diana : [post n° 418974]
rapporto con cliente
buongiorno, vorrei sapere se esiste un riferimento normativo in base al quale un committente non puo', durante l esecuzione, far modificare i disegni che ha approvato quando l'architetto glieli ha sottoposti. grazie!
semplice, se vuole in corso d'opera fare modifiche deve fare la variante (e ovviamente pagarti per il lavoro extra)
ti ringrazio, ma non mi sono spiegata bene: ho fatto i disegni esecutivi della cucina e in corso d'opera, il committente ha fatto modificare il disegno della sagoma di un pannello di finitura, dicendo al falegname che lo aveva concordato co me! chiaramente me ne sono accorta quando sono andata a verificare il lavoro. a questo punto, poiche' sono stanca di dover sempre puntualizzare i compiti di progettista, della D.L., vorrei solo mandare una PEC con foto allegate e riferimento normativo della (spero) violazione da parte del committente di una norma...come quella, ad es, che tutela la proprieta' dei file dei disegni...grazie!
spero che tu stia scherzando. la cliente non ha violato nulla se non il rappoprto di fiducia mentendo (ha detto di aver concordato con te la nodifica) ma ha solo fatto modificare una finitura estetica. non puoi nemmeno parlare di direzione lavori in questo caso ma se mai di direzione tecnica visto che non si sta parlando di opere edilizie per cui è necessario un titolo e per cui è obbligatorio il DL.
quanto alla proprietà dei file, la tutela è riferita solo al fatto che non possono essere ceduti a terzi, ma nulla vieta al cliente, visto che è casa SUA, di far fare al falegname delle piccole modifiche estetiche al pannello. tanto poi è lei che paga.
scusa la brutalità, ma stai facendo un film esagerato rispetto alla portata della situazione.
io una volta, all'interno di una ristrutturazione, avevo fatto un disegno del mosaico in bagno che poaceva al cliente. in corso d'opera ha cambiato idea e l'ha fatto modificare dal posatore. e quindi? era sua facoltà visto che si parla di questione meramente estetiche
quanto alla proprietà dei file, la tutela è riferita solo al fatto che non possono essere ceduti a terzi, ma nulla vieta al cliente, visto che è casa SUA, di far fare al falegname delle piccole modifiche estetiche al pannello. tanto poi è lei che paga.
scusa la brutalità, ma stai facendo un film esagerato rispetto alla portata della situazione.
io una volta, all'interno di una ristrutturazione, avevo fatto un disegno del mosaico in bagno che poaceva al cliente. in corso d'opera ha cambiato idea e l'ha fatto modificare dal posatore. e quindi? era sua facoltà visto che si parla di questione meramente estetiche
cari colleghi, dispiace vedere che avete speso molte e piu' parole per dare una vostra interpretazione sul mio operato e non per fornire una risposta al mio quesito, arrivando a ipotizzare mistificazioni o giudizi sulla mia persona non richiesti, probabilmente non avete compreso il senso profondo della petizione "unminimodirispetto"...se non ci rispettiamo tra noi, come possiamo esigere il rispetto dai committenti?
premesso che la proprieta' dei file e' dell'architetto, come da legge, ho cercato in Internet una risposta al mio quesito, in quanto prima di parlare devo sapere le "condizioni al contorno" di cio' che devo dire...con piacere, quindi, condivido con voi quanto disposto dall'ordine di Varese:
1)5. L’architetto non farà alcuna materiale variazione, addizione od omissione al progetto concordato e approvato dal Committente,senza averne acquisito il consenso, tranne i casi in cui ciò sia urgente o necessario per ragioni costruttive.
2)2. Di regola il Committente non dà istruzioni dirette a terzi e/o all’impresa esecutricedeilavori. Diversamente deve avvertire l’architetto: in particolare gli comunicherà pagamenti effettuati direttamente a
terzi che abbiano attinenza con l’oggetto dell’incarico.
buon lavoro a tutti e grazie per le cortesi ed illuminanti risposte
premesso che la proprieta' dei file e' dell'architetto, come da legge, ho cercato in Internet una risposta al mio quesito, in quanto prima di parlare devo sapere le "condizioni al contorno" di cio' che devo dire...con piacere, quindi, condivido con voi quanto disposto dall'ordine di Varese:
1)5. L’architetto non farà alcuna materiale variazione, addizione od omissione al progetto concordato e approvato dal Committente,senza averne acquisito il consenso, tranne i casi in cui ciò sia urgente o necessario per ragioni costruttive.
2)2. Di regola il Committente non dà istruzioni dirette a terzi e/o all’impresa esecutricedeilavori. Diversamente deve avvertire l’architetto: in particolare gli comunicherà pagamenti effettuati direttamente a
terzi che abbiano attinenza con l’oggetto dell’incarico.
buon lavoro a tutti e grazie per le cortesi ed illuminanti risposte
Forse ho esagerato con le parole e per questo mi scuso. Gli articoli che citi, a quale norma fanno riferimento? Non capisco perché accanirsi contro un'azione del cliente che il cliente stesso fa per il suo interesse ... così come noi architetti operiamo per l'interesse del cliente. Nel caso specifico, per come è stato esposto, il fatto sembra talmente superficiale che ricorrere ad una PEC per segnalare un potenziale non rispetto di una norma, sembra veramente eccessivo. Questo si che porta una cattiva fama per noi architetti. Ovviamente se i file vengono distribuiti a chiunque, si che si può parlare di illecito. Però, scusa, sul disciplinare, cosa hai scritto? solitamente, l'uso dei file è regolamentato dal disciplinare.
grazie per le scuse, forse non mi sono spiegata bene:1) per quanto riguarda la proprieta' dei file era solo un esempio, io lo scrivo sempre nel disciplinare, ma spessissimo mi vengono richiesti a fine lavori 2) in questo incarico, tutte le ore, i disegni, gli incontri fatti per concordare una soluzione sono stati almeno in tre occasioni completamente inutili, in quanto il cliente ha imposto cambiamenti a lavorazione terminata, nonostante avesse approvato la soluzione...e' chiaro che dopo un anno di lavori sono stanca della continua"mediazione", del continuo spiegare e soprassedere...alla fine questo lavoro non e' da pubblicizzare, ha evidenti errori di "composizione" e l'ultima cambiamento nel progetto ha inficiato notevolmente il progetto della cucina...l'architettura e' anche equilibrio dei particolari...la PEC , riconosco, era un paradosso, un'iperbole,ma il senso e' quello di prendere in modo ufficiale le distanze, ricordando che i doveri e gli obblighi non sono solo i nostri. buon lavoro
Capisco, ora è tutto più chiaro. Dopo un anno trascorso così è comprensibile che vuoi mettere in chiaro una volta per tutte la situazione. E' evidente che il progetto nato in un certo modo, con una certa filosofia se poi viene modificato potrebbe perdere senso e non rispettare le logiche che lo hanno generato. Allora, in bocca al lupo!