un cliente mi ha chiesto di fare una pratica per la richiesta dell'agibilità di un negozio, e mi ha consegnato i documenti in suo possesso, da cui ho ricavato che:
1) l'immobile è stato oggetto di una pratica di ristrutturazione, che riguardava l'intero fabbricato, negli anni novanta, regolarmente assentita. I lavori sono stati eseguiti, ma l'immobile è stato lasciato privo di finiture e impianti
2) nel 2010 il vecchio proprietario ha presentato dia per i lavori necessari a finire l'immobile e per cambio di destinazione in C1. Il cambio di destinazione è stato fatto al catasto, ma i lavori non sono stati fatti
3) nel 2012 il mio cliente acquista l'immobile e decide di finirlo. Presenta una comunicazione a sua firma per opere di manutenzione, in cui dichiara di cambiare pavimenti e fare il bagno, senza alcun tipo di supporto tecnico. Il comune chiede integrazioni e congela la pratica, ma lui lo ignora e termina i lavori.
Oggi mi chiede di ottenere il certificato di agibilità.
Come mi conviene procedere?
omoni : [post n° 328861]
agibilità di un immobile irregolare - situazione ingarbugliata
Semplicemente ripartire dalla pratica del 2010 vedere il grado di rispondenza della documentazione alla realtà...poi vedere quali sono le integrazioni richieste... farsene carico ripartire ed infine arrivare all'agognata agibilità ;)
il problema è che non c'è corrispondenza. I lavori relativi alla dia del 2010 non sono mai stati eseguiti, mentre l'attuale proprietario ha eseguito lavori senza autorizzazione. Occorre una sanatoria?
forse occorre precisare che si tratta di opere di manutenzione straordinaria. Il locale si presentava allo stato rustico, senza pavimenti nè alcun tipo di impianto. Il proprietario ha messo pavimenti e rivestimenti ex novo, ha realizzato un bagno che non c'era, e anche l'impianto elettrico. Occorre anche dire che lo stesso proprietario all'acquisto dell'immobile, allo scopo di non pagare l'ici, presenta una domanda per ottenere l'inagibilità del locale, dichiarando che si trova allo stato rustico, e il Comune glielo rilascia. Solo un anno dopo fa la comunicazione e esegue i lavori ignorando le richieste del Comune.
Tra l'altro, mi chiedo, se la pratica del 2010 prevedeva dei lavori per ottenere il cambio di destinazione d'uso, e quei lavori non sono stati mai eseguiti, che ne è del cambio di destinazione?
Tra l'altro, mi chiedo, se la pratica del 2010 prevedeva dei lavori per ottenere il cambio di destinazione d'uso, e quei lavori non sono stati mai eseguiti, che ne è del cambio di destinazione?
é un pò ingarbugliata in effetti...allora a questo punto io andrei a vedere quali erano le richieste fatte dal comune, poi farei un analisi di quanto ha creato il tuo cliente.imprenditore.impiantista.ingegnere. se in qualche modo è riconducibile ad una pratica edilizia che timidamente si affaccia alla norma, potresti presentare un progettino "postumo" e riiniziare/completare i lavori alla data odierna fornendo naturalmente le integrazioni che il comune vuole e sistemando ciò che magari si trova al di fuori della norma. In effetti è come se i lavori non si fossero mai completati dato che il comune aveva posto in essere delle richieste mai soddisfatte...Proverei questa strada.
Aggiornamento.
c'è un ulteriore complcazione: l'immobile oggetto dei lavori è un ampio locale a piano terra dotato di due accessi dalla strada; catastalmente sono due sub diversi confinanti, separati da un muro. Ma al momento dell'acquisto il muro non c'era, l'attuale proprietario ha fatto i lavori realizzando un solo bagno, ma predisponendo lo scarico del secondo per eventalmente dividete i locali qualora non riuscisse a darli in affitto. Non vi è nessuna pratica relativa alla demolizione del muro, e non so quando sia stata eseguita. Nella dia per il cambio di destinazione risulta ancora, e vi sono due bagni, uno in ciascun negozio. E ora che si fa? si può considerare l'immobile come unico ai fini della pratica e dell'agibilità, anche se al catasto sono due sub?
c'è un ulteriore complcazione: l'immobile oggetto dei lavori è un ampio locale a piano terra dotato di due accessi dalla strada; catastalmente sono due sub diversi confinanti, separati da un muro. Ma al momento dell'acquisto il muro non c'era, l'attuale proprietario ha fatto i lavori realizzando un solo bagno, ma predisponendo lo scarico del secondo per eventalmente dividete i locali qualora non riuscisse a darli in affitto. Non vi è nessuna pratica relativa alla demolizione del muro, e non so quando sia stata eseguita. Nella dia per il cambio di destinazione risulta ancora, e vi sono due bagni, uno in ciascun negozio. E ora che si fa? si può considerare l'immobile come unico ai fini della pratica e dell'agibilità, anche se al catasto sono due sub?