Vorrei gentilmente sapere se posso effettuare la fusione di due particelle catastali prima di procedere alla ristrutturazione che, fra l'altro , si rende necessaria per mettere in collegamento i locali.
Si tratta di una fusione per ampliamento prima casa che deve avvenire entro i tre anni dall'acquisto. Poiché i lavori di ristrutturazione si prevedono molto impegnativi, non vorrei avere il termine perentorio entro cui chiuderli. So che questo comporterebbe due modifiche al catasto, ma preferisco agire da subito su un'unica unità immobiliare.
Grazie.
Maria68 : [post n° 378360]
Fusione particelle ante ristrutturazione
Il fatto è che prima di procedere alla fusione catastale devi procedere anche dal punto di vista urbanistico.
La pratica urbanistica può essere anche senza opere ma, ovviamente, comporta ulteriori spese.
La pratica urbanistica può essere anche senza opere ma, ovviamente, comporta ulteriori spese.
Scusa, cosa intendi per "procedere dal punto di vista urbanistico"?
Gli immobili, entrambi con destinazione residenziale, sono contigui, separati solo da un muro e insistenti su area a capacità esaurita, completamente urbanizzata.
Dal punto di vista edilizio, invece, mi piacerebbe agire con una ristrutturazione che interessi l'immobile già individuato come un unico nuovo mappale. Al termine lavori, che contemplerebbero i necessari collegamenti con nuove aperture e scale interne, presenterei una seconda pratica al catasto con variazione planimetrica.
Ho sentito due professionisti che mi prospettano due soluzioni diverse; vorrei un po' di chiarezza.
Grazie per l'attenzione.
Gli immobili, entrambi con destinazione residenziale, sono contigui, separati solo da un muro e insistenti su area a capacità esaurita, completamente urbanizzata.
Dal punto di vista edilizio, invece, mi piacerebbe agire con una ristrutturazione che interessi l'immobile già individuato come un unico nuovo mappale. Al termine lavori, che contemplerebbero i necessari collegamenti con nuove aperture e scale interne, presenterei una seconda pratica al catasto con variazione planimetrica.
Ho sentito due professionisti che mi prospettano due soluzioni diverse; vorrei un po' di chiarezza.
Grazie per l'attenzione.
La pratica al catasto è l'ultima da fare non la prima. Non è il catasto che definisce l'unica unità dal punto di vista urbanistico, va prima fatto in comune.
Presumendo che la proprietà delle due unità si dello stesso soggetto, per fondere presenterai una pratica edilizia con contestualmente la descrizione dei lavori, ovvero probabilmente una CILA che comprenderà anche le opere che andrai a fare per unire fisicamente le due unità. Terminati i lavori si farà variazione catastale che genererà una unica unità immobiliare con annessi e connessi.
Non è una questione di tue "preferenze" è la legge.
Rivolgiti ad un tecnico di fiducia incaricandolo seriamente e non solo "sentendolo" o chiedendo consigli;
Mi sembra di intendere che i lavori interverranno anche sulle strutture, visto che parli di scale di collegamento quindi oltre la pratica al comune, se si realizzassero buchi nel solaio ad esempio, servirebbe anche la pratica al Genio Civile.
Presumendo che la proprietà delle due unità si dello stesso soggetto, per fondere presenterai una pratica edilizia con contestualmente la descrizione dei lavori, ovvero probabilmente una CILA che comprenderà anche le opere che andrai a fare per unire fisicamente le due unità. Terminati i lavori si farà variazione catastale che genererà una unica unità immobiliare con annessi e connessi.
Non è una questione di tue "preferenze" è la legge.
Rivolgiti ad un tecnico di fiducia incaricandolo seriamente e non solo "sentendolo" o chiedendo consigli;
Mi sembra di intendere che i lavori interverranno anche sulle strutture, visto che parli di scale di collegamento quindi oltre la pratica al comune, se si realizzassero buchi nel solaio ad esempio, servirebbe anche la pratica al Genio Civile.
Grazie per la risposta esaustiva.
Per la precisione la mia preferenza riguardava la scelta tra due possibili soluzioni che credevo fossero parimenti a norma e regola: una prospettata dallo studio tecnico a cui mi sono rivolta per la ristrutturazione, una indicata da un geometra esperto di catasto a cui mi ero rivolta per un altro lavoro.
La mia preoccupazione dipende dal fatto che:
1) i lavori potrebbero non terminare entro i tre anni;
2) si crei confusione per le agevolazioni fiscali.
Grazie ancora.
Per la precisione la mia preferenza riguardava la scelta tra due possibili soluzioni che credevo fossero parimenti a norma e regola: una prospettata dallo studio tecnico a cui mi sono rivolta per la ristrutturazione, una indicata da un geometra esperto di catasto a cui mi ero rivolta per un altro lavoro.
La mia preoccupazione dipende dal fatto che:
1) i lavori potrebbero non terminare entro i tre anni;
2) si crei confusione per le agevolazioni fiscali.
Grazie ancora.
Esistono le proroghe dei termini e le agevolazioni fiscali sono per i lavori di manutenzione straordinaria, se la pratica è una sola non vedo dove sia il problema.
"una prospettata dallo studio tecnico a cui mi sono rivolta per la ristrutturazione, una indicata da un geometra esperto di catasto a cui mi ero rivolta per un altro lavoro. "
Ecco, appunto. Il geometra "esperto di catasto" ha interesse a fare solo la pratica catastale, non a indicarti la via più corretta da seguire.
Ecco, appunto. Il geometra "esperto di catasto" ha interesse a fare solo la pratica catastale, non a indicarti la via più corretta da seguire.
John, scusa, ho usato il termine generico "ristrutturazione" inteso come la ristrutturazione edilizia di cui tratta la guida alle agevolazioni fiscali dell'Agenzia delle Entrate.
In merito alle proroghe, esisteranno anche, ma se io devo fondere le particelle entro tre anni dall'acquisto e se la pratica catastale è l'ultima da fare, non ho possibilità di prorogare più di tanto.
In merito alle proroghe, esisteranno anche, ma se io devo fondere le particelle entro tre anni dall'acquisto e se la pratica catastale è l'ultima da fare, non ho possibilità di prorogare più di tanto.