raskol'nikov : [post n° 38489]

Progettare un carcere

Ciao a tutti,
non prendetemi per pazzo...ma la lettura di "Delitto e castigo" mi ha incuriosito sugli stati di delirio della mente umana, fino a sfociare in meri atti di violenza...ora, consapevole dei limiti dell'uomo, animale sociale, mi sto prodigando per capire il ruolo e l'importanza degli istituti di detenzione; in particolare mi interessa capire come le misure alternative di custodia (riforme "Gozzini" e "Simeone") possano influenzare la concezione stessa di "CARCERE"...
Per reati minori infatti è prevista la possibilità di entrare ed uscire dalla struttura carceraria col solo obbligo di passarvi le ore notturne...mi sto chiedendo se le tipologie dei carceri e le relative ideologie che li hanno finora caratterizzati adempieranno ad un'esigenza sempre più pressante, non solo per i diretti interessati!

Ritengo che il carcere possa rappresentare un interessante caso di eterotopia, da sviluppare con una tesi di laurea.

Risulta però difficile reperire materiale sia sui progetti architettonici realizzati che su una bibliografia esaustiva.

Ringrazierei chiunque sapesse darmi qualche informazione.

Rodion Romanovic
gae :
ciao
purtroppo non ti so indicare una bibliografia esaustiva sull'argomento ma leggendo il tuo post mi è venuto in mente il principio su cui si basavano alcune città utopiche che avevo studiato anni fa...tale principio - detto panottico- prevedeva come sistema di controllo un nucleo centrale attorno a cui si sviluppavano le unità abitative che erano cosi' sempre strettamente controllate dal centro.Tale principio , che se ricordo bene era stato pensato per le città operaie credo fosse poi stato applicato a strutture carcerarie...lo so che sono partita da molto lontano però piuttosto che niente s.
shima :
in realtà non credo che progetti di carceri possano avere molta pubblicità, sai com'è..
scherzi a parte, il tema delle carceri è un bellissimo tema.
interessante il riferimento alla riforma negli indirizzi possibili della progettazione.
per quello che riguarda la bibliografia troverai molto nelle pubblicazioni di sociologia, e c'è un libro del quale non ricordo il titolo che era stato scritto dalla direttrice di un carcere indiano sulla vita dei suoi detenuti in relazione ad un sistema carcerario reso più umano.
personalmente, ho avuto "la forutna" di visitare un carcere(e non da datenuta)ed è un'esperienza interessantissima ma devastante per la psiche, sono stata un paio d'ore qualche anno fa ma ancora oggi quando ci penso mi sento soffocare,ed ho capito perchè nei primi sei giorni di derenzione le percentuali di suicidio sono altissime.
con le nuove tecnologie e le nuove leggi che accentuano la vocazione riabilitativa del regime detentivo potrebbe essere migliorato il carcere che è ancora un pò ottocentesco, spero che tu possa aprire una strada anche in questo senso.
credo che in texas ci sia un carcere senza recinzioni dove sono reclusi detenuti in semilibertà che sono controllati da un braccialetto elettronico, e sono lasciati più liberi perchè la pena che hanno da scontare è inferiore a quella che dovrebbero scontare in caso di evasone.
so di non averti detto molto, comunque in bocca al lupo!
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