L'edificio in oggetto è una vecchia casa presumibilmente dei primi del '900, della quale in comune non esiste alcuna documentazione, esisteva soltanto la planimetria in catasto.
Nel '89, la casa è stata oggetto di condono, per sanare un piccolo volume abusivo aggiunto e, in quell'occasione, sono state evidenziate anche alcune modeste variazioni interne che hanno comportato la modifica della planimetria catastale.
Non è stata però evidenziata ai fini del condono, allora, la chiusura di una finestra, probabilmente perché il proprietario, non avendo memoria di quell'intervento avvenuto chissà quando, l'ha interpretato come un'imprecisione grafica piuttosto che come un abuso da sanare.
Il risultato è che adesso la planimetria catastale è corretta (sono riportate le variazioni interne oggetto di condono e non figura la finestra incriminata) ma senza che la chiusura del vano sia stata condonata o comunque legittimata.
Adesso, per poter vendere, c'è bisogno di sollecitare il comune affinché chiuda la pratica e probabilmente il nodo verrà al pettine.
Come sistemare le cose?
lg : [post n° 344837]
finestra chiusa e non condonata
lg, dici che è stato richiesto un condono: ritengo aumento per volume e diversa distribuzione interna, quindi è stato accatastato il nuovo stato dei luoghi... e il tecnico ha messo una finestra in più? ma davvero?? sicuro lg che non abbiamo raccontato ca@@ate?? mi sembra più probabile che l'abbiano chiusa dopo la richiesta di condono. comunque... certo è che all'atto di compravendita 1stato dei luoghi, 2condono e 3planimetria catastale DEVONO coincidere. il condono non si può modificare, per cui io dico: riapri la finestra e fai nuovo docfa con rettifica di planimetria
Scusate, forse non mi sono spiegata bene: l'accatastamento che ha seguito il condono riporta la situazione esatta dei luoghi e il numero di finestre coincide con quelle esistenti.
Il problema è che la planimetria catastale antecedente al condono (unico documento esistente) riportava invece una finestra in più e questa differenza è stata semplicemente corretta nella nuova planimetria, senza che ne fosse fatta menzione nella richiesta di condono.
Quindi stato dei luoghi e planimetria catastale effettivamente coincidono: l'inghippo emerge solo confrontando la planimetria catastale superata con quella attuale.
Il problema è che la planimetria catastale antecedente al condono (unico documento esistente) riportava invece una finestra in più e questa differenza è stata semplicemente corretta nella nuova planimetria, senza che ne fosse fatta menzione nella richiesta di condono.
Quindi stato dei luoghi e planimetria catastale effettivamente coincidono: l'inghippo emerge solo confrontando la planimetria catastale superata con quella attuale.
tranquilla lg, è molto difficile che si estragga la planimetria catastale antecedente al condono, certamente non lo fa il notaio prima dell'atto. L'acquirente deve chiedere un mutuo?? Potrebbe farlo solo un tecnico molto zelante per verificare che il condono abbia sanato tutti gli abusi esistenti, ma in tal caso una dichiarazione del venditore che la finestra era erroneamente riportata sulla planimetria potrebbe superare l'ostacolo. Ho sentito abusi di finestre aperte illegalmente ma mi sembrerebbe assurdo che la chiusura di una finestra possa creare tanti problemi.