa è necessario acquisire l'accettazione scritta di tutti i condomini?
Esatto. Quello è il punto di partenza, senza di quello è inutile perder tempo negli uffici tecnici per il secondo step.
Ceci, scusa, sei un privato o un professionista?Data la delicatezza della faccenda ti consiglio di rivolgerti ad un tecnico in carne ed ossa che possa seguirti in questa fase di verifica, a mio parere molto importante. Verifica anche con lui che questo spazio comune non sia stato ceduto mediante un qualche atto che coinvolgeva i condomini dell'epoca. Può capitare che alcune parti orginariamente comuni poi possano diventare altro, ma bisogna che ci sia un atto dal notaio alla base. Penso ai tanti locali caldaia dismessi perchè poi ogni appartamento si è dotato di riscaldamento autonomo: a volte facendo un atto notarile di compravendita i condomini tutti vendevano magari ad un condomino Pincopallino quel locale....Ovviamente la tua situazione va verificata.