Buongiorno,
sono stato contattato da una cliente che aveva cominciato dei lavori di ristrutturazione nel suo appartamento (abbattimento di un tramezzo tra soggiorno e cucina) senza prima procedere con gli adempimenti del caso.
Ho provveduto quindi ad effettuare una CILA per lavori in corso di esecuzione con relativo pagamento, da parte della committente, dell'ammenda di 333,00 €.
32 giorni dopo, tramite raccomanda A/R indirizzata a me tecnico e alla proprietaria, l'ufficio tecnico comunica di aver sospeso la CILA.
Mi sono recato in comune e il tecnico comunale ha ravvisato il seguente problema:
- l'appartamento in questione è all'interno di un fabbricato di 3 piani, costruito con licenza edilizia datata 1973 e agibilità ottenuta in data 23/12/1975. La planimetria catastale della mia cliente è datata, infatti, 30/12/1975 e corrisponde esattamente (come consistenza e divisioni interni) allo stato di fatto prima che iniziassero i lavori della CILA in questione
- nel progetto depositato al comune nel 1973, in riferimento alle divisioni interne, è presente solo una "pianta piano tipo" con 2 appartamenti per piano. Questa cosa è vera per il secondo e per il terzo piano del fabbricato, ma non è vera per il primo piano, dove è presente l'appartamento della mia cliente. Al primo piano, infatti, sono presenti 3 appartamenti: uno grande (come quelli di sopra) e due piccolini (uno di questi 2 piccolini è quello della mia assistita)
- in definitiva ci siamo resi conto che nel 1975 il Costruttore ha provveduto a frazionare un appartamento grande in 2 piccolini, senza, evidentemente, provvedere alle dovute comunicazioni in Comune.
Non avendo mai subìto ristrutturazioni dal 1975 ad oggi, i precedenti proprietari non si sono mai accorti del problema, bensì il problema è sorto ora che la mia cliente ha acquistato l'appartamento e ha provveduto alla ristrutturazione.
Il Comune di invita a provvedere ad una sanatoria per questo abuso non per opera della mia cliente o dei precedenti proprietari, bensì per opera del costruttore.
Secondo voi è lecita questa cosa?
Tra l'altro bisognerebbe, poi, provvedere a riacquisire il certificato di agibilità con ulteriori oneri da parte della mia cliente e con conseguente produzione di documentazione: certificato degli impianti (che in questa ristrutturazione non sono stati toccati), certificato di idoneità statica, ecc.
Grazie
Francesco
archingeo : [post n° 391182]
CILA sospesa per abuso edilizio
Ma certo che questa cosa è lecita! Forse hai poca esperienza, ma la primissima cosa da fare quando si deve presentare un titolo edilizio è verificare la legittimità dello stato dei luoghi facendo una visura degli atti comunali depositati e confrontandoli con il proprio rilievo. Se l'avessi fatto ti saresti subito reso conto della difformità. Ora, a parte il fatto che tu hai asseverato la legittimità di uno stato di fatto che in realtà non era legittimo, quello che si deve fare è appunto una sanatoria con relativa nuova agibilità ecc. Il fatto che la planimetria catastale corrisponda allo stato di fatto ai fini autorizzativi non conta assolutamente niente (è quello che ripetiamo sempre ai clienti...adesso iniziamo a doverlo dire anche ai colleghi!?)
Ammetto la mia poca esperienza perchè sono giovane, per questo ho chiesto consiglio al forum e ti ringranzio molto per la risposta.
Per quanto riguarda l'asseverazione, io ho dichiarato la cormità dell'INTERVENTO in corso di esecuzione alla disciplina urbanistica, non quello che era successo prima (nel 1975).
Per giunta c'è da evidenziare un altro aspetto: io sono stato chiamato ad intervenire nel momento in cui era già in corso un intervento di ristrutturazione.
Che altro potevo fare per sanare questo intevento in corso di esecuzione se non presentare una CILA?
Per quanto riguarda l'asseverazione, io ho dichiarato la cormità dell'INTERVENTO in corso di esecuzione alla disciplina urbanistica, non quello che era successo prima (nel 1975).
Per giunta c'è da evidenziare un altro aspetto: io sono stato chiamato ad intervenire nel momento in cui era già in corso un intervento di ristrutturazione.
Che altro potevo fare per sanare questo intevento in corso di esecuzione se non presentare una CILA?
sottoscrivo quanto detto dalla collega. Da qualche parte nel modulo che hai sottoscritto hai dichiarato la legittimità dell'immobile. Alla tua cliente non resta che sanare ed eventualmente rifarsi sul venditore.
Archingeo (caspita quante qualifiche!) purtroppo il fatto che tu sia stato chiamato in corso d'opera non cambia le cose. Quando si fa un intervento la prima cosa è la conformità dell'esistente al legittimato, sempre e comunque. Non importa chi ha commesso l'irregolarità e quando, va comunque sanata dall'ultimo che viene beccato (poi se la signora vuole fare delle cause a qualcuno è un altra questione). E' del tutto normale che negli anni '70 si progettasse in un modo e si realizzasse in un altro, con solo la pianta del piano tipo, senza presentare la variante a fine lavori e adeguando solamente il catasto. Era procedura consueta. Ora nella tua situazione avresti dovuto fermare i lavori, provvedere alla Sanatoria (non alla CIL per i lavori di ristrutturazione!) e alla richiesta di nuova agibilità e solo alla fine di tutto questo presentare la CIL a partire da uno stato dei luoghi finalmente legittimo. La tua cliente in questo modo si è autodenunciata, ha perso tempo per i suoi lavori e ha pagato 333 euro + la tua parcella della CIL per niente, e adesso dovrà pagarti nuovamente per la Sanatoria e dovrà dare al comune 1000 euro di sanzione. Non voglio infierire ma io se fossi in te mi preoccuperei che lei non si volesse rivalere anche su di te, per esempio non pagandoti almeno una delle due pratiche.
Sottoscrivo in toto quanto già detto dalle colleghe (non sottovalutando l'ultimo aspetto sollevato da biba), preciso solo che il modulo della CILA, almeno quello unificato della Lombardia (ma mi pare che anche per quello unificato "nazionale" sia la stessa cosa) chiede al progettista di asseverare la conformità dell'intervento e non quella dello stato autorizzato dell'immobile. Resta il fatto che hai comunque presentato un elaborato timbrato e firmato con indicato lo stato autorizzato e quindi, anche se non asseverato, hai comunque dichiarato che quello era lo stato autorizzato mentre invece non lo era.
concordo con tutti i pareri dei colleghi sopra e non sottovaluterei l'aspetto sollevato da delli con la sua domanda! Verifica bene la pratica relativa all'agibilità: quanti alloggi (o numero di vani) sono stati indicati, se sono state allegate anche le schede catastali e soprattutto se c'è quello che io chiamo "il foglietto" cioè una sorta di relazione/asseverazione redatta da chi ha effettuato il sopralluogo di verifica in cui dichiara che sono state riscontrate delle difformità rispetto al progetto approvato di lieve entità e che quindi vengono abbonate oppure per le quali si chiede pagamento di sanzione per essere sanate. in questo ultimo caso verifica che ci sia la ricevuta di pagamento. A volte capita che i tecnici si fermino a fare il gioco delle differenze tra quello che è agli atti e quello che viene presentato senza valutare relazioni, documentazione ecc....
In questo caso avresti margini di salvezza o per lo meno di contrattazione per salvare la situazione...
In questo caso avresti margini di salvezza o per lo meno di contrattazione per salvare la situazione...